Un mestiere antico, quello del sarto, un lavoro che sembrava ormai essere sparito, sostituito irrimediabilmente dalla tecnologia e da una moda che ormai con pochissimi euro permette di acquistare dei vestiti nuovi piuttosto che farli riparare.
Ebbene se i negozi di riparazioni, dove per pochi euro mani sapienti cuciono, tagliano e sistemano sono oramai sempre più rari da trovare, a Como ecco invece che si registra una nuova apertura. In fondo a via Giovio, verso la Pinacoteca, ha di recente avviato la propria attività un giovane ragazzo originario del Bangladesh.
Il suo nome è Uddin Ayan e da diversi anni è in Italia. “Sono qui a Como ormai da otto anni, ho fatto sempre questo lavoro e nel 2025 mi sono deciso, così a gennaio, ho voluto provare ad aprire questo negozio”, ci racconta soddisfatto della scelta. Gli spazi in via Giovio sono molto spartani e dentro sono stati sistemati solo pochi arnesi del mestiere, da una vecchia macchina da cucire di quelle che molti avranno visto e magari avranno ancora conservata nella casa della nonna e dove, anche ieri mattina, un collega di Uddin era all’opera intento a cucire e a fare l’orlo a dei pantaloni. Alla parete fanno poi bella mostra di sé numerosi gomitoli di fili colorati così da permettere subito al cliente di poter scegliere quello preferito. E infine un ampio bancone dove stendere i vestiti da riparare per capire cosa e dove bisogna intervenire. Uddin con pochi sapienti gesti, rivolta una giacca, guarda e individua il problema, spiega quello che c’è da fare, il costo e poi la passa al collega, anche lui originario del Bangladesh, che inizia subito a lavorare.
E a distanza di quasi due mesi dall’apertura, gli affari non mancano. “Si, sta andando bene – ci conferma Uddin – I comaschi vengono spesso qui per piccole riparazioni, da un orlo a un intervento magari più complicato ma che richiedono perché non vogliono buttare il vestito al quale sono magari affezionati anche se è molto rovinato. E allora noi cerchiamo di fare del nostro meglio”. Un ultimo scambio di battute con Uddin ci fa scoprire come questo mestiere “lo faccio fin da quando ero più giovane, quando ancora abitavo in Bangladesh. È sempre stato il mio lavoro e anche quando sono partito, ho proseguito ovunque mi trovassi. A casa ho lasciato la mia famiglia d’origine, io sono single, e purtroppo non riesco a tornare spesso da loro”, ci dice salutandoci e mostrandoci il listino dei lavori che si possono richiedere, ben esposto in vetrina.