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FOTO Stadio Sinigaglia: sarebbe un monumento vincolato ma l’esterno è da Serie Incubo

Mentre si riaccendono i riflettori (mai realmente spenti) sullo stato in cui versa l’Asilo Sant’Elia, capolavoro razionalista di Giuseppe Terragni oltre che scuola materna chiusa da troppo tempo, in città c’è un altro monumento della stessa epoca che cade a pezzi. Letteralmente.

È lo stadio Sinigaglia, un luogo che ridurre a semplice campo di calcio non solo non rende merito alla città che lo ospita ma non lo rende neppure a quello che, volenti o nolenti, è a tutti gli effetti: un monumento quasi centenario (fu inaugurato nel 1927), uno dei primi esempi di architettura razionalista in Italia vincolato dalla Soprintendenza e già sufficientemente massacrato dai numerosi interventi di adeguamento che si sono succeduti nel tempo che ne hanno stravolto l’identità.

Mentre all’interno fervono i lavori per l’allestimento del nuovo terreno di gioco in vista del prossimo campionato di Serie B, infatti, fuori dai cancelli il povero stadio dà uno spettacolo di sé indegno.

Muri scrostati, vetri rotti, porte arrugginite, le ormai storiche tapparelle rotte ma anche marciapiedi esterno “effetto bombardamento” e chi più ne ha più ne metta: un’incuria ingiustificabile per quello che è, a tutti gli effetti, un monumento tutelato dalla Soprintendenza.

E a poco servono gli slogan di chi invoca “Portatelo fuori città” né valgono le richieste della Federazione per adeguarlo alla nuova Serie. Perché, anche se si costruisse un nuovo modernissimo impianto chissà dove (sognare non costa niente, dopotutto) e anche se arriveranno le nuove sedute, la nuova illuminazione, il nuovo terreno e persino un nuovo settore e dentro sarà tutto perfetto, fuori la situazione è questa ed è indegna di una città che si declama “patria del Razionalismo”.

E’ indegna della vocazione turistica di quella zona (che già può contare l’eterno cantiere del muro crollato all’hangar e l’aiuola trasformata in deposito materiali) ed è indegna di un’eredità che dovrebbe essere un vanto, non un peso.

Qui nell’attesa di spostamenti, progetti faraonici, parcheggi sotterranei e chi più ne ha più ne metta si tratta semplicemente di mettere mano a cazzuola, pennello e asfalto per ridare dignità a un monumento cittadino, lo “stadio più bello del mondo” (così lo definì il giornalista sportivo Gianni Brera) in riva al “lago più bello del mondo” abbandonato all’incuria più inspiegabile del mondo.

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2 Commenti

  1. Chi sono gli assessori responsabili?
    Sindaco lei può essere d’aiuto?
    Scempio del povero Sinigaglia. Ormai il monumento degli anni ’20 del secolo scorso non resta nulla se non la facciata della via omonima: se la proprietà ha il grano sistemiamolo

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