Mobilitazione generale contro la tassa sulla salute per i frontalieri, balzello che potrebbe colpire i lavoratori con un minimo di 30 euro e un tetto massimo di 200 euro al mese. Il provvedimento – di cui si discute ormai da mesi, ma del cui destino nulla di certo ancora si sa – continua a far discutere.
E così il prossimo 15 febbraio a Varese ci sarà una manifestazione per ribadire il “no” a questa tassa pensata per coprire, in parte, i costi della sanità nella fascia di confine.
Ovvero per recuperare somme da destinare al personale medico e per gli infermieri che decidono, nonostante le offerte e gli stipendi nettamente migliori, offerri dalla Svizzera, di rimanere in Italia a lavorare.
Per tutto il 2024 la tassa sulla sanità (qui tutti gli approfondimenti), è rimasta nel limbo: questo perchè per applicarla in Italia c’è bisogno di avere dai diversi cantoni svizzeri, a partire dal Ticino dove si concentra il maggior numero di frontalieri, i dati fiscali dei vecchi frontalieri. Dati che però la Svizzera non fornisce.
In attesa di uno sviluppo su tale fronte, si è anche ragionato sul fatto di imporre un contributo ad adesione volontaria con la minaccia di raddoppiarlo a quanti verranno scoperti dalle autorità.
Sull’immiente manifestazione è intervenuto anche Giuseppe Augurusa della Cgil Frontalieri. «Ci prepariamo a manifestare contro questo balzello che è a tutti gli effetti un tributo – ha detto in un’intervista a Varesenews – Già nel 2016 c’era stato un tentativo di tassare in Italia i frontalieri con un’interpretazione particolare dell’accordo sui ristorni. Si diceva che, visto che i ristorni non coprono i costi della sanità sostenuta solo dall’Irpef, questi devono pagare come fanno i lavoratori all’estero. Una lettura che eravamo riusciti a bloccare dimostrando che i ristorni coprono i costi sostenuti dalle diverse istituzioni per i servizi di cui usufruiscono questi lavoratori. Al momento, Regione Lombardia non ha ancora adottato tale normativa. Solo se ci sarà questo atto i frontalieri dovranno autodenunciarsi. Ma noi siamo pronti a impugnare l’eventuale normativa davanti alla Corte Costituzionale »
Sarà presente in piazza, il 15 febbraio, anche l’Associazione Frontalieri Ticino, che attraverso Massimiliano Baioni e Mattia Cavallini, rispettivamente presidente e vicepresidente, si oppongono all’introduzione della cosiddetta “tassa sulla salute”, definita iniqua e dannosa per lavoratori e famiglie.