(immagini da vivaiosaronno.org)
Forse c’è da imparare davvero qualcosa da questa storia, sia sotto il profilo pubblico sia sotto quello privato. Perché l’annuncio che a due passi da Como, per la precisione a Saronno (Varese) la grande area dismessa dell’ex industria automobilistica Isotta Fraschini, 120.000 mq a due passi dal centro da oltre trent’anni al centro di dibattiti e polemiche – una sorta di Ticosa privata, ancora più grande – vedrà arrivare nientemeno che un museo dell’Accademia di Brera, è difficile da non accostare a quanto (non) accade sul Lario.
Prima qualche cenno sull’area: è di proprietà della società Saronno Beni Comuni, che fa riferimento al manager Giuseppe Gorla (noto per l’esperienza in Accenture, la potentissima multinazionale statunitense in tema di consulenze aziendali) e a un avvocato, Angelo Proserpio. Obiettivo, restituire almeno una parte alla gestione diretta della cittadinanza, con un documentatissimo sito dedicato (vivaiosaronno.org) dove sono consultabili, tra gli altri documenti, il masterplan del progetto e il piano di bonifica.
Poi è stata lanciata una serie di incontri con personalità di spessore (dal prossimo 31 gennaio fino a metà aprile), denominati “Officina Vivaio” (e anche qui l’assonanza con alcune iniziative comasche sulla Ticosa è impressionante), con l’obiettivo di discutere assieme a istituzioni e cittadini saronnesi le destinazioni d’uso e le forme di governance dei tre ambiti che verranno restituiti alla città per essere gestiti come “bene comune”.
I tre ambiti sono l’ex-scuola Bernardino Luini, subito dietro alla stazione di Saronno centro, la nuova struttura che ospiterà il museo dell’Industria e del Lavoro Saronnese, il previsto parco pubblico di 60.000 e – vera ciliegina sulla torta – il Museo Innovativo dell’Accademia delle Belle Arti di Brera, che porterà in città circa 3000 studenti italiani e stranieri.
Per dire, nel febbraio scorso, in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, la presidente dell’Accademia di Brera, Livia Pomodoro, si espresse così: “Nel nostro percorso di sviluppo e ricerca abbiamo ricevuto una proposta molto interessante e l’abbiamo accolta anche dopo aver apprezzato il masterplan del progetto stesso, ovvero quella di creare un museo innovativo della nostra Accademia nell’area ex Isotta Fraschini di Saronno. Noi siamo portatori di cultura e abbiamo il dovere di accogliere studenti da tutto il mondo e di allargare quindi i nostri spazi, uscendo dalla nostra casa abituale, ovvero da Milano: dobbiamo farci conoscere e conoscere e farci promotori della disseminazione culturale nel territorio: è in questa direzione che va la nostra apertura a Saronno”.
Per quanto riguarda i dettagli, il perno dell’arrivo di Brera nella “Ticosa saronnese” prevede la realizzazione di un museo differente dai canoni tradizionali: dotato di sale espositive e di un auditorium, oltre a spazi per la didattica e a laboratori, con l’obiettivo di accogliere gli studenti di tutto il mondo, promuovendo l’arte contemporanea e il suo ruolo sociale.
E Como, intanto, aspetta la fine della bonificia in Ticosa. Era iniziata esattamente dieci anni fa, il 9 gennaio 2012.
Un commento
Povera Como…..Se continua così, e non ci sono sostanziali cambiamenti di rotta in vista, grazie ad invidie, veti incrociati e tanta miopia politica, Como diventerà la capitale italiana delle aree dismesse, siamo riusciti a far scappare investitori esteri come Multi e nessuno verrà mai più dall’estero ad investire in città, quando un privato prova ad operare viene subito boicottato ed additato, ricordo il trattamento che a suo tempo riservò il giornale locale agli imprenditori che avevano investito del loro ad Albate nella ex area Frey paragonandoli a meri faccendieri senza scrupoli quell’area dismessa all’ora preda di balordi e spacciatori, oggi è il vanto della frazione con una piazza pubblica più grande di piazza Duomo…