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Un incubo burocratico (e politico?), John è ancora senza Carta di Identità. Fanetti: “Una porcata”

Roba che nemmeno Kafka nei suoi labirinti più avviluppati, sul serio.

La storia di John è una specie di incubo burocratico (o precisa volontà politica?) sul quale però pesa una decisione più che chiara, arrivata dal tribunale di Como nei giorni scorsi.

John (nome inventato) è un cittadino extracomunitario richiedente asilo (è in attesa dell’esito, dopo il tradizionale colloquio in Commissione Territoriale) che da tempo tenta, nel pieno dei diritti garantiti dalla Costituzione italiana, di ottenere l’iscrizione all’Anagrafe comasca e quindi la Carta di Identità.

Non un capriccio, non “solo” la legittimità di una ragione ma la condizione necessaria e vincolante per ottenere un lavoro.

Il tribunale di Como è stato chiaro: Palazzo Cernezzi deve concedere quei due pezzi di carta a John per evitare un “grave e irreparabile danno”, parola del giudice Agostino Abate. Carta che vale oro, vita, insomma.

Ne abbiamo parlato ampiamente nei giorni scorsi. Qui ampi stralci della decisione che peraltro bacchetta l’amministrazione cittadina:

John vince la sua battaglia: è il primo richiedente asilo iscritto all’anagrafe di Como. Nonostante Salvini 

Niente da fare. Palazzo di Giustizia ha parlato ma il Palazzo politico, al momento un muro di gomma, resiste:

John vince in Tribunale, ma l’Anagrafe rinvia l’iscrizione. L’avvocato: “Così rischia il lavoro” 

Il tempo è poco. Se dal Comune qualcuno dice “ci hanno dato 15 giorni” è pur vero che il dispositivo del togato dice una cosa lievemente, ma sostanzialmente, diversa:

Interpretazioni a parte, John ha bisogno dei documenti a brevissimo. Sono necessari, anzi vincolanti, per ottenere lavoro. “Il mio cliente – ci spiega il legale dell’uomo, l’avvocato Antonio Lamarucciola – ha rappresentato l’urgenza di ottenere l’iscrizione per le medesime ragioni esposte nel ricorso: la necessità del certificato di residenza per la conversione della propria patente di guida emessa dalla Confederazione Elvetica e per ottenere un nuovo contratto di lavoro stabile (l’agenzia che procede all’assunzione ha richiesto anche in quel caso il certificato di residenza entro il 25/7)”.

“La domanda di iscrizione non è stata evasa nemmeno venerdì mattina da parte dell’ufficio anagrafe (qui); il dirigente Giovanni Fazio non era disponibile al colloquio con la mia collaboratrice, dagli uffici hanno spiegato che la Giunta aveva discusso del caso e che era in attesa delle decisioni dell’ufficio legale. La mia collaboratrice ha così ottenuto di parlarne con un funzionario che tuttavia non le ha riferito una data precisa per ottenere l’adempimento all’ordinanza del Tribunale di Como (vi sono i 15 giorni previsti dall’ordinanza), pur riservandosi il Comune il diritto di proporre reclamo”.

Il legale (che peraltro è presidente dell’Osservatorio giuridico per i diritti dei migranti), evidenzia l’aspetto politico della vicenda: “Ho avuto conferma dalla stampa locale, nella fattispecie l’intervista all’assessore sig. Pettignano sul Corriere di Como di sabato scorso, che la Giunta è in attesa di ricevere la relazione dall’ufficio legale, confermando, di fatto, che la decisione sulla richiesta di iscrizione anagrafica del mio cliente debba essere presa dalla Giunta sulla scorta della relazione dei legali. Premetto che non comprendo le ragioni per le quali una vicenda amministrativa come la semplice iscrizione anagrafica debba dipendere da una conferma dell’organo politico chiamato a ben altri compiti, credo, in tema di amministrazione della città. Ad ogni modo ne prendo atto ma ho ribadito l’urgenza della richiesta di iscrizione anagrafica del mio cliente sia sotto il profilo giuridico sia soprattutto sotto il profilo umano”.

Così oggi un nuovo, tentativo di gettare un ponte: “Con la raccomandata via pec che ho inviato all’ufficio legale, ho pertanto chiesto cortesemente di comunicarmi i tempi dell’adempimento all’ordinanza del 17 luglio del Tribunale di Como così da poter concordare quanto prima con il mio cliente un nuovo accesso presso gli uffici comunali per definire l’iscrizione anagrafica, al fine di evitare al mio assistito il pericolo di perdere l’ennesima occasione di lavoro stabile, e quindi entro il giorno 24/7”.

La vicenda approderà anche in consiglio comunale. Questa sera il capogruppo Dem, Stefano Fanetti, promette battaglia e tuona: “E’ una porcata. E’ una cosa che non sta né in cielo né in terra, la politica non può intervenire. Il tribunale ha deciso e gli uffici devono agire. E’ una invasione di campo inspiegabile e strumentale”.

EDIT 18.18

Interviene l’assessore ai Servizi Anagrafici, Franco Pettignano. “La materia è passata al settore legale, hanno 15 giorni di tempo per valutare la cosa e per decidere cosa fare: se passare per la giunta o altro”.

Assessore, non è esatto, il giudice dice che entro 15 giorni devono iscrivere John all’Anagrafe.
Non entro nel merito del lavoro degli uffici o della decisione del giudice

Ma senza Carta di identità John perderà la possibilità di un lavoro.
Non è colpa mia, la normativa è particolare. Nel tempo disponibile gli uffici decideranno se sì o no.

Ma gli uffici non devono avallare la decisione di un giudice, devono eseguirla. Poi vostro diritto ricorrere, ma è altra strada.
Non entro nel merito, ripeto.

 

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4 Commenti

  1. Incapacità, vigliaccheria, ignoranza. Gli unici termini che qualificano questa vergognosa situazione, dove la colpa è (come al solito) tutta e solo del comune di Como.

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