Un’esperienza veramente infernale quella vissuta ieri da Giusi Benzoni, nome molto noto in città per l’attività in centro storico, sia al mattino che poi alla sera, alle stazioni ferroviarie di Cantù e poi a quella di Como San Giovanni. Treni soppressi, treni cancellati, ritardi su quelli passati, poi la clamorosa beffa del biglietto nemmeno rimborsato con una motivazione che ha del surreale. Riportiamo di seguito il racconto integrale (per lettere, segnalazioni, foto e video scrivere a redazionecomozero@gmail.com o al whatsapp 335.8366795 o alla nostra pagina facebook).
Buongiorno,
vorrei raccontare quella che è stata una giornata di ordinaria follia, lunedì 18 giugno. Io di solito parto dalla stazione di Cantù per andare a Como con il treno. Ieri quello delle 12.55 è stato soppresso, allora ho aspettato quello delle 13.25 che è arrivato ma con 20 minuti di ritardo. Ma comunque sono arrivata a Como. Il peggio, però. è avvenuto la sera.
Alla stazione San Giovanni di Como, per tornare a casa, il treno delle 19.19 per Cantù è stato cancellato. Anche quello delle 19.49 è stato cancellato. E quello delle 20.19 è stato soppresso. Davanti a questa realtà non mi è restato che chiamare mio marito e farlo venire a Como con un’altra macchina per riportarmi a casa. E siccome la mia auto era rimasta alla stazione di Cantù, se non avessimo avuto due vetture a disposizione avrei dovuto comunque chiamare un taxi. Insomma, uno sceglie di prendere il treno e poi si vede costretto ad avere due auto per evitare rischi…
In questo caos, ho anche reclamato dopo il terzo treno cancellato e mi sono sentita dire che era inutile che mi lamentassi. Allora ho chiesto se era possibile far arrivare dei pullman sostituivi per trasportare tutti i passeggeri rimasti a piedi, ma la capotreno con aria molto seccata mi ha risposto che se avessi smesso di parlare e di farle perdere tempo magari avrebbero risolto il problema. E in effetti il problema è stato risolto cinque minuti dopo: facendoci scendere dal treno sui cui nel frattempo eravamo saliti perché era stato soppresso. E l’unica indicazione è stata di arrangiarci.
Da quello che so e che vivo, questo succede praticamente sempre. La stazione di Como San Giovanni è un girone infernale anche perché poi risultavano cancellati non solo in treni per Cantù ma anche quelli per Chiasso e per Milano Centrale, con tanta gente che si aggirava per con aria disperata senza sapere cosa fare.
Non è possibile andare avanti così, e oltretutto c’è stata anche la beffa: alla richiesta di rimborso almeno del biglietto, ci è stato detto che il biglietto non può essere rimborsato perché già obliterato. Ma noi dobbiamo obliterarlo per salire, e se poi ci fanno scendere come facciamo? Sono veramente furente e credo che, dopo la giornata di ieri, non mi fermerò qui con le iniziative.
16 Commenti
E poi dicono che Trenord è lenta, quando invece è sempre sul pezzo: il rimborso negato è chiaramente un omaggio a Kafka, nell’anno del centenario della sua morte! 🙂
Qualcuno aveva dei dubbi che tutti quei quattrini non sarebbero finiti nella tasche di qualcuno a cui dei servizi non frega niente?
Per chiarimenti chiedere a chi vota Lega. Questa Lega.
Beh certo perché se parliamo dei precedenti ministri dei trasporti: Paola De Micheli e Danilo Toninelli, possiamo stendere un velo pietoso.
naturalmente guardare sempre al peggio, dal DNA dell’italiano medio non si scappa.
Quando fa comodo si guarda sempre al peggio, basta ricordare che c’è gente che parla ancora di fascismo….ma è giusto, è il DNA dell’italiano medio.
Perchè i fascisti non ci sarebbero? è mai stato in uno stadio? ma suvvia
Il trasporto pubblico locale è nelle deleghe della Regione. Quindi per chiarimenti chiedere alla Lega e al Governatore Fontana.
Certamente è vero, come è vero che se i disservizi fossero in Emilia Romagna il governatore avrebbe incolpato la riduzione dei trasferimenti statali non di certo il suo operato. E va là che anche stavolta la frittata viene girata bene.
Porti rispetto per Toninelli, che è stato l’unico politico con la decenza e le palle di pretendere di togliere la concessione ai Benetton dopo il crollo del ponte Morandi, e infatti venne silurato per questo.
Ben detto…e li nel comasco ce ne sono pure tanti anche fra i pendolari.
Le ferrovie così come qualsiasi altra cosa pubblica è gestita sa gente senza meriti, che copre la posizione come premio per i servizi resi al partito, che non ha la minima idea (ne il minimo interessa ad averla) di come si gestisce un azienda perchè tanto la sua permanenza sulla poltrona non è minimamente legata alle performance dell’azienda, semmai alla capacità di creare posti di lavoro “on-demand” prima dei turni elettorali e di saper tagliare sulla qualità del servizio per riservare un po’ di denaro da elargire come bonus a se e i suoi pari.
Ma non capite? Bisogna vendere milioni e milioni di nuove auto elettriche e quindi affossare il trasporto pubblico e specialmente quello su rotaia!!!.
Ma il PNRR O MEGLIO IL PRRRRRR CHE CI HA FATTO AUMENTARE IL DEBITO PUBBLICO DEL 6,2% E FATTO ANDARE SOTTO PROCEDURA D’INFRAZIONE DALLA COMMISSIONE (NON Votata da nessuno) Europea per DEFICIT ECCESSIVO….. RISOLVERÀ TUTTO….
AHAHAHAH…. TUTTO PRIVATIZZATO, SVENDUTO PURCHÉ GENERI COMODI PROFITTI E TUTTO ALLO SFASCIO IL RESTO INCLUSE TRATTE FERROVIARIE MINORI!!!
A SETTEMBRE, OTTOBRE POI… NUOVA SCHIFORMA PENSIONI PER.. RISPARMIARE!!!
LA COSA REALMENTE INACCETTABILE È CHE NONOSTANTE 200.000.000 DI PNRR…. LA SITUAZIONE NON SOLO NON È MIGLIORATA MA ADIRITTURA PEGGIORATA.
Mi spiace per lei, ma l’auto elettrica – per la quale non nutro peraltro nessuna particolare simpatia, a parte l’enorme pregio di essere silenziosa – non c’entra nulla, e nemmeno il PNRR: le ferrovie lombarde – lasciamo perdere la cosiddetta AV – facevano pena anche prima. Perché coloro che le gestiscono, a livello manageriale e a livello politico (il primo che discende dal secondo), non sono evidentemente in grado. Io prendo il treno spessissimo per spostarmi tra Como e Milano, sia le Nord, sia da San Giovanni, e la situazione è disastrosa, indegna tanto del capoluogo della regione più ricca d’Italia, quanto di una delle città più turisticamente famose nel mondo. Ma il popolo lombardo continua a votare sempre gli stessi, da una vita: è una sorta di miracolo autolesionista.
Il popolo lombardo è in linea con il sentimento italiano: 14 regioni al centrodestra e 5 al centrosinistra.
Se poi mettiamo anche nel piatto il fenomeno mediatico finanziato dalla sinistra e cioè le “sardine” (popolo senza storia durato pochissimi mesi) anche l’Emilia Romagna sarebbe diventata la sedicesima regione del centrodestra.
14+1 fa 15, non 16.