RADIO COMOZERO

Ascolta la radio
con un click!

Attualità

Il borgo storico sul Lago di Como che ha solo 1.500 abitanti ma ben 11 frazioni (e il secondo hotel migliore al mondo)

Può un borgo di 1.500 abitanti avere addirittura 11 frazioni? Sul Lago di Como sì. Siamo a Moltrasio, paese caratteristico affacciato sul Lario che si estende dalla riviera alle pendici del Monte Bisbino.

Una storia millenaria
Le origini del borgo si perdono nella notte dei tempi: il ritrovamento di una tomba gallica e di un’ascia risalenti al 2000 a.C fanno comprendere come il territorio fosse abitato già in epoca remota. Il primo documento che attesta la nascita del comune è datato, invece, 1058, durante il Medioevo quando Moltrasio conosce un notevole sviluppo e vede realizzati gli edifici più significativi che ancora oggi catturano lo sguardo.

 

Supera con slancio i periodi bui della peste e delle Guerre anche grazie alla pratica di attività non più svolte altrove come, ad esempio, la lavorazione della pietra estratta dalle cave di “Pietra Moltrasina” utilizzata dai Maestri Comacini per la costruzione di chiese, ville e i tipici “crotti“, gli ambienti dove veniva conservato il vino locale per mantenerlo frizzante e fresco. Oggi è un romantico borgo che si specchia nel blu del lago, da scoprire e da vivere passo dopo passo con un’occhiata anche ai classici terrazzamenti con muretti a secco, eco del passato, riconvertiti in larga parte come orti e giardini privati.

Le chiese
Nella centrale frazione “Borgo”, ecco allora la Chiesa di San Martino, il cui interno è impreziosito da pregevoli affreschi e dipinti (i più antichi risalgono al XVII secolo), dalla magnifica pala cinquecentesca del pittore Alvise, dall’altare maggiore e dalla cappella laterale custode della reliquia della Sacra Spina.

 

Altrettanto meritevole è la Chiesa di Sant’Agata, nella frazione Vignola, risalente alla seconda metà del XI secolo, con bellissimi affreschi del Cinquecento: la si raggiunge percorrendo la Scala Santa, altro vanto di Moltrasio, ovvero la ripida scalinata in pietra che unisce Via Besana con Via Regina sul lago.

Nella frazione di Tosnacco si staglia la Chiesa Regina Pacis, costruita tra il 1945 e il 1946, sul cui piazzale è posto un crocifisso in bronzo fuso dallo scultore e pittore locale Franco Pizzotti; infine, degno di nota è l’Oratorio di San Rocco, restaurato in epoca barocca, con grazioso portale e interno a sola navata con abside poligonale.

Le ville
La villa più significativa del borgo è Villa Passalacqua, costruita a fine Settecento per volere della famiglia Odescalchi e acquistata, nel 1787, dal conte Giovanni Battista Lucini Passalacqua, il cui figlio Andrea ne affidò l’ampliamento all’architetto Felice Soave: sorge sulla sommità di un grande parco terrazzato donando una vista incredibile sull’azzurro del lago.

Ospitò, tra il 1829 e il 1833, il musicista Vincenzo Bellini che era solito soggiornare in paese e che proprio a Moltrasio compose “La sonnambula” e “La straniera”: per celebrare il legame con l’artista, nel viale lungolago gli è stato dedicato un monumento realizzato da Massimo Clerici. Oggi – acquisitata dalla famiglia De Santis – è stata trasformata in hotel di extra lusso, giudicato il secondo migliore al mondo (ma il primo nel 2023).

Non sono da meno Villa Pizzo, contraddistinta da fontane e cascate, Villa Fontanella, che fu dimora di Gianni Versace, Villa Le Rose, nota per i favolosi giardini, e Villa Fasola, all’ingresso della frazione di Vergonzano.

Da vedere ancora
Camminando senza fretta tra le vie di Montralsio, si può compiere un salto nel passato: alla fine di via Besana, ad esempio, ecco uno dei principali lavatoi, realizzato all’inizio del XX secolo. In Via al Noce, da notare invece una delle trenta fontanelle dell’acqua potabile sparse lungo il territorio, la cui prima costruzione risale alla fine del XIX secolo.

Infine, non perdete i punti panoramici mozzafiato sul lungolago e gli svariati itinerari che si snodano dal borgo e risalgono i monti di Bisbino, Lenno e Liscione, eden per gli appassionati di escursioni e trekking.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
TAG ARTICOLO:

9 Commenti

  1. Ci sono nata, ho giocato su e giù per il paese, per anni, al mattino correvo giù per la scala santa per non perdere il battello per andare a scuola a Como. Nostalgia intensa. Un sogno poterci tornare. ciao a tutti, ciao Agata. Anna Guaita

  2. Mio padre è nato qui, e suo padre e suo nonno prima di lui, io ci passavo le estati con i miei nonni…sono legatissimo a questi luogi stupendi…spero che un turismo egoista non li rovini…

  3. Il Lario soffoca di un turismo che la viabilità e il contesto urbano non può gestire e contenere.
    Il paradiso di ciò che fu degrada mese dopo mese nel inferno dell utile.
    La cementificazione di cattivissimo gusto delle sponde da parte di amministratori di bassa lega , ingordi e avidi, ha ormai sporcato e distrutto l incanto di ciò che era, quando il bello prevaleva sul tanto.

Lascia un commento

Potrebbe interessarti:

Videolab
Turismo