Dopo anni di attesa, rallentamenti e impicci, partirà domani, 15 febbraio, il cantiere per il rifacimento dei giardini a lago di Como. Ecco come diventeranno nelle parole del progettista Gianni Artuso, intervistato da ComoZero Settimanale, lo scorso 26 gennaio.
Addio a decine di alberi, addio ai giochi, addio al trenino smontato in questi giorni e addio a tutto quello che rappresentano i giardini a lago di Como per moltissime persone. Praticamente il cantiere al via entro metà febbraio, agli occhi di qualche comasco assomiglia sempre più a un colpo di spugna che cancellerà per intero memorie e affetti piuttosto che a un’occasione per ripensare a uno degli spazi più preziosi di Como. A fare da scintilla, inoltre, ci si era messa una frase del progettista, l’architetto Gianni Artuso, che proprio sulle pagine di ComoZero aveva dichiarato che i nuovi giardini sarebbero stati “meno bosco e più prato”, affermazione seguita di lì a poco, del tutto casualmente in effetti, dall’abbattimento di un discreto numero di alberi malati o pericolanti. E se a questo aggiungiamo le immagino del trenino e del chiosco smontati in questi giorni ecco che l’effetto malinconia è completo, con tanto di timore sull’aspetto futuro di un parco che è nel cuore di tutti.
Perché se è vero che il progetto è noto da tempo, è altrettanto vero che tra varianti e cambi di amministrazione sono passati anni (il primo rendering risale ancora alla giunta Lucini) e ora che si è a un passo dall’apertura ufficiale del cantiere ai comaschi tremano un po’ i polsi, come sempre succede quando si è di fronte a cambiamenti radicali di ciò che ci è più familiare. Abbiamo quindi chiesto proprio all’architetto Artuso, che con il professor Valerio Morabito, l’agronomo Marco Giorgetti e lo studio La Mercurio di Como, ha firmato l’ultima variante del progetto, di chiarire i punti più “caldi” del prossimo cantiere.
Gli alberi
“Mi sono reso conto solo dopo che la mia affermazione ‘meno bosco e più parco’ avrebbe potuto creare qualche fraintendimento e qualche preoccupazione tra i lettori, ma la realtà è ben diversa da come qualcuno teme – spiega – la prima premessa da fare, però, è che noi abbiamo ereditato il progetto definitivo e, nonostante io ritenga che quest’area avrebbe meritato qualcosa in più, abbiamo solo avuto l’incarico di aggiornarlo senza alcuna possibilità di modifiche sostanziali”.
Modifiche che però, almeno per quanto riguarda il verde, non sono in effetti da poco: “Per quanto riguarda le alberature, la nostra variante di progetto, con il supporto del nostro agronomo, ha ridotto notevolmente gli abbattimenti previsti inizialmente limitandosi all’eliminazione di una cinquantina di piante, molte già malate e a rischio di caduta e altre di pregio pari a zero”, chiarisce.
Nessun albero secolare e in salute a rischio, quindi, ma anzi l’idea di riqualificare il parco anche dal punto di vista del verde e, di conseguenza, anche della sicurezza: “L’idea di realizzare la cosiddetta Battery (la struttura che troverà posto nella zona dell’attuale pista delle macchinine e destinata ad ospitare un bar, una biblioteca e uno spazio espositivo Ndr) prevede necessariamente l’abbattimento di alcune piante – prosegue Artuso – ma il progetto prevede anche la piantumazione di quasi una trentina nuovi alberi di pregio, come gli ippocastani, e un complessivo alleggerimento del verde che renderà l’area più luminosa e sicura anche di notte, senza che venga percepita una sensazione di svuotamento del parco”.
I giochi
Abbattuto il minigolf, smontato l’amatissimo trenino e in fase di smontaggio anche la giostra e i tappeti elastici. Che fine farà l’area giochi, sicuramente bisognosa di sistemazione, ma tanto amata da generazioni di bambini? “Il progetto prevede il restauro dei giochi in cemento ideati da Luisa Aiani Parisi mentre, invece, il piano economico non prevede l’acquisto di nuove strutture che si è ipotizzato potessero essere acquistate con quanto risparmiato con il ribasso d’asta – spiega il progettista – queste però sono decisioni che spettano esclusivamente all’amministrazione. Quel che è certo è che l’attuale area giochi diventerà uno spazio aperto, dedicato al relax o ad eventi mentre l’area per i più piccoli sarà prevista nell’anello superiore, dove ora si trova la locomotiva che verrà spostata di qualche metro, verso viale Rosselli”.
E mentre il minigolf non verrà sicuramente ripristinato, non c’è ancora nessuna certezza per quanto riguarda le giostre e lo storico trenino: “Sicuramente il progetto non prevede la ricollocazione di queste attrazioni ma nulla esclude che possa essere trovato uno spazio per farle tornare – chiarisce il progettista – anche questa è una decisione che spetta all’amministrazione, ma non escludo che si possa almeno ipotizzare il ritorno del trenino che vedo essere molto amato dai comaschi”.
I reperti
Buone notizie anche per quanto riguarda i tanti reperti che ora giacciono, senza alcuna valorizzazione, nella zona dei giochi e tra le palme, a cominciare dall’amatissimo “sassone” accanto alle giostre per finire con la maschera che compare sulla fontana di sassi, che come previsto verrà abbattuta: “Collocati come lo sono oggi, questi reperti sono difficilmente percepiti come preziosi e rischiano di essere vandalizzati, è prevista una sorta di area museale dove verranno raccolti e valorizzati”, spiega infatti Artuso.
