Domenica sera apre (finalmente) Emergenza Freddo, il centro di accoglienza voluto dalla Rete dei Servizi per la Grave Marginalità in cui i senzatetto di Como potranno dormire al caldo (e trovare calore, che è un’altra cosa).
Ma Emergenza Freddo non è solo storie, è anche (e soprattutto) una macchina che deve funzionare perfettamente. E’numeri, persone, orari che provano a riassumere due persone: Paola della Casa, referente della Rete dei Servizi per la Grave Marginalità, e Marta Pezzati, responsabile dell’associazione Como Accoglie, che gestirà la tensostruttura allestita nel chiostro del Centro Cardinal Ferrari.
“Il Centro sarà aperto dal 2 dicembre al 2 aprile (dalle 20 alle 7 del mattino) presso il Cardinal Ferrari con due strutture: quella storica gestita da Caritas e la tensostruttura seguita dall’associazione Como Accoglie – spiega Paola della Casa- Nel dormitorio allestito nell’edificio avremo 40 posti letto che, durante la notte, verranno gestiti da quattro volontari (tre uomini e una donna). A loro si aggiungeranno, al momento dell’accoglienza serale, altri sei volontari”.
Chi sono gli ospiti del dormitorio? “Per il 40% sono italiani, presenze storiche sul territorio. Poi ci sono gli stranieri, quasi tutti regolari – racconta – Ma accogliamo anche chi non è in regola con i documenti, ovviamente. Per accedere al servizio, però, occorre iscriversi presso lo sportello Porta Aperta di via Tatti ma abbiamo anche un paio di letti liberi per accogliere emergenze particolari come anziani, malati o donne sole”.
“Nella tensostruttura, invece, ospitiamo gli stranieri, i fuori campo (le persone escluse dai sistemi di accoglienza, benché spesso regolari) – dice Marta Pezzati – Abbiamo 50 posti letto che, durante la notte, verranno gestiti da un guardiano incaricato da Caritas perché i nostri volontari sono per la maggior parte donne e non riusciamo a garantire la presenza notturna. Però saremo presenti con due persone per turno al momento dell’accoglienza e della colazione “.
Anche nel vostro caso non è possibile un accesso diretto? “L’anno scorso era possibile ma era difficile da gestire. Da quest’anno, anche per dormire da noi occorre iscriversi allo sportello di Porta Aperta. In questo modo potremo eventualmente compilare una lista d’attesa per sapere chi dorme all’aperto, in caso si liberasse qualche posto”.
Già, 90 posti letto e 150 persone che dormono per strada. I conti non tornano . ”Qualcuno forse si sposterà a Milano – si augura Marta – Altri troveranno un posto dove dormire in città, finché non verranno sgomberati anche da lì. Oltre alla richiesta di mantenere il centro di Via Regina (300 posti letto), abbiamo chiesto ripetutamente al Comune un posto in comodato d’uso che verrebbe gestito da volontari ma non c’è stata risposta”.
E l’appello che avevate lanciato in aprile a enti e associazioni (laici e non) per organizzare un’accoglienza diffusa? “Non abbiamo ricevuto nessuna risposta”.
“Ci auguriamo di farcela con i posti disponibili e di non dover ricorrere alla rotazione – aggiunge Paola – Ma ci sono persone, spesso con gravi disagi psichici, che non riescono a venire al Centro. Continueremo a seguirli attraverso le unità di strada. Non li lasceremo soli.”
Su ComoZero Settimanale un ampio reportage dall’ex chiesa di San Francesco (ecco dove trovare giornale).
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