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Como, tutte le foto del disastro Politeama. La relazione: “Parete a rischio crollo, fessure nelle fondazioni”

E’ dalla relazione dell’ingegnere Alessandro Morandi, direttamente collegata al progetto esecutivo di messa in sicurezza urgente dell’ex cineteatro Politeama, che emerge la tristissima e purtroppo avanzatissima condizione di degrado dello storico immobile in disuso.

Come noto, per ora il Comune ha messo a punto un intervento economicamente non troppo impegnativo, 35mila euro. Ma la situazione del gioiello abbandonato al suo destino (di proprietà per l’82% circa di Palazzo Cernezzi e per la restate parte sminuzzata tra vari privati) è davvero preoccupante.

Nulla meglio della relazione dell’ingegner Morandi spiega con esattezza il quadro sconfortante.

“Il danno che recentemente sta facendo preoccupare maggiormente – premette innanzitutto il professionista – riguarda la facciata ovest dell’immobile, in prossimità di una finestra, dove il dilavamento, provocato dall’acqua che tracima in modo importante dalla copertura, ha provocato il cedimento locale delle fondazioni e il collasso del voltino di una finestra”.

Ma non solo, perché dalla quella stessa causa originaria si è determinato anche “il crollo parziale del retrostante soffitto”.

E ancora: “In tale area, a causa del cedimento delle fondazioni, si sono aperte delle fessure di notevole dimensione, che in questo caso coinvolgono parti strutturali”.

In particolare, viene sottolineato come “i pilastri e le pareti di tamponamento in mattoni pieni sono lesionate e distaccate dagli elementi contigui”.

Decisamente allarmante il passaggio immediatamente successivo: “Tale situazione, unita al persistente dilavamento, sta portando al collasso/ribaltamento di tale parete con conseguenze non determinabili sulle parti strutturali adiacenti”

Peraltro, i rischi non sono soltanto legati alla compromissione definitiva o quasi del Politeama, ma anche al rischio che ulteriori cedimenti possano creare danni a terzi: “Allo stato attuale – segnala infatti la relazione di Morandi – si è appurato che oltre a quanto sopra esposto, l’immobile è interessato dal distacco di una porzione di facciata aggettante su una proprietà privata confinante denominata “Condominio Ex Casa Ponci” il cui amministratore è individuato nella persona del Rag. Pietro Sanfelice di Como”.

Qualche dettaglio in più: “La zona soggetta a cedimento riguarda una porzione di facciata facente parte di un piccolo ampliamento volumetrico compreso tra due sporti originari del fabbricato. Il distacco di detta porzione di muro è da attribuirsi ad un cedimento delle fondazioni portanti in quanto probabilmente sottodimensionate, ma certamente scollegate dalla costruzione originaria e soggette al dilavamento delle acque meteoriche provenienti dalla copertura non correttamente incanalate”.

“L’abbassamento del piano di fondazione dell’ampliamento – spiega ancora il professionista – ha causato la formazione di una serie di ampie fessurazioni (oltre mm. 5 di apertura) nei pilastri portanti e nelle murature d’ambito esterno causando il distacco di un voltino e lesionandone altri. Allo stato attuale, le lesioni descritte non interessano la struttura portante originaria del teatro, restando confinate unicamente nella sola porzione di ampliamento”.

Dunque, come si accennava in avvio, ecco gli interventi per cui il Comune ha messo a bilancio 35mila euro:

– Messa in sicurezza da eventuali futuri crolli la porzione di facciata del teatro prospiciente il
Condominio “Ex Casa Ponci”
– Chiusura ed impermeabilizzazione dei lucernai presenti in copertura e rappezzi sulla copertura
piana per evitare infiltrazioni d’acqua.

Cosa ne sarà in futuro, di quello che fu un vanto del mondo culturale comasco, beh, quello rimane un rebus assoluto.

Foto shock del Politeama, ci scrive il liquidatore Nessi: “Non solo lamentarsi ma agire insieme. A breve una proposta sostenibile”

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9 Commenti

  1. Dopo 15 anni di inerzia si legge. Bene chi paga i danni milionari, ripeto milionari di questa inerzia??? I politici di tasca loro ? Ahahahah…. Paga solo e sempre pantalone polentone. Prossima puntata “l’ex ospedale del San Martino e il suo meraviglioso parco”. Qui l’inerzia è trentennale o più.

