“Digitale, green e generazionale: sono queste le tre transizioni che l’artigianato comasco sta affrontando. Ma oggi quella più urgente è senza dubbio quella generazionale”. È netto Roberto Galli, presidente di Confartigianato Imprese Como, nel fare il punto sull’assemblea annuale e sullo stato di salute del comparto artigiano.
“Il passaggio generazionale – ha spiegato – è un tema che riguarda tutte le categorie artigiane, chi più chi meno. Un tempo c’era il passaggio di testimone dal padre al figlio, oppure dal titolare al dipendente, che magari voleva proseguire l’attività. Oggi questo avviene molto più raramente, e ciò rischia di spezzare quella catena di trasmissione del sapere che è fondamentale per il nostro mondo”.
E non si tratta, chiarisce, di una gelosia del mestiere da parte degli artigiani: “Non è che non vogliamo trasmettere le nostre competenze perché temiamo di essere sostituiti, non è così. L’artigiano, chiunque entri nella sua impresa, che è a tutti gli effetti una famiglia, vuole metterlo nelle condizioni migliori per lavorare e imparare. Passare il proprio sapere è naturale per noi”.
L’equilibrio tra tradizione e innovazione
Ma oggi fare l’artigiano non significa più solo saper lavorare con le mani. La tecnologia ha fatto irruzione anche in questo campo. “Qualunque innovazione, che sia una macchina a controllo numerico, un computer o perfino l’intelligenza artificiale, deve essere al servizio dell’artigiano. Deve essere l’artigiano a controllarla, mai il contrario”, ha sottolineato Galli.
“Negli ultimi dieci, quindici anni abbiamo visto una vera apertura verso la tecnologia. Prima, le imprese erano ancora dominate da una generazione un po’ più anziana, più diffidente. Oggi le cose sono cambiate. Gli artigiani, soprattutto quelli più giovani, sono ben disposti ad adottare strumenti innovativi, purché servano a migliorare il loro lavoro e i loro prodotti”.
Come attrarre i giovani: social e apertura mentale
Il vero nodo resta però quello dell’attrattività del settore per le nuove generazioni. Galli non ha dubbi: bisogna parlare la loro lingua. “Ne abbiamo dato dimostrazione proprio in assemblea, raccontando la storia di un giovane calzolaio che ha usato TikTok per raccontare il suo mestiere. È diventato popolare, e ha mostrato quanto questo lavoro possa essere attuale e creativo”.
“Bisogna aprirsi mentalmente ai nuovi linguaggi. Noi ci siamo aperti a un mondo comunicativo che, fino a sei o sette anni fa, non era nostro. Ora siamo su YouTube, sui social, facciamo podcast, realizziamo video. Dobbiamo essere attivi, perché è questa la necessità del mercato oggi”.
Giovani formati ma in fuga: “Colpa di stipendi e costo del lavoro”
Anche quando i giovani vengono formati spesso poi se ne vanno. “Questo nuovo esodo è parte del nostro problema – ha ammesso Galli – Abbiamo un costo del lavoro che è molto alto, e le retribuzioni non si sono allineate con i tempi, con le esigenze delle famiglie e con quelle delle imprese. Così come quando una persona va al supermercato e compra una banana al prezzo più conveniente, anche i lavoratori cercano mercati dove lo stipendio è più vicino alle loro necessità”.
Cosa può fare la politica: meno burocrazia, più formazione
Le richieste al governo e alla Regione sono chiare: “Serve attenzione alla burocrazia, che negli ultimi anni, dopo una fase di semplificazione, è tornata a crescere. Ci sono situazioni in cui si potrebbe risolvere tutto con una semplice pratica online, e invece si torna ai moduli, alla carta, ai passaggi inutili”.
Ma Galli insiste soprattutto sulla formazione: “Bisogna facilitare i percorsi formativi, soprattutto quelli che avvicinano i giovani alle imprese artigiane. Incentivare l’ingresso degli apprendisti anche a livello economico, sia per i ragazzi che per le aziende. E soprattutto serve una scuola più attuale, più vicina alle esigenze delle imprese. Non solo licei, ma anche ITS e percorsi tecnici, più aderenti alla realtà”.
Un anno difficile, tra crisi globali e rincari
Il 2024 non è stato un anno facile per gli artigiani comaschi. “È stato un anno difficile, perché viviamo in un sistema economico fragile. Dalla guerra in Ucraina al conflitto in Medio Oriente, fino alla volatilità dei costi energetici: il gasolio, la benzina, tutto cambia continuamente. E questo non ha certo aiutato le imprese. È stata una rincorsa continua per restare al passo, per essere competitivi. Ciò ha significato sacrificare ore di lavoro, risorse, denaro. Ma lo abbiamo fatto per riuscire a portare a casa la pagnotta, come si suol dire, a fine mese”.
Un piccolo spiraglio però si intravede: “Da circa un anno, la Banca Centrale Europea ha iniziato a ridurre gli interessi bancari. Questo ha dato un po’ di respiro ma i problemi che ho elencato prima hanno coperto quei benefici, rendendoli meno evidenti”.
Sostenibilità: non solo ambiente, ma anche economia e società
Galli tiene infine a rimarcare un altro punto, troppo spesso trascurato: la sostenibilità. “Come Confartigianato siamo molto attenti al tema della sostenibilità, che non è solo green, ma anche economica e sociale. È fondamentale far capire quanto sia importante oggi risparmiare energia, ridurre i costi, utilizzare materiali più sostenibili. Gli artigiani, in fondo, lo facevano già in passato. Oggi dobbiamo solo renderlo più visibile e sistematico”.