Che non si fosse mai sentito un “comune consigliere” lo si intuì già poche settimane dopo l’elezione in Comune a Como. Ora, ecco la sostanziale autopromozione a (quasi) assessore alla Cultura.
Il protagonista è l’esponente della lista civica “Insieme per Mario Landriscina”, Franco Brenna. Notissimo dentista, raffinato cultore d’arte e cultura, Brenna è da sempre tra i favoritissimi del sindaco. Tanto è vero che praticamente tutti i ruoli di un certo peso da distribuire tra i consiglieri della lista civica sono andati a lui: capogruppo e presidente della Commissione Cultura.
Un ruolo, quest’ultimo, preso tremendamente sul serio da Brenna. Che nei 12 mesi in cui è stato lo stesso sindaco Landriscina a mantenere la delega alle politiche culturali, di fatto è stato il vero assessore alla partita tra accoglienze vip (Vittorio Sgarbi, esattamente un anno fa), sopralluoghi per grandi mostre (a Villa Olmo con la sorella del critico, Elisabetta Sgarbi), presenze a inaugurazioni e incontri.
Poi, l’estate scorsa, la scelta del sindaco di individuare un vero e proprio assessore alla Cultura, cioè Simona Rossotti. Ed è qui, però, che emerge la novità bizzarra.
Nello stesso corridoio al piano terra, palazzina antistante l’Anagrafe, è spuntato nientemeno che un ufficio tutto suo, per Brenna. Naturalmente, proprio accanto a quello dell’assessore Rossotti, dove il consigliere pare abbia già ricevuto visite e svolto colloqui.
Un’anomalia che non risulta avere precedenti storici, poiché comunque sempre di un consigliere comunale si tratta, al di là della presidenza di Commissione (e peraltro nessun consigliere né presidente di altre commissioni ha un ufficio dedicato con tanto di targhetta, privilegio riservato a sindaco, assessori e presidente del consiglio).
Di fatto, dunque, Brenna si è autopromosso a (quasi) decimo assessore.
3 Commenti
Concordo pienamente con Legnani. Se me l’avessero racconta non ci avrei creduto. E’ bene ricordare che a norma di legge il presidente di una commissione è esattamente un consigliere comunale come tutti gli altri, nulla di più, nulla di meno. A prescindere da chi sia, un ufficio esclusivo è pura follia, ma evidentemente non c’è limite alla rozza all’improvvisazione di questi amministratori.
Se non ci fossero le fotografie, sarebbe una notizia difficile da credere! Ad un presidente di commissione viene assegnato un ufficio… mai successo in tutta la storia del Comune di Como. E perché no, allora, anche la segretaria personale, un telefono, magari cellulare, un computer, l’auto blu e pure l’austista? E come si giustifica tutto ciò considerando che non ha alcuna funzione rappresentativa del Comune? Sarebbe interessante sapere cosa ne pensano i fustigatori dei costumi che prima sedevano in minoranza, ed ora sono in maggioranza ed in Giunta. Non hanno nulla da dire al riguardo?
Un’opposizione seria per una cosa del genere l’avrebbe già fatto dimettere. Diano un ufficio a tutti i consiglieri, allora. E’ una forzatura da corte dei conti