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Giravolta di sindaco, giunta e maggioranza sullo storico cinema teatro di Como: “Politeama in vendita”

Incredibile giravolta di sindaco, giunta e maggioranza del Comune di Como sul destino del Politeama, comprato da questa stessa amministrazione nel novembre del 2022 con tanto di video del primo cittadino che firmava i documenti e annunciava l’inizio della rinascita. Ieri sera in consiglio comunale, infatti, la consigliera della lista Rapinese Sindaco, Paola Tocchetti, ha presentato un ordine del giorno al Documento unico di programmazione in cui “si impegnano sindaco e giunta a valutare la vendita del Politeama destinando il ricavato alla sistemazione dei plessi scolastici non a norma e/o all’impiantistica sportiva e/o agli immobili culturali e/o alla sistemazione di altri beni immobili del Comune di Como”. L’odg è poi stato approvato e ora, a nemmeno due anni dall’esborso di 1,3 milioni per acquisirlo, il Politeama può tornare sul mercato.

VIDEO Rapinese ha firmato dal notaio (dopo il pasticcio schede): “Fine del cinema, il Politeama ora è dei comaschi”. Già partita la potatura del verde

“Non stiamo prendendo una decisione – ha spiegato la consigliera Tocchetti – ma vorrei potessimo valutare questa opportunità perché ci dà una soluzione al degrado: quello del Politeama, di cui qualcuno potrà prendersi cura, e poi quello di scuole, impianti sportivi o edifici culturali di cui il Comune potrà occuparsi. Lo so che nel nostro programma non c’è scritto questo ma avevamo detto che l’avremmo comprato e l’abbiamo fatto; poi anche che ne avremmo rifatto le facciate, il tetto e gli spazi commerciali. Queste possibilità rimangono aperte, ma questo odg ci permetterebbe di cogliere opportunità se dovessero arrivare, visto che il Comune è impegnato in tantissimi interventi per la città e potremmo anche non avere le risorse per rendere di nuovo fruibile il Politeama. Per ora, comunque, è solo una valutazione”.

Il sindaco Alessandro Rapinese ha poi aggiunto che “oggi abbiamo la piena disponibilità del Politeama e averlo comprato ci permette di poterlo anche scambiare sul mercato. Valuteremo, ma il fabbisogno è enorme visto che abbiamo avviato il partenariato pubblico-privato sull’area sportiva del Belvedere, vorremmo ridare una bella piscina a Muggiò, abbiamo una possibile spesa di 17 milioni per la Ticosa”. Tra l’altro, la discussione sull’odg del Politeama è giunta poco prima dell’annuncio da parte dell’assessore Enrico Colombo della bocciatura da parte di Fondazione Cariplo del progetto del Comune per il recupero dei musei cittadini, per cui sono previsti altri milioni – 5 per la precisione – che ora vengono a mancare.

Critica l’opposizione. “Nel Dup che stiamo discutendo è indicato per il Politeama il recupero a uso polifunzionale, mi pare ci sia molta confusione – ha detto la consigliera Patrizia Lissi del Pd – E non sono proprio così convinta che per le scuole servano i soldi dell’eventuale vendita del Politeama”.

Il consigliere Stefano Legnani ha parlato di “colpo di teatro che mi lascia molto perplesso; ma allora quando l’abbiamo comperato cosa avevamo in mente? Di farci una speculazione?”.

La consigliera della Lega Elena Negretti ha espresso “perplessità sull’ordine del giorno, anche perché il 30 novembre 2022 il sindaco Rapinese proclamava orgoglioso di aver acquistato il Politeama, annunciando subito la messa in sicurezza prima dei lavori…”.

Anche il consigliere di Forza Italia, Giordano Molteni, ha criticato “questo fulmine a ciel sereno, anche perché per il Politeama non si può tenere in conto solo il degrado ma vanno tenuti in considerazione anche fattori come la storia del luogo e della città”.

VIDEO Como, l’opposizione lascia l’aula e chiede le dimissioni di Anzaldo. Il sindaco irride e strappa risolini

Da sottolineare, infine, che sullo storico cine-teatro vige il vincolo a destinazione culturale.

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52 Commenti

  1. Ma che noia!!!!
    Sempre solo critiche e mai una proposta concreta risolutiva.
    Non leggerò più questo giornaletto scoraggiante con i suoi commentatori pure scoraggianti.

  2. Ma i consiglieri dell’opposizione che si lamentano, sono gli stessi fenomeni che hanno lasciato marcire la struttura durante le precedenti amministrazioni?

