Per i cinque quesiti referendari su cui si è votato tra ieri e oggi anche la provincia di Como non ha raggiunto il quorum attestandoai a un’affluenza del 26,96%. Più alto il numero a Como città con il 30.54%. Una chiara débâcle nazionale.
In queste ore il segretario generale della Cgil di Como, Sandro Estelli, ha diffuso una Nota, eccola:
Non abbiamo raggiunto il risultato sperato sul piano nazionale, ma restiamo convinti della bontà e della necessità delle nostre proposte, nate per cambiare leggi profondamente ingiuste che regolano il mondo del lavoro. In queste settimane ha parlato la democrazia, pur dentro una campagna segnata da forti pressioni per l’astensionismo, in cui il non voto è stato indicato come una soluzione. Eppure, 14 milioni di italiane e italiani hanno scelto di decidere, di esercitare il proprio diritto, di prendere posizione.
A Como, dove hanno votato circa 125.000 persone (pari al 27% dei 469.944 aventi diritto), abbiamo riportato al centro del dibattito pubblico i temi fondamentali del lavoro, della dignità, della sicurezza e della giustizia sociale. Nel nostro territorio abbiamo svolto quasi 300 assemblee, incontrando circa 14.000 lavoratrici e lavoratori. Abbiamo organizzato decine di banchetti, partecipato a numerosi incontri serali, diffuso materiali, parlato, ascoltato, discusso. È stata un’esperienza unica, di grande valore collettivo, che ci ha permesso di ottenere un risultato positivo per Como, costruito insieme a partiti, associazioni, cittadine e cittadini.
Ringraziamo tutte e tutti coloro che hanno camminato con noi in questo percorso, contribuendo con idee, impegno ed energia. Ci ritroviamo non vincenti, ma più consapevoli. Più ricchi di relazioni, partecipazione e voglia di cambiamento. Nei prossimi giorni analizzeremo con calma e attenzione i dati del voto, per capire meglio chi siamo riusciti a raggiungere e dove dovremo fare di più. Ma la risposta più straordinaria è quella che abbiamo vissuto sul campo: una presenza costante nei territori, nei luoghi di lavoro, attraverso le assemblee e le relazioni costruite.
È da lì che continueremo: con la forza della partecipazione, del confronto, del lavoro quotidiano. Perché il nostro impegno non finisce qui: continua con determinazione, per migliorare il mondo del lavoro, per conquistare diritti, per costruire un Paese più giusto.