“La cerimonia della Giornata della Memoria assume un significato particolare se celebrata in un luogo di studio pieno di giovani. Una commemorazione che deve essere sobria e contenere due sfaccettature: l’obbligo di stringerci attorno a chi ha subito questa immane tragedia e tenere viva la memoria affinché tutto questo non si ripeta. Più anni passano più è alto il rischio che il ricordo si appanni e questo non deve accadere”.
Le parole del Prefetto Ignazio Coccia risuonano nell’auditorium della Biblioteca comunale dove sono state consegnate le Medaglie d’Onore, conferite dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, ai militari comaschi deportati o internati nei lager nazisti e ai familiari dei deceduti (pubblichiamo l’elenco dettagliato degli insigniti in fondo all’articolo).
“Sono vicina ai premiati e ai giovani che dovranno prendere il testimone di questa tragedia – ha sottolineato Angela Corengia, Assessore con deleghe alle Politiche Educative – Liliana Segre dice che la Shoah verrà dimenticata, perché la storia è così. Invito i ragazzi a non farlo”.
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Una riflessione anche dal vicepresidente della Provincia Di Como Mirko Baruffini che ha invitato a riflettere sul valore della memoria affinché diventi strumento per costruire un’Europa di pace “Senza muri e fili spinati”.
La paura che questi eventi smettano di interrogarci è il quesito che si pone il dirigente dell’ufficio scolastico della Provincia di Como Roberto Proietto che chiede, attraverso la testimonianza di Liliana Segre, di combattere l’indifferenza: “Quali sono i muri e i fili spinati che vengono alzati e ci sembrano normali? Essere uomini significa saper dire no”.
E fu proprio questo dire no, rimarca Valter Merazzi, presidente del Centro studi schiavi di Hitler, che portò ai lager nazisti i tanti militari internati: “Poco è stato fatto per loro dalle scuole a dalle amministrazioni – rimarca Merazzi prima della visione del video Racconti di cernobbiesi nei lager nazisti – Come i mancati risarcimenti per non creare conflitti nei rapporti con la Germania. Credo si possa fare di più”.
Emozionati e impegnati i tanti ragazzi presenti, rappresentati dal vicepresidente della Consulta provinciale degli studenti Francesco Restelli e dagli studenti dell’istituto “Magistri Cumacini” Gianmarco Caracciolo e Sergio Giangrande che hanno mostrato un video, realizzato da loro, con immagini grafiche e frammenti video della casa di produzione Pathè, dove emerge la fusione tra Dante e Primo Levi suggerendo la somiglianza tra gli ignavi del primo e le “persone grigie” del secondo.
Per quanto riguarda le onorificenze, la Medaglia d’Oro al Merito Civile, con decreto del Presidente della Repubblica del 2018, è stata assegnata alla memoria di Giuseppina Giovanna Panzica, e ritirata dalla figlia Rosaria Luca, la cui storia è ampiamente raccontata nel numero settimanale di ComoZero.
Molti i membri della comunità ai quali è stato tributato un lungo applauso commosso che ha riempito la sala.
Arturo Bignucolo, unico superstite, di Inverigo è stato deportato dall’8 settembre del 1943 all’8 maggio 1945 e internato nel campo di prigionia di Konigsberg.
Tre, invece, i comaschi.
Berardo Campomagnani, deportato dal 9 settembre 1943 all’8 maggio 1945 e internato nei campi di prigionia Stalag III A a Luckenwalde e Stalag III D Lager 886 a Berlino, dove svolgeva lavoro obbligatorio alla DMW Reinicken.
Umberto Albonico, deportato dal 9 settembre del 1943 al 1 maggio del ’45 e internato nei lager tedeschi.
Giuseppe Castiglione, deportato l’8 settembre del ’43 e internato a Dorsten e Velbert in Germania.
L’elenco continua abbracciando il territorio.
Umberto Longoni, di Arosio, deportato dall’8 settembre del ’43 al 18 luglio del ’44 e internato a nel campo Stalag XI B in Germania.
Luigi Travi, di Domaso, deportato dal 9 settembre del ’43 al 1 maggio del ’45 e internato nel campo di Stammlager XIII D in Germania.
Francesco Tozzi, di Limido Comasco, deportato dal 12 settembre del 1943 all’8 maggio del ’45 e internato in Germania.
Luigi Minatta, di Pianello del Lario, deportato dall’8 settembre del ’43 all’8 agosto del ’45 e internato nei campi di Stalag IV B a Kemnitz in Germania.
Tre le medaglie per Sorico.
Camillo Borzi, deportato dal 9 settembre del ’43 al 1 maggio del ’45 e internato a Stammlager IV B in Germania.
Fermo Rasero, deportato dall’8 settembre ’43 all’8 maggio ’45 e internato a Stammlager VI D in Germania, matricola 83183.
Dante Rasero, deportato dal 19 luglio ’44 al 1 maggio del ’45 e internato nel campo Stammlager V A in Germania.
Tre gli eroi di Vercana.
Pietro Aggio, deportato dal 13 settembre del ’43 al 1 maggio del ’45 e internato nel campo di Hohenstein in Germania.
Giovanni Dell’Era, deportato dal 9 settembre ’43 al 1 maggio del ’45 e internato nel campo Stammlager X C in Germania.
Ermanno Cassera, deportato dal 18 settembre ’43 al 1 maggio ’45 internato nel campo Stammlager VII A in Germania.
Infine la Medaglia d’oro al Merito Civile a Giuseppina Giovanna Panzica accompagnata dalle toccanti parole di Rosaria Luca: “Non dobbiamo dimenticare, la memoria deve essere salvaguardata da tutti noi”.