Nel momento del massimo sforzo legato al Coronavirus, crescono le attestazioni di vicinanza e solidarietà, assieme alla richiesta di una maggiore considerazione non soltanto legata a episodi straordinari, per il personale medico.
Coronavirus, Falanga (Uil): “Gli eroi non hanno maschere e mantelli ma camici e divise”
Oggi è Angelo Goffredi della Cisl Fp dei Laghi a ribadire i concetti, con una lunga lettera aperta che pubblichiamo integralmente di seguito.
Possibile che ci ricordiamo dei cosiddetti eroi che non hanno il mantello e la mascherina, magari la mascherina in questi giorni sì, soltanto all’indomani di tragedie o emergenze?
Mi viene da pensare ai vigili del fuoco all’indomani del terremoto dell’Aquila, oppure dei poliziotti uccisi a Trieste, o al vice brigadiere dei carabinieri ucciso a Roma, alle forze dell’ordine all’indomani delle stragi o delle rapine e così tanti altri servitori dello Stato.
Adesso torniamo agli eroi del momento: il personale del Servizio Sanitario Nazionale, non cito le varie figure, sarebbe riduttivo.
Quando un sistema funziona, lo fa per processi, di conseguenza è l’organizzazione che fa la differenza.
Gli eroi momentanei, sì, proprio loro che fino a pochi giorni fa erano vittime di violenza fisica e verbale nei Pronto soccorso di tutta Italia hanno un comune denominatore.
Infatti, nel momento del bisogno, sono sempre in prima linea, rischiano la vita, a volte fanno turni di lavoro interminabili, hanno stipendi quasi da fame, sacrificano spesso il loro tempo libero per sopperire alla mancanza di organico (per effetto dei tagli al personale sanitario, dal 2004 ad oggi, mancano 8.000 unità tra medici, infermieri, tecnici, Oss, amministrativi soltanto in Lombardia) spesso lasciano i propri cari la domenica, il giorno di Natale, a Capodanno, a Pasqua e Pasquetta e tante altre volte anche i propri figli nel mezzo della notte, e tutto questo per garantire salute e sicurezza a tutti noi!
Ricordo che a tutti questi eroi non è stato rinnovato il contratto per più di 10 anni.
Cosa voglio dire? Impariamo a rispettare sempre, ad essere educati e ad avere pazienza quando siamo nelle sale d’attesa o quando facciamo la fila per prenotare gli esami, sempre e non solo in momenti come questi in cui ci ricordiamo che senza di loro saremmo finiti.
Angelo Goffredi CISL FP DEI LAGHI