  3. Sul Politeama, come su altro, il programma era completamente diverso. Chissà in quale studio notarile è avvenuta la firma…Se una giravolta come questa l’avessero fatta Landriscina o Bruni, altri media locali si sarebbero scagliati contro la decisione, in questo caso, invece attendiamo il miele da via Paoli e via Sant’Abbondio

  4. Rapinese e la sua maggioranza non hanno uno straccio di idea quando si tratta di pensare a qualcosa per lo sviluppo della città. La pratica Politeama è l’emblema della loro totale incapacità. Del resto, era chiaro fin dall’inizio. Il bello è che c’è ancora qualcuno che dice Rapinese sia un sindaco che fa. Poi, se gli chiedi di elencarti ciò che fa, può solo parlare di opere avviate dai suoi predecessori. Che disastro. Comaschi, aprite gli occhi!

  5. Questa decisione arriva dopo la bocciatura della fondazione Cariplo del finanziamento per il progetto di restauro dei musei Giovio e Garibaldi ,una mazzata per per la Giunta comunale e per chi come me auspicava un restauro e riapertura dei Musei, ma i costi di tali lavori sono esorbitanti e l’amministrazione in qualche modo li deve coprire.

    1. Chissà, forse sarebbe bastato presentare il progetto come si doveva, visto che è stato scartato in quanto carente dal punto di vista della documentazione.
      Del resto, Rapinese aveva già preso quattro “sberloni” dal prefetto per come stava organizzando il primo natale…

      O magari sarebbe bastato non litigarci, con la fondazione Cariplo.

      Il mistero rimarrà.

  6. Il lupo perde il pelo … l’ animo immobiliarista del Sindaco emerge. Ora il Comune diventa imprenditore immobiliare e compra e vende immobili ma resta il dubbio …. Ci guadagnerà o perderà? Ho la sensazione di conoscere la risposta …

  7. Rapinese, come del resto tutti gli altri candidati sindaci, aveva programmato di completare l’acquisto della struttura. Cosa anche opportuna, visto che il comune sostanzialmente ne era già proprietario; mancava solo una parte, e bene ha fatto a chiudere l’operazione.

    Detto questo: la sua antagonista al ballottaggio, se non ricordo male, aveva preannunciato un tavolo di confronto per una destinazione culturale del Politeama, in una città piuttosto spenta.
    Rapinese invece, sempre se non ricordo male, era intenzionato a ristrutturare la parte ristorazione, lasciando al futuro ogni altra decisione. E – scusate – già questo denotava un profilo deludente: avevamo veramente bisogno di un altro ristorante-bar lì o conveniva invece pensare a qualcosa di complessivo, che potesse certo comprendere la ristorazione?

    Nel frattempo, una laureanda aveva pubblicato una tesi sul recupero del Politeama, un programma ben dettagliato culturale e polifunzionale pensato con intelligenza. Lo metteva a disposizione della città.
    Reazioni? Non pervenute, salvo errori.

    Nel frattempo curiosi del decadente e qualche derelitto riuscivano a penetrare nella struttura, non adeguatamente difesa, con conseguenti interventi delle forze dell’ordine.

    Oggi siamo alla resa.

    Da una parte abbiamo chi ha in mano le carte e che sostanzialmente dice: “non sappiamo cosa farne”. A questo aggiungo – parere strettamente personale, è solo un’impressione – una eccessiva fobia contabile che vede disavanzi dappertutto, che deve monetizzare e trasformare in ricavo ogni iniziativa, che concepisce la mission più come quadratura nello stretto che come progetto di servizio nel lungo.

    Uniamoci una certa allergia per tutto ciò che culturalmente potrebbe vivacizzare, per le associazioni che – sia mai – potrebbero attingere alle casse comunali, per tutto ciò che non assomigli ad un parchimetro.

    E – per dirla tutta – ho anche l’impressione che prendere in esame le proposte suggerite dal “nemico” (cioè il mondo intero) sia considerato uno smacco in partenza.

    Vogliamo mettere la ciliegina sulla torta? Non arrivano i soldini dalla famosa fondazione, per un progetto che non sono competente a giudicare ma sembrava buono sulla carta.
    Ma un buon politico deve saper anche coltivare le relazioni, con le fondazioni, deve nel caso sapere ingoiare, invece che litigarci pubblicamente al microfono.
    Le relazioni sono importantissime.

    Ecco, siamo ad oggi. Boh, valuteremo, vedremo, magari venderemo…

    Se solo – con umiltà – si programmasse un tavolo di lavoro con TUTTO il consiglio comunale, e con l’intervento di esperti…
    Ma è solo un sogno.

