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Henkel nuovo sciopero di un’ora per turno e presidio. Battistin (Cgil): “La produzione copre solo qualche settimana”

Un’ora di sciopero per turno e presidio in via Como a Lomazzo dalle 14 alle 15.

Non si ferma lo stato di agitazione alla Henkel di Lomazzo dopo l’annuncio di chiusura dello stabilimento comasco da parte dei vertici tedeschi dell’azienda.

Si è mossa trasversalmente la politica a livello nazionale e europeo e così i sindacati italiani e sovranazionali ma al momento i teutonici non sembrano arretrare di un passo.

“Lo sciopero è dovuto al fatto che la programmazione dei volumi di produzione copre qualche settimana – spiega Doriano Battistin dalla Cgil di Como – sembra proprio che ormai abbiano già dislocato i volumi per il mercato europeo in Germania”.

La situazione Henkel ricostruita dai sindacati:

L’11 febbraio 2021, dopo una convocazione per comunicazioni urgenti, la Direzione della Multinazionale Tedesca Henkel (con sede a Dusseldorf) ha comunicato la decisione di chiudere lo
stabilimento di Lomazzo (CO) entro il mese di Giugno 2021, motivata sulla base dell’andamento del mercato della Detergenza e della non sostenibilità, nel lungo periodo, di 2 Stabilimenti in Italia
deputati alla produzione. Gli stabilimenti italiani oggi producono sia per il mercato italiano che estero.

HENKEL: TUTTE LE CRONACHE

La loro scelta, per ragioni connesse all’ubicazione, è caduta sullo Stabilimento di Ferentino (FR), sul quale convoglieranno la produzione per il mercato italiano, mentre la produzione per il
mercato estero verrà effettuata dagli altri 2 stabilimenti, in Spagna e Germania.

Lomazzo, nato come Societa’ Italiana Persil (marchio ancora usato in alcuni mercati) nel 1933, come tutte le fabbriche del ‘900 insiste a ridosso del Centro Città e ne ha anche, assieme ad altre
realtà, determinato lo sviluppo ed è stato il primo stabilimento in Italia della Multinazionale.

Oggi Henkel è presente nel nostro paese con tutte e tre le sue divisioni ( Adhesive Technologies, Beauty Care e Laundry & Home Care ) per un totale di circa 1000 dipendenti e 7 sedi.

Nell’esercizio fiscale 2019 l’Azienda ha fatto registrare un fatturato di più di 20 miliardi di euro ed un utile operativo di circa 3,2 miliardi di euro ( depurato da spese e ricavi non ricorrenti nonché da costi di ristrutturazione).

Fondata nel 1876, Henkel oggi conta nel mondo più di 52.000 dipendenti.

Nel sito del Gruppo, in data 10 novembre 2020, si legge che la Divisione Laundry&Home Care ( Detergenza) cresce in termini organici del 7.7%, nominali 0.7%. A quella data il Gruppo Henkel
stimava per l’anno fiscale 2020 un andamento organico del fatturato compreso fra il -1% e il – 2%, mentre per la Laundry & Home Care un incremento del fatturato organico compreso tra il +4,5% e il +5,5%.

Ed ancora, a livello di Gruppo, Henkel stimava un ritorno depurato sulle vendite ( margine EBIT depurato) compreso tra il 13% e il 15,5%; nello specifico per Laundry&Home Care tra il 15% e il 15,5%.

I numeri degli occupati, diretti ed indiretti, nel sito di Lomazzo ( 160 persone ):

Henkel ha 81 dipendenti diretti
Alpla, produce i contenitori di plastica, 14 dipendenti
Castelli Livio , autotrasporti e depositi per conto Henkel, 15 dipendenti
Polo dei Servizi ( carico camion e prodotti finiti) 21 dipendenti
Nit e Nord Impianti ( appalto manutenzione) 13 dipendenti
Cattaneo Impianti (manutenzione elettrica ) 6 dipendenti
Sodexo ( gestione mensa) 3 dipendenti
Dsi (servizio di portineria ) 7 dipendenti

Da una analisi dei report annuali, che l’Azienda fornisce nelle riunioni del Coordinamento Nazionale, risulta che il costo di trasformazione per ogni tonnellata nello stabilimento di Lomazzo
nel 2019 è stato di 152,04 euro e nel 2020 di 144,37 euro, potendo, quindi, affermare che c’è pure efficienza. Vale anche la pena di rammentare che il Sito di Lomazzo ha ricevuto riconoscimenti per la continua ricerca nella sostenibilità del prodotto, nel sempre minore consumo di acqua (bene primario) e nella dimunizione degli scarti, ottimizzando il riciclo della plastica.

“Anche se descritto in modo estremamente sintetico, da quanto sopra si evince che la decisione della Multinazionale è sinceramente incomprensibile, sia in termini industriali che finanziari – afferma il sindacato – Quell’affermazione della Società “della non sostenibilità nel lungo periodo” di 2 stabilimenti in Italia potrebbe essere facilmente smentita se si continuasse a produrre in Italia sia per il mercato nazionale che internazionale. Previsioni sulla fine della pandemia e sull’andamento del mercato post covid-19 pensiamo siano un azzardo, mentre la perdita di 160 posti di lavoro sono imminenti”.

“Una Multinazionale come Henkel, impegnata in prima fila sulla sostenibilità, sulla sicurezza nel lavoro e nei prodotti e che pone l’etica della Responsabilità Sociale tra gli ideali del suo fare
impresa, deve rivalutare la decisione della chiusura del sito di Lomazzo”.

“In piena pandemia non possono essere effettuate scelte con impatto sociale enorme, per giunta non motivate. Fino al 31 marzo 2021 i licenziamenti sono bloccati e confidiamo che il Governo possa prorogare tale provvedimento, questo per tutelare le lavoratrici ed i lavoratori del nostro Paese – conclude la nota – La chiusura aziendale della Multinazionale chiama in causa innanzitutto le lavoratrici ed i lavoratori del sito produttivo, la Comunità Locale, la Regione, il Governo e l’Europa tutta”.

HENKEL: TUTTE LE CRONACHE

 

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