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Gli acquedotti d’Italia sono un colabrodo ma contro le dispersioni d’acqua Como stupisce tutti e viene incoronata

L’Italia è un colabrodo ma Como svetta su tutti ed è la città più virtuosa d’Italia nella lotta alle dispersioni dell’acqua. A incoronarla, l’ufficio studi della Cgia di Mestre.

A livello nazionale, dei 40 miliardi di metri cubi all’anno che consumiamo, 41% è in capo all’agricoltura (16,4 miliardi di metri cubi), il 24% viene impiegato per usi civili (9,6 miliardi di metri cubi), il 20% per l’industria (8 miliardi di metri cubi) e il 15% per produrre l’energia elettrica (6 miliardi di metri cubi). Infine, in merito all’uso civile della risorsa idrica in Italia consumiamo 25 milioni di metri cubi al giorno. I destinatari di questa risorsa non sono solo le famiglie, ma anche le piccole imprese, gli alberghi, i servizi, le attività commerciali, produttive, agricole, e industriali collegati direttamente alla rete urbana. Tra questi consumatori vanno incluse anche le strutture pubbliche, come le scuole, gli uffici, gli ospedali.

Una rete colabrodo da nord a sud

Il problema della dispersione di acqua immessa nelle rete idrica riguarda un po’ tutta l’Italia ma ci sono delle differenze a livello territoriale evidentissime. Se nel Comune di Potenza non arriva nei rubinetti delle abitazioni il 71% di quanto immesso in rete, a Chieti si tocca il 70,4%, a L’Aquila il 68,9% a Latina il 67,7% e a Cosenza il 66,5%. Per contro a Milano le perdite idriche raggiungono il 13,4%, a Pordenone il 12,1% a Monza l’11%, a Pavia il 9,4% e a Como, la città più virtuosa d’Italia, il 9,2%. Non tutto il Sud, comunque, versa in ccondizioni disastrose: se ad esempio, nel comune di Trapani la dispersione raggiunge solo il 17,2% dell’acqua immessa in rete, a Brindisi il 15,7% e a Lecce il 12%; un valore, quest’ultimo, addirittura inferiore a quello riscontrato nel comune di Milano.

La situazione regionale

A livello regionale, dunque, la situazione più critica è in Basilicata dove la dispersione d’acqua su quanto immesso in rete è pari al 65,5%. Seguono l’Abruzzo con il 62,5%, il Molise con il 53,9%, la Sardegna con il 52,8% e la Sicilia con il 51,6%. Per contro, la Lombardia con il 31,8%, la Valle d’Aosta con il 29,8 e l’Emilia Romagna con il 29,7% sono le aree più virtuose del Paese. In linea di massima, la dispersione è riconducibile a più fattori: alle rotture presenti nelle condotte, all’età avanzata degli impianti, ad aspetti amministrativi dovuti a errori di misurazione dei contatori e agli usi non autorizzati (allacci abusivi).

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4 Commenti

  1. @Gigi mi deludi ! dovresti saperlo: se c’è il sole è merito di Superman, se piove è colpa dei partiti tradizionali. Se il Como vince è grazie al primo abbonato, se non vince è complotto. Se abbiamo un lungolago di prim’ordine per fortuna che abbiamo questo sindaco, se Via del Dos è chiusa la causa è l’incapacità delle amministrazioni precedenti

  2. E chissà come sarà dopo che questo sindaco ha finalmente messo a posto il tratto in Borgovico, dopo la latitanza delle ultime amministrazioni, quelle dei cosidetti partiti tradizionali.

    1. @Fabronco. Guarda che la gestione della rete dell’acquedotto, la manutenzione e il relativo ammodernamento è in carico a Le Reti. Il comune non c’entra niente.

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