(Tutte le immagini tratte da comune.garzeno.co.it)
C’è anche il comune comasco di Garzeno tra i centri abitati osservati speciali dal Centro di monitoraggio geologico (Cmg) di Arpa a Sondrio nell’ambito della prevenzione di gravi dissesti idrogeologci.
Se ne è occupato il quotidiano “la Repubblica” (con questo lungo articolo) che ha preso in esame alcuni dei paesi definiti “che si muovono” perché costruiti in tutto o in parte su terreni franosi o derivanti da frane.
Garzeno (poco meno di 700 abitanti), in questo ambito, rientra a pieno titolo: la frazione di Catasco, con i suoi circa 120 residenti, è infatti stata costruita sopra una frana di oltre 25 milioni di metri cubi e i terreni, benché lentamente, continuano a produrre movimenti e assestamenti che si riflettono sulle abitazioni.
Lunga l’intervista rilasciata dal sindaco di Garzeno, Eros Robba, a Repubblica.
“I primi rilievi inclinometrici effettuati da Regione Lombardia qui da noi risalgono al 1998, quindi siamo ben consapevoli della situazione, anche se la mia amministrazione è iniziata solo nel 2019 – spiega il sindaco Eros Robba – La popolazione di Catasco è composta per lo più da persone anziane, che sono abituate a fare i conti con i movimenti della frana”.
“I cittadini sono i primi a tenere d’occhio con estrema attenzione le crepe sui muri delle loro case per cogliere eventuali allargamenti e c’è chi ogni due anni circa deve effettuare opere di manutenzione sui caloriferi che si staccano dalle pareti – ha spiegato ancora Robba al quotidiano- Il monitoraggio è indubbiamente utile, ma qui servirebbero anche interventi strutturali di cui non possiamo farci carico da soli”.
I numeri analizzati dal Centro di monitoraggio geologico di Arpa sono impressionanti.
“La frazione è infatti interessata da movimenti sia superficiali sia profondi con conseguente lesionamento degli edifici – riporta Repubblica – Il volume stimato della massa in movimento è di circa 25 milioni e 500mila metri cubi. A partire dal 2016 la strumentazione topografica ha registrato movimenti da uno a tre centimetri all’anno, confermati dai periodici rilievi radar da terra.
“Si tratta di un movimento che avviene in profondità. Non ci sono segni evidenti, come per esempio edifici abbattuti o masse di terra in giro, ma dal 1997 a oggi questa situazione continua a provocare piccoli problemi alle abitazioni – continua il primo cittadino – Per ora la zona interessata è quella della cintura bassa della frazione di Catasco, ma il rischio è che un’eventuale riattivazione della frana possa estendersi fino all’abitato di Garzeno”.
L’inchiesta si conclude con un altro aspetto della vicenda, ossia l’erosione su quegli stessi territori causata dall’acqua, dato che Catasco si trova 100 metri sopra l’alveo del torrente Albano, a una quota di 500 metri sul livello del mare.
“Servirebbero lavori di consolidamento e drenaggio e andrebbe rafforzato l’argine del torrente – ha concluso il sindaco Robba nell’intervista – Fortunatamente possiamo contare sull’importante lavoro di prevenzione dei tecnici dell’Arpa e di recente siamo stati coinvolti in un progetto pilota della Protezione civile. Seguiamo attentamente l’evolversi della situazione, ma sapere che c’è questo movimento ci fa stare sempre con il fiato sospeso”.