Al termine delle celebrazioni per il 25 aprile e allo spegnersi delle polemiche che la Festa della Liberazione ha portato tanto nell’arena della politica nazionale quanto in città, l’estrema destra Italiana si è ritrovata sul lago di Como, come ogni anno, per rendere onore a Benito Mussolini, la sua amante, Claretta Petacci, e gli altri gerarchi fascisti che il 28 aprile 1945 incontrarono la fine tra Dongo e Mezzegra, durante il loro tentativo di fuga dal Paese.
(Fotoservizio: Matteo Congregalli)
Proprio a Dongo, durante la prima mattina, sotto gli occhi dei residenti e sotto il controllo vigile di un dispositivo di sicurezza ingente per gli standard del piccolo paese del lago, formazioni neo-fasciste e nostalgici hanno tenuto un “presente” in riva al lago, deponendo in acqua una corona in memoria degli ufficiali fascisti giustiziati dai partigiani.
I manifestanti si sono poi spostati a Mezzegra, dove, nella chiesa di Sant’Abbondio, don Luigi Barindelli, classe 1929, ha tenuto una messa in suffragio per Mussolini e la Petacci. Si tratta di una tradizione consolidata e che, ogni anno, non cessa di creare polemiche.
Il sacerdote ha ribadito, come l’anno precedente, di pregare per le anime di due persone uccise ingiustamente, a guerra finita. Barindelli ha rimarcato la sostanziale differenza tra i personaggi storici, il loro carico simbolico, e le persone che erano e che a Mezzegra hanno trovato la morte. Una morte dai contorni ancora troppo poco chiari, ha sottolineato il prete.
“Per i media e le persone al di fuori di questa chiesa voi siete nostalgici – ha affermato Barindelli, auspicando che gli italiani possano finalmente fare pace il proprio passato – non è nostalgia per le cose brutte che sono successe e che sono state commesse ma per qualcosa di buono che non c’è più. Non per i personaggi ma per le persone”.
Al termine della funzione, un corteo diverse centinaia di persone ha sfilato per i pochi tornati che separano la chiesa dal cancello di Villa Belmonte, luogo dell’esecuzione di Mussolini.
Alla testa della formazione, uno striscione nero e bianco che leggeva “Presente!”, oltre che ai labari – gli stendardi – di Veneto Fronte Skinheads (lo stesso gruppo responsabile dell’irruzione nella sede di Como Senza Frontiere nel 2017 e per cui 13 persone sono correntemente indagate con l’accusa di violenza privata in concorso) e dell’Associazione Nazionale Arma Milizia.
Qui, dopo aver deposto alcune corone d’alloro sull’inferriata della villa, sempre in formazione, il corteo ha intonato diversi “presente” al Duce accompagnati da saluti romani. Dopo un “rompete le righe”, il corteo si è poi disperso.
9 Commenti
Risus abundat in ore stultorum
Almeno Dix fa ridere, tu non fai ridere proprio nessuno
Hai torto, a me fa ridere.
Però mi fanno ancor più ridere quei buffi e anacronistici burattini a braccio teso..
La barzelletta siete voi e questi commenti pseudo ironici.
Siete di una pochezza e di una banalità a dir poco imbarazzante.
…..e se si fosse chiamato Gioele Dux, avrebbe fatto ancora più ridere….?
Ahahah ?
…..e io che alle Idi di Marzo mi sono dimenticato di commemorare Giulio Cesare. Come mai potrò perdonarmi questo affronto alla vera “romanità”!!! Non è mai troppo tardi…c’è sempre il 5 maggio….anche se questo era francese, era pur sempre un dittatore…
Ecco qui un altro bel fenomeno che parla con frasi fatte e la cui somma ignoranza in materia è inferiore solo alla sua protervia.
È solo da compatire….
Poveri disadattati..
Si dichiarano sovranisti e nazionalisti ma poi celebrano personaggi che han fatto così tanti danni all’Italia (vedi entrare in guerra, mandare italiani a morire in Russia al gelo, leggi razziali, e l’elenco è ancora lungo..).
Lo trovo più da masochisti o cerebrolesi.