Assente alla presentazione del candidato sindaco del centrodestra, Giordano Molteni, sabato scorso (era alla presentazione della Casa delle Mamme, in via Colonna). Assente all’ultima riunione di Forza Italia per la composizione della lista per le prossime comunali (in questo caso, riferiscono, per un impegno di natura familiare). Assente in generale, e questa, anche se meno visibile all’occhio, è forse la nota più importante, da ogni manifestazione pubblica di appoggio o sostegno per il suo partito o per la coalizione del centrodestra. Insomma, Anna Veronelli – volto storico di Forza Italia a Como e attuale presidente del consiglio comunale – tutto sembra tranne che soddisfatta della piega politica che ha preso la navigazione verso le urne.
Riferiscono i beninformati che l’amarezza, in questi giorni, è stata forte. Dapprima per il tramonto della possibile candidatura a sindaco di Como, che per la verità in molti nei settori meno oltranzisti della coalizione avrebbero visto di buon occhio nelle settimane scorse e che sarebbe stata anche una sorta di coronamento di una militanza lunga e pressoché sempre in prima linea nel centrodestra in generale, e in Forza Italia in particolare. Poi è arrivato il nome di Giordano Molteni, l’ex sindaco di Lipomo ed ex primario di Otorinolringoiatria in quota Fratelli d’Italia, scelta appresa da Veronelli all’ultimo e con sorpresa, così come capitato a moltissimi tra militanti e sostenitori dei partiti dell’alleanza, e sul quale peraltro – al di là della granitica unità ufficiale – nemmeno tutti i dubbi sono stati dissipati del tutto.
Infine, ha fatto forse capolino la stanchezza verso un’altra campagna elettorale da programmare e condurre, con la responsabilità di essere uno dei nomi che non può fallire proprio in virtù della sua storia e della sua “fama”, ma che nello stesso tempo la vedrebbe come nobilissima portatrice d’acqua al pozzo altrui. Da qui, si apprende sempre da rumors e indiscrezioni, ecco il dilemma: candidarsi ancora per Forza Italia, come sempre negli ultimi vent’anni fatta eccezione per la “pazzia” del 2012 quando fondò una lista autonoma con Sergio Gaddi, oppure stare alla finestra e, semmai, valutare un rientro in campo a urne chiuse (magari nemmeno direttamente a Palazzo Cernezzi).
E poi ce n’è un altro di rumor che gira da qualche ora: la tentazione di Veronelli per una sorta di “intelligenza con la nemica”, che poi nemica non è affatto (anzi, i rapporti sono buonissimi), Barbara Minghetti, dall’altro capo dello scacchiere politico. L’ambiente di riferimento da cui è emersa la candidata sindaco del centrosinistra – soprattutto se si pensa all’area di Officina Como – è effettivamente tutt’altro che alieno alla presidente del consiglio comunale. Ma, a oggi, il terremoto che una scelta del genere provocherebbe – sempre venisse mai accettata in particolare dai settori più a sinistra della coalizione pro Minghetti – sono evidenti a tutti e, forse, non sarebbero gestibili da nessuno.
Dunque, la soluzione più probabile: una mediazione dei vertici di Forza Italia su Veronelli, a partire magari da una telefonata con il coordinatore provinciale e novello candidato sindaco di Erba, Mauro Caprani, per scacciare malumori, delusioni e mugugni. E, magari, riconquistare Veronelli con un pizzico di entusiasmo (ma poco più di un pizzico) alla causa di Giordano Molteni, del centrodestra e naturalmente della stessa Forza Italia.