    1. È proprio vero, se tutto il consiglio comunale lavorasse insieme per il bene della città sarebbe davvero fantastico. Ma per farlo occorrerebbero dei politici, veri. Dunque rimarrà un sogno…

      1. Alle opposizioni è già tanto se viene consentito di fare domande, veda altro articolo di oggi.
        Alla fine non è questione di essere politici o no, è questione di buon senso, di democrazia, di ottimizzazione delle idee, di confronto costruttivo, di interesse comune…
        E queste cose o si hanno nel dna o ciao.

    2. Concordo, bene a chiudere l’operazione per avere la disponibilità completa della struttura. Meno bene il pensare all’amministrazione solo come gestione contabile e basta. Mancano infatti le idee per traghettare finalmente la provincialissima Como verso quello che deve essere una città moderna, che non vuol dire solo turismo di b&b, barche e ristoranti ma anche cultura e valorizzazione delle sue attrattive. Facile a dirsi lo so ma sta qui la differenza e la possibile marcia in più rispetto al passato.

    3. purtroppo la capacita di interloquore del soggwtto e dei suoi piu stretti collaboratori non ha mai previsto la fase di ascolto fattivo dell interlocutore. il personaggio non mi.ha mai convinto..e le sue capacita relazionali intese come capacita di tessotura di reti virtuose e vantaggiose per la comunita sono davveto scarsotte. vedremo..

  8. Ma perché lo hanno comprato? Sapevano già a chi venderlo e contavano di ottenere un margine? Pratica non molto ortodossa per un ente pubblico. E se invece non riuscissero a recuperare i soldi spesi? Avremmo un danno erariale? Mah….perché complicarsi la vita. Era sufficiente non comprarlo e utilizzare i soldi spesi per il Politeama per ripristinare i plessi scolastici e gli impianti sportivi.

  9. Non vedo lo scandalo. Non sarebbe la prima volta che una amministrazione ritorna sui propri passi. Sicuramente in mano al privato avrà più possibilità di avere un futuro adeguato.

  10. Ben venga la vendita per un recupero come per l’ex cinema Astoria di via XX settembre e il teatro Cressoni in via Diaz … Senza i privati sarebbero in pieno degrado e in mano agli sbandati …. Como non perda il momento che poi le mode cambiano…

    1. Ma non sai leggere o non capisci quello che leggi???
      “Da sottolineare, infine, che sullo storico cine-teatro vige il vincolo a destinazione culturale”…

  11. Come dico sempre..fate una cosa ma fatela dall’inizio alla fine, aprire porte e non chiuderle (perché questo sta avvenendo) creerà una serie di immobili vuoti che si avvierano al degrado e ricordiamoci che a bilancio possiamo anche scrivere milioni per le alienazioni ma se non hai compratori realizzerai un cippolippo.

  12. L’importante è non svenderlo per 4 soldi visto che trasformato in albergo o residence vale almeno 5000 euro al mq!!!!
    Per non parlare dei posti auto che valgono ancor di più!!!

  13. Colpa di Lucini che ha creato il debito che oggi si ripiana vendendo il Politeama costringendo il consiglio a smentire il consiglio quando per acquistarlo disse che c’era assoluto interesse pubblico. Ah la vita del consigliere di maggioranza…

    1. È inutile, non c’è nessun governo di nessuna forza politica capace di fare qualcosa di buono per la cittadinanza e sopratutto per la terra che amministrano.

  14. Punto 18 del programma di Rapinese. “Lo compriamo, lo sistemiamo, bla bla”. Poi succede che, senza avere idea dello stato della struttura, viene comprata davvero e magicamente si realizza che la struttura è compromessa e riportarla allo splendore costerebbe troppo e si cerca di liberarsene. Lo faranno alla comasca, come con il convento di via Grossi, e resterà li, invenduto e in totale stato di abbandono per decenni. Prepariamoci. Questi sono soldi buttati nel cesso da quello che “se amministro io non spreco un centesimo”. Questo è decoro buttato nel cesso (rimarrà un rudere a vista) da qeullo che “la nuova Times Square” ma poi per risparmiare ha tolto pure le impalcature.

  15. Mah che dire…al peggio non c’è mai fine!!!
    Ebbe comprato con soldi pubblici e come il compendio ex Baden Powel chissà se troverà mai un acquirente!!!
    Il fallimento della politica che non ha una visione e una programmazione.

    Il fallimento della giunta Rapinese e del Sindaco

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