Diranno – e hanno detto anche in passato, perché è chiaro che le colpe per ciò che vedrete nelle gallery seguenti non sono di oggi – che “quello non è mia competenza”, “di quest’altro si occupa un altro settore”, “io mi occupo solo di palazzi”, “io di campi sportivi”, “io di chioschi, ma solo dal lunedì al venerdì”.
Hanno detto, diranno adesso e lo rifaranno in futuro che “non è colpa nostra”, “prendetevela con quelli di prima”, “facile parlare da fuori”.
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Palazzetto dello sport di Muggiò. Gigante crollato su se stesso. Tra fondi regionali e comunali, la ricostruzione costerà oltre 7 milioni di euro ma si annunciano tempi lunghissimi (se tutto andrà bene): inaugurazione nel 2024.
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Ex Baden Powell. Con l’ex orfanotrofio tra le vie Giossi e Dante, poi diventato scuola, siamo al confine col surreale: da lustri ormai il Comune punta a vendere a circa 9 milioni di euro l’enorme immobile. Che, intanto, giace nel degrado.
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Case comunali di via San Bernardino. Questa incredibile immagine risale al 16 luglio scorso: così giaceva uno degli alloggi comunali del complesso.
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Il minigolf ai giardini a lago. Anche per il progetto per il rifacimento dei giardini a lago – finanziato dalla Regione già dal 2017 – si è in attesa di un miracolo. Intanto, un simbolo del divertimento per generazioni di comaschi, lo storico minigolf, è chiuso e si presenta ormai come un cumulo di macerie.
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Sale prova. In via Colonna, a Camerlata, esiste un piccolo cimitero della musica: sono le Sale prova per giovani, mai aperte e abbandonate.
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Ostello di Villa Olmo. Dopo 60 anni di attività come casa vacanza, l’ostello aveva chiuso le porte e nel 2019 era stato oggetto di ben 4 aste deserte. A novembre dello scorso anno, finalmente, l’assegnazione alla società milanese New Generation Hostel Impresa sociale srl con un’offerta di un canone annuo di 31.200 euro per i prossimi 9 anni. Dopo il periodo di emergenza sanitaria, a giorni la società dovrebbe firmare il contratto ed entrare nella struttura.
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Piscina e Lido di viale Geno. L’infinita, durissima contesa tra la Como Nuoto e la Pallanuoto Como ha avuto un prezzo collettivo: ridurre la piscina di viale Geno a uno stagno, con la desolazione a fare da scenario tutto intorno (foto a destra). Ma viale Geno, purtroppo, custodisce un altro ex gioiello ora preda di abbandono e inevitabile degrado: l’ex Lido comunale (foto in fondo a destra) che a causa della mancata assegnazione dopo il primo bando comunale è in attesa di un nuovo gestore che nessuno sa quando arriverà davvero.
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Piscina e Lido di viale Geno. L’infinita, durissima contesa tra la Como Nuoto e la Pallanuoto Como ha avuto un prezzo collettivo: ridurre la piscina di viale Geno a uno stagno, con la desolazione a fare da scenario tutto intorno (foto a destra). Ma viale Geno, purtroppo, custodisce un altro ex gioiello ora preda di abbandono e inevitabile degrado: l’ex Lido comunale (foto in fondo a destra) che a causa della mancata assegnazione dopo il primo bando comunale è in attesa di un nuovo gestore che nessuno sa quando arriverà davvero.
Per carità, tutte frasi che conterranno pure frammenti genuini, sinceri, veri. Ma un dato resta scolpito nella pietra, al di là qualsiasi elucubrazione degli amministratori di Como: sparso tra centro e quartieri c’è un enorme patrimonio comunale allo sbando, offeso, umiliato.
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Infopoint al Broletto. Tra i tanti beni appartenenti al patrimonio comunali, l’ex infopoint sotto al Broletto rappresenta uno dei capitoli più celebri e più surreali: destinato alla funzione turistica con fior di finanziamento regionale – circa 400mila euro – ha vissuto tre anni di buona salute dal 2015 (giunta Lucini) al 2018 (giunta Landriscina). Quest’ultima, poi, sterzò improvvisamente: chiuso tutto e trasloco nell’infelice stanza di via Albertolli. E ora, sotto il Broletto, vince il Grande Nulla.
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Cinturone e vergogna. Il retro di Villa Olmo è sempre transennato. Anzi, peggio, la mega cancellata che cinge l’edificio nel corso del tempo si è allargata. Entro la fine dello scorso anno sarebbe dovuta partire la gara per il restauro, nulla di fatto. Non bastasse, il primo piano della villa di punta di Como è sempre blindato al pubblico tra affreschi ammuffiti, parquet a pezzi e degrado generale.
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Le serre di Villa Olmo Meraviglioso complesso a monte della dimora neoclassica, il destino delle serre di Villa Olmo finora è stato tanto triste quanto appare in questa immagine. Incluse nel maxiprogetto “Navigare nella conoscenza”, lautamente finanziato da Fondazione Cairplo, sono rimaste nell’oblio fino ad ora. Nel dicembre 2019 venne annunciata l’approvazione del progetto da 1,2 milioni con affidamento lavori entro fine 2020. Bisogna sperare.