  2. Forse non tutti sanno che da circa un anno , a seguito di un bando pubblicato anche sul sito del comune di como, abbiamo attivato un tavolo di coprogettazione con l’ obbiettivo di identificare soggetti e bisogni culturali della cittadinanza che potranno trovare soddisfazione in un progetto di ristrutturazione dell’edificio finanziariamente ed economicamente sostenibile.
    Al tavolo partecipano una ventina di associazioni comasche i cui rappresentanti stanno contribuendo a titolo gratuito alla identificazione del progetto di ristrutturazione e di gestione.
    Il.processo è stato attivato secondo la prassi europea per consentire la formazione di un paternariato pubblico-privato finalizzato all’accesso ai bandi europei.
    Nel frattempo si sta facendo il possibile per tenere in piedi la struttura ed abbiamo ottenuto , dopo 15 anni di inerzia, l’intervento del Comune per la messa in sicurezza della facciata ovest.
    A breve inizierà anche la raccolta di fondi attraverso proventi derivanti dalle affissioni pubblicitarie sulle impalcature che coprno le due facciate dell’immobile.
    Proventi che dovranno essere destinati agli interventi più urgenti sul manto di copertura secondo quanto concordato con la sovrintendenza ai beni culturali.
    È un bene della città di como che deve essere salvato in.primis dagli stessi cittadini di como.
    Oggi finalmente al di là delle solite polemiche posso dire che siamo riusciti a raccogliere intorno ad un tavolo cittadini che stanno fattivamente collaborando per trovare la soluzione del.problema.
    Sono personalmente convinto che a breve , quando verrà messa a punto una proposta sostenibile, l’amministrazione comunale in carica dovrà prenderla seriamente in considerazione .
    Confido nella presa di coscienza di tutti i cittadini comaschi ul fatto che per salvaguardare la nostra bella città non bisogna solo lamentarsi ma agire insieme
    Francesco Nessi
    Liquidatori della società del Politeama

  3. Soluzione del Rebus per i politici di oggi: svendere ad un prezzo irrisorio ad un gruppo immobiliare, magari già noto, un edificio pubblico che invece ha bisogno solo di un buon progetto (e della volontà di realizzarlo!) per tornare ad essere un luogo importante di identità culturale e sociale della intera città.
    Ma è la regia dell’Amministrazione pubblica, proprietaria del bene pubblico, che deve dare l’indirizzo politico e il programma civile per avviare il recupero del Politeama, altrimenti cosa ci sta a fare lì in Comune?
    A quel punto anche la partecipazione di altri investitori pubblici e privati sarà ammissibile e benvenuta.
    Se no, esistono da sempre i fondi europei per la Cultura e per la riqualificazione urbana, che a Como sono sempre stati snobbati…. ma solo per pigrizia, perché per ottenerli bisogna lavorare sodo e far lavorare gli Uffici pubblici preposti… è la stessa storia del grande edificio a U della Ticosa, di nostra pubblica proprietà, demolito nel 2007 (poco prima delle elezioni) dalla Giunta Bruni, senza alcuna ragione logica, solo per mostrare gli investitori che il Comune avrebbe svenduto l’area libera e disponibile ai loro interessi privati.

  4. Complimenti al tecnico che ha coraggio e capacità a firmare in quel luogo assurdo dove poi tutti ti scaricano visti episodi passati
    Non hanno vergogna i capi

  5. Dopo anni di abbandono e a quanto si legge di mancanza di ogni minima manutenzione ordinaria da parte del Comune ecco raggiunto l’ennesimo disastro. Un bene di proprietà per l 82% dei cittadini comaschi che senza una normale manutenzione perde valore in modo folle in una zona che al contrario vede negli ultimi anni grazie al turismo triplicare i valori immobiliari. Basterebbe che i nostri eroici amministratori pagassero di tasca loro il danno milionario arrecato a tutti i comaschi, perché il bene è per 82% del comune, per la mancata manutenzione ordinaria affinché non si potessero ripetere simili situazioni. Prossima puntata sarà l’ex ospedale San Martino anch’esso abbandonato e in attesa che si sfondino i tetti e marcisca tutto per poi gridare al disastro.

    1. Complimenti! Commento davvero produttivo e pieno di opportunità per chi vuole appropriarmene a basso prezzo.

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