Tutto parte dalla notizia pubblicata oggi – 29 novembre – dai colleghi de La Provincia. Il quotidiano racconta (a firma di Stefano Ferrari) la storia di una dipendente licenziata dall’amministrazione a inizio anno e poi reintegrata dal giudice del lavoro. Accusata di essere una “furbetta del cartellino”, in sintesi, è stata assolta, reintegrata e indennizzata.
Così intervengono le unità sindacali. La Rsu, con una nota, non solo si rallegra per l’esito del ricorso ma con una durezza quasi senza precedenti nella storia del Palazzo accusa apertamente l’amministrazione. Uno scatto d’orgoglio, una denuncia che pubblichiamo integralmente:
Accogliamo con soddisfazione la sentenza del Giudice del lavoro Ortore che finalmente inverta la marcia, mettendo in luce le contraddizioni di un’amministrazione che crea il caso per meri fini propagandistici.
Stiamo parlando dell’accoglimento del ricorso della dipendente licenziata ingiustamente. Siamo lavoratrici e lavoratori del Comune di Como, conosciamo i punti deboli dell’organizzazione e ci battiamo perché vengano superati, ma troppo spesso ci scontriamo contro pregiudizi difficili da contrastare, sia della cittadinanza che dell’amministrazione.
Su questo argomento siamo sempre stati cauti perché non è nostra competenza la tutela individuale e ci sono precise regole di privacy in difesa delle persone coinvolte.
Siamo tutti i giorni chiamati ad affrontare situazioni difficili, siamo di fronte a una richiesta pressante. I carichi di lavoro aumentano sia a causa della riduzione del personale che dell’incapacità di organizzare le risorse disponibili in maniera efficace, tutto questo non possono che generare stress e malessere.
Ricordiamo che il Comune di Como non ha ancora istituito il CUG, Comitato Unico di Garanzia, obbligatorio dal 2011, uno strumento importante per garantire il benessere dei lavoratori.
Purtroppo l’atteggiamento che l’amministrazione adotta nei confronti dei dipendenti spesso trasmette un’immagine al cittadino che non favorisce il buon andamento dei servizi, e quindi il cittadino si sente autorizzato a vessare il dipendente pubblico fotografandolo come se fosse una scimmia allo zoo, senza alcun rispetto della persona. Non è mai legittimato il disprezzo delle persone per un particolare comportamento sbagliato.
3 Commenti
Alla dipendente ingiustamente licenziata devono essere ovviamente corrisposti gli stipendi di un intero anno. Quindi il Comune (noi cittadini che paghiamo le tasse) pagherà un anno di stipendi senza nemmeno aver ricevuto la prestazione lavorativa. A sto punto mi auguro che il Dirigente responsabile di tutto questo paghi di tasca propria.
Il trucco per risolvere la questione? Mostrarsi competenti e motivati e impegnarsi nel proprio lavoro, anche singolarmente. Ovvio che se quando vado ad uno sportello o in un ufficio trovo solo disordine, degrado e gente svogliata e disorganizzata mi faccio una certa idea. Prima di criticare chi giudica cercherei di farmi giudicare positivamente.
Se leggessi meglio il comunicato scopriresti che non si critica “chi giudica” ma si critica l’organizzazione dei dipendenti, compito della politica e dei dirigenti…