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Il Cine-Teatro Manzoni. Su queste pagine abbiamo definito il Manzoni di via Giovine Italia ad Albate “L’altro Politeama”. La struttura infatti può ospitare fino a 200 persone ma è chiusa da decenni, dopo essere stata per lungo tempo sede dell’ex circoscrizione. Nel 2018 è stato inserito nel Piano delle Alienazioni del Comune di Como con l’obiettivo di venderlo almeno a 270mila euro ma per il momento nulla di fatto. Scrostato e desolato, il Manzoni resta in attesa di capire il suo futuro.
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Il Politeama. Ricordate gli annunci a più riprese di fantasmagorici investitori stranieri pronti a recuperare lo storico cineteatro di cui il Comune è proprietario all’80% circa? E la conferenza stampa congiunta amministrazione-Conservatorio che ipotizzava una rinascita quasi imminente? Bene, cancellate tutto. Il Politeama è tuttora un vecchio rudere abbandonato a se stesso, che sarà solo pietosamente coperto da cartelloni pubblicitari a breve.
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Lo stadio Sinigaglia. Tutti abbiamo nelle orecchie nella memoria la celebre frase di Brera sullo stadio più bello del mondo. Un altro stadio, però, non quella sorta di Frankenstein che appare oggi agli occhi di chiunque tra intere parti in malora, settori chiusi, rifacimenti senza alcun filo logico e infiniti altri problemi. Ora Comune e Como 1907 hanno trovato l’intesa sulla concessione di 12 anni alla società, con posa del manto sintetico e futuro “progettone” (cit. Gandler). Buone intenzioni, positive. Ma da verificare.
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Asilo Sant’Elia. Destino poco allegro quello toccato all’Asilo Sant’Elia, tra i capolavori del Razionalismo comasco e italiano. Lavori (lunghissimi) di restauro sono in corso ma difficilmente a settembre la struttura riaprirà a i bambini.
C’è l’eredità dei comaschi, muta eppure in grado di urlare, talvolta malconcia, in altri casi ridotta in macerie. E le chiacchiere, di fronte a certi scempi, stanno a zero.
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Area Ticosa. Questa didascalia è sostanzialmente superflua: sì, è vero, si narra che debba partire l’ennesima bonifica (calcolo spese finora: 10 milioni di euro), ma del maxiprogetto di trasferire lì il Comune con annesso parcheggione non si sente ormai parlare da mesi.
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Ex scuola di Lora. L’edificio in via di Lora ha accolto per un secolo i bambini del quartiere. Poi la società è cambiata, c’è stato il calo demografico e a metà anni Duemila la scuola è stata chiusa. Il destino dell’edificio? Non è dato saperlo. Quindici anni dopo aver chiuso i battenti l’erba cresce, le fronde degli alberi hanno invaso il grande giardino e le tapparelle rotte rimangono permanentemente abbassate. La struttura rientra da anni nel Piano delle Alienazioni del Comune di Como che lo ha messo all’asta a 675mila euro per per la quinta volta a dicembre 2019.
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Nido di Camerlata. Voluto dal sindaco Bruni, chiuso dal successore Lucini. In dieci anni di lavori i soldi pubblici spesi per il nido di Camerlata sono stati quasi 400mila euro. Vittima della razionalizzazione degli edifici scolastici, per il momento resta chiuso.
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Ex centro di accoglienza in via Tibaldi, a Tavernola. La vecchia scuola, dopo aver ospitato i migranti fino a qualche anno fa, ora si trova in stato di abbandono. Secondo un accordo del 2014 tra Comune e Prefettura di Como, si dovrebbe procedere al recupero per destinarla nuovamente a centro di accoglienza.
6 Commenti
È un po di tempo che non si parla più dei premi di produzione che i dirigenti del comune di como si autoelargiscono, lo facciamo un articolo?
Quando usciranno, certamente.
Che dire. Dopo tre anni, sono ancora a dire che è colpa di qualcun altro. Sono ancora a inventarsi i nemici responsabili di questa indecorosa situazione. Prima i migranti, poi “quelli di prima”, poi “i funzionari del Comune” che boicottano, poi la Caritas e le altre associazioni che aiutano i migranti, poi i giornalisti che scrivono la verità. A breve passeremo ai perfidi nemici immaginari; Jocker, Diabolik, Pol Pot, Megafono e distintivo…..no questa, scusate l’errore, sta con loro!.
Dopo due anni di campagna elettorale e tre anni di governo, il centrodestra cittadino non riesce ad andare oltre ai soliti quattro slogan xenofobi. Siamo alle solite. Regaliamo un nemico a tutti ed eviteremo di avere nemici. Il problema è che comincia a essere evidente a tutti che gli unici nemici che ha Como sono gli incapaci che la governano.
Speriamo che finisca presto. I danni che questi signori stanno facendo sono tali che uscirne sarà il vero problema.
Spero solamente che NON si sistemino centri di accoglienza per migranti SAREBBE UNA COSA NOTEVOLMENTE INTOLLERABILE E DISGUSTOSA
Meglio lasciare tutto abbandonato, no? Bè allora può rallegrarsi, ha votato l’amministrazione giusta!
Quando c’era un centro pronto e già utilizzato (via Regina) hanno deciso di smantellarlo perché guai a tenere in piedi qualcosa che funzionava.
PS: come mai sarebbe intollerabile e disgustoso?
E recuperare l’ex orfanotrofio di via Grossi per accogliere i bisognosi?
In fondo è sì abbandonato ma vicino al centro e ai servizi necessari.
Ragazzi continuate a martellare, destra o sinistra che sia, qualcosa devono fare!