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Frontalieri uniti in massa: “Siamo sotto attacco, stop tassa sulla salute. Ecco il ricorso possibile per annullarla”

Sì alla piena applicazione della legge sul lavoro frontaliero. No alla nuova tassa sulla salute, altrimenti saremo pronti a reagire”. Lo slogan ripetuto a più non posso, ha caratterizzato l’affollatissima assemblea pubblica internazionale dei frontalieri italiani in Svizzera di tutti i territori confinanti che si è svolta questa mattina a Varese.

Chiare le intezioni alla base della riunione, espresse senza timore alcuno ma rafforzate da un unione di intenti. Oltre ai tantissimi lavoratori, in arrivo da Sondrio al Piemonte, le organizzazioni sindacali italo svizzere (CGIL, CISL, UIL, UNIA, VPOD, OCST, SYNA).

“Quella che stiamo affrontando è una battaglia generale. La prima riunione svolta a Como lo scorso mese di maggio ha segnato un punto di non ritorno – ha detto Giuseppe Augurusa della Cgil frontalieri – alla solitudine del lavoro frontaliero che ora è sempre più un tema collettivo. Incredibile vedere come dopo tanti sforzi si siano raggiunte delle regole condivise e ora si vuole cambiare tutto”.

Tanto che in poche settimane il Governo “ha smontato tutto, inserendo, ad esempio, la tassa sulla salute che non è un contributo come si vuol far passare. E dopo averla prevista, non sapendo come metterla in pratica hanno parlato dell’autocertificazione da parte dei frontalieri che dovrebbero dire quanto guadagnano e quanto dovranno pagare. Impossibile. I frontalieri sono una categoria sotto attaco. Trattando così i lavoratori frontalieri si sottintende che ci potrebbero essere 90mila evasori potenziali”, aggiungono Augurusa e Marco Contessa della Cisl.

Insomma tale tassa viene definita all’unanimità dei sindacati “inefficace e illegittima perchè viola il diritto universale di garanzia dei servizi sanitari di base, gli obblighi internazionali, e viola poi il principio della doppia imposizione. Non si esiterà a porrre la questione di incostituzionalità in tribunale“, hanno  detto tutti all’unisono.

Diretti e pronti a sfidare oltreconfine le polemiche su frontalieri, dumping salariale e le accuse di dare la preferenza ai lavoratori italiani (pagati meno) rispetto agli svizzeri, erano presenti anche i sindacati svizzeri. Chiarissimo Giangiorgio Gargantini di Unia. “Noi siamo da sempre al fianco dei lavoratori frontalieri. Certo ognuno ha la propria Lega (il riferimento è alla Lega dei ticinesi da sempre ostile verso i frontalieri) e quindi lottiamo da tempo. Ma siamo qui a sostenere (alle dichiarazioni si è unito anche Andrea Puglia di OCST), tutto quanto è stato detto e a dare il nostro contributo”.

Pancrazio Raimondo Uil frontalieri  “Sono in tanti a non sapere bene cosa sia il lavoro dei frontalieri. Pensano che sia solo positivo per gli stipendi svizzeri. Ma non è così. Inoltre il Governo dovrebbe ben sapere che quanto guadagnano in Italia questi lavoratori ammonta a 5 miliardi di euro che poi i frontalieri spendono in Italia. Dobbiamo andare avanti con il nostro lavoro di sostegno ai lavoratori e ai comuni di frontiera”.

Tanti i politici in sala, dal senatore del Pd Alessandro Alfieri a consiglieri regionali come Samuele Astuti (Pd), e il presidente dell’associazione comuni di frontiera Massimo Mastromarino. A prendere la parola poi il sindaco di Varese Davide Galimberti. “La sensazione è che qualcuno pensi ai territori di frontiera come territori privilegiati e allora, pensano sempre, non ci siano problemi a togliere tali privilegi. Non è così. A Varese sono 3mila i frontalieri e dobbiamo garantire servizi adeguati. Insomma quanto il Governo sta facendo non ha senso e si devono fermare. Questo perchè l’intenzione di tali mosse è chiaro: derogare accordi già scritti. E ciò non è possibile”.

In sala anche Luca Gaffuri del Caf regionale Uil. “L’ accordo del 2023 sui frontalieri aveva un obbiettivo: evitare la doppia imposizione ma con la volontà del Governo italiano e di Regione Lombardia di istituire la Tassa Salute si vuole tassare 2 volte i frontalieri .È una violazione di un accordo internazionale ed è del tutto illegittima. Autocertificazioni, sanzioni, non riconoscimento del medico di base, non riconoscimento della maggiorazione Naspi. Insomma semplicemente quello che Governo e Regione Lombardia dicono è che i frontalieri sono degli evasori . Un vero caos”.

Alla fine è stata presenta e sottoscritta una risoluzione comune da sottoporre alle istituzioni.

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