Dio non gioca a dadi. E nemmeno da queste parti azzardiamo troppo la sorte. Ogni tanto però succede (ci salviamo con copertina con doppia citazione cinematografica: riconoscerete tutto?).
Era nell’aria da tempo e da qualche giorno l’accelerazione è stata evidente. Quanto abbiamo anticipato un mese fa, cioè le dimissioni di Simona Rossotti dalla giunta Landriscina, nelle ultime ore si è rappresentato performativamente nelle cronache politiche:
Simona addio. Vertice finale Rossotti-Landriscina: dimissioni entro una settimana
Così, in un turbinio di soffiate, smentite e racconti giorni fa abbiamo deciso di dedicare una buona fetta di ComoZero Settimanale a un tema che da tempo volevamo affrontare: la morte (imminente, decretata o guaribile: lo stabilirete dopo aver letto) del sistema Cultura in città. Come sempre, come ci piace da queste parti, partiamo da una domanda: chi l’ha uccisa (la Cultura)? (Le risposte non sono ovvie, credete).
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Insomma, l’abdicazione di Rossotti è l’ultimo tassello di un quadro generale che non funziona ma, come abbiamo scritto su questo sito e sul giornale in uscita, non pensiamo che il quasi-ex-assessore (al netto di alcuni errori, in certi casi anche pesanti) meriti di essere trasformata in un agnello sacrificale che tutto purifica e emenda.
Dunque in queste ore troverete ben otto pagine dedicate al tema: si parte dalla mancata pubblicazione del Bando Cultura (vitale per decine di associazioni) alla totale assenza di un Bando Eventi, si passa alle realtà simbolo della vita culturale cittadina (Parolario e Wow, non dimenticando la perduta Lake Como Film Night).
Ci sono le interviste: l’ex assessore Sergio Gaddi che affonda i denti e svela la sua formula.
Parla, eccome se parla, anche il sindaco di Cernobbio, Matteo Monti, che gongola e accoglie ogni manifestazione in fuga da Como.
C’è la clamorosa (CLAMOROSA) analisi di un documento del Comune di Como sulla cultura: il testo contiene un tale mix di obbiettivi (in larga parte mancati), promesse (in larga parte irrealizzate) e accuse (in larga parte cattivissime) che è bene ripercorrerlo tutto per capire come mai la Cultura in città stia attraversando una fase così tormentata.
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Chiuso (per ora) il capitolo Cultura, torniamo ai classicissimi di ComoZero con un doppio viaggio-storia. Il primo nel quartiere dimenticato, Civiglio, dove si vive e si muore ma vince un dono dimenticato da molti: l’amore per gli altri (e non è retorica, leggete).
Il secondo è il paradiso gastronomico dei single, catena alimentare nata a Erba, arrivata a Como dove non solo si compra cibo ma si socializza e ci si confessa.
E poi tante storie: i Cosplayer, per dire.
E ancora: una splendida modella-per-caso, il ragazzino che trasforma i Lego in realtà.
Per lo sport (alla ComoZero) uno spaccato sulla corsa (dalla pista ai runner notturni) arrivando a un meraviglioso super-atleta e ai suoi supereroi bambini affetti da malattie rare e virus sconosciuti (brividi, sul serio).
Poi, la cultura con il coraggio immenso di Ebe Gianotti e di tutto il gruppo di Made in Maarc, gli appuntamenti e last but not least la vostra amatissima enigmistica.
Insomma, il vostro bel giornaletto è pronto anche stavolta, 10mila (e più) copie, 100 (e più) punti di distribuzione. E’ pure gratis (come questo sito): non male. In distribuzione a partire da venerdì mattina e – certamente – disponibile da sabato, ecco la mappa:
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Domande, richieste, contestazioni, plausi, insulti, curriculum e doni a: redazionecomozero@gmail.com
Un commento
pensavo che l’ucciso fosse la Città di Como e già stavo pensando ai colpevoli.
Difficile decidere fino a quanto andare indietro…