I tempi
Tasto dolente di quasi tutti i cantieri comaschi, anche nel caso dei giardini a lago le premesse fanno giustamente paura a molti che temono uno stillicidio senza fine come quello del vicino lungolago. Dopo la mancanza di documenti dell’azienda che aveva vinto l’appalto, con conseguente slittamento dell’avvio dei lavori fissato per lo scorso giugno, si è passati infatti all’esclusione della seconda ditta fino all’assegnazione dei lavori, a dicembre del 2023, a una ditta siciliana che avrebbe dovuto dare il via al cantiere lo scorso 19 gennaio, ma così non è stato. “Se tutto va bene, speriamo di poter iniziare ai primi di febbraio – spiega Artuso – si prevede un anno di lavori, quindi con la consegna dei giardini nei primi mesi del 2025. Quel che è certo è che interverremo nella zona verso lo stadio solo a campionato fermo per mantenerla come zona-filtro così da permettere di continuare a gestire entrata e uscita dei tifosi durante le partite anche a lavori in corso”.
15 Commenti
Piantumazione con ippocastani che (vedi viale Rosselli) rapidamente si ammalano TUTTI per una malattia foliare che li spoglia delle fogli già a mezza estate
Che preveggenza! Che attenzione!
Ciao Caro Luigi sono una tua compagna di classe delle medie Orsola Sailis appoggio il tuo modo di pensare un caro saluto….ricordo anche Mariagrazia Bianchi e ultimamente ho rivisto parecchi compagni…Roscio Giovenco Bisogno Mazza ecc. Buona continuazione
Abbattere alberi è ok se sono malati ma vanno ripiantumati
Come rovinare la Storia di Como……cosa diventa Miami Beach……perché la passeggiata lungo Lago è bella?la vera bellezza di Como resterà solo sui libri di fotografie.
Che dolore che tristezza che schifo! Un luogo meraviglioso lasciato x anni in mano alla delinquenza e spaccio di stranieri, ora abbattuto, con i suoi alberi e ricordi di 3 generazioni di comaschi che amano quel posto
Inaudito. Gli architetti (escluse rare eccezioni) fanno solo danni , e se poi girano mazzette lo schifo è compiuto. Nulla di nuovo sotto il sole. E i comaschi non si RIBELLANO e accettano tutto. VERGOGNATEVI anche voi.
Hai perfettamente ragione ,è un grande dolore vedere come saranno stravolti i nostri amati giardini dove abbiamo giocato da piccoli… Io però- insieme a tanti singoli e associazioni- mi sono opposta aderendo a petizioni e raccolta firme ,quindi non è vero che non ci siamo ribellati! Ma pare che sia servito a ben poco…..Anche questo addolora molto!!! Il parere di noi cittadini non conta nulla!
Abbattere 50 piante non è poco, e non basta mettere degli alberelli giovani che faranno ombra tra 30 anni. Si rischia la spianata calda e opprimente. Ma con che testa si tolgono piante in una città che ha già poco verde??
Oggi andrò contro corrente.
Vi sono lamentele che hanno senso, altre no. L’innovazione a volte desta perplessità in fase di progetto. Tuttavia, a realizzazione completata, i peggiori detrattori spesso diventano estimatori. La Città merita di essere valorizzata e modernizzata. Ben vengano le scelte coraggiose che rendano più fruibili e sicuri i suoi contesti di pregio. Speriamo che quella dei Giardini a Lago non sia, come altre volte accaduto, un’occasione persa.
Sig Artuso con che coraggio ha firmato un progetto se non ne era convinto? Si rende conto che così i giardini a lago sono stati completamente stravolti? Non era sufficiente ripulirli rifare i vialetti l’asfalto della pista di pattinaggio del mini golf i bagni pubblici degni di questo nome? Che cosa c’è sotto il tettoione? Mah sempre manie di grandezza e pico buon senso
Togliere i giochi per i bambini è davvero una tristezza immensa,cara amministrazione fate tutto per i turisti ma per i Comaschi???? Vergogna
Dalle foto si ricava la scala facilmente e si confermano, tragicamente, i 40 e più metri di lunghezza della tettoia e 10-12 netri di larghezza. Un ECOMOSTRO assurdo tra l’altro SICURAMENTE costruito con tantissimo CEMENTO in un luogo dove, tra non molto andremo su Marte, la BIOARCHITETTURA dovrebbe essere la REGINA assoluta anche per ONORARE la memoria dei GENI ASSOLUTI DI TERRAGNI E SANT ELIA.
Sarà un manufatto inguardabile poiché con uno stile VECCHIO, DATATO e PESANTE.
CHE TRISTEZZA, CHE PENA!!
Zero giochi per i bambini in un luogo che ha visto giocare tre generazioni di comaschi. Mia figlia, 6 anni, alla notizia che hanno tolto ANCHE questi giochi (dopo quello del lungolago/Zambrotta e quelli di piazza San Fedele, resi per bambini di 2 anni) con faccia triste e rassegnata mi fa: e dove andremo noi bambini a giocare? (Storia VERA)
In città si passa dai giochi per bimbi di tre anni allo skate park. Como diventerà incubatrice dei prossimi campioni di skaters. E chi non praticherà questo sport evidentemente si drogherà. Facciamocene una ragione.
i prati saranno calpestabili?
Solo con le pattine