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Il carcere a Como, Auschwitz, la Giornata della Memoria: Segre cittadina onoraria, si vota

I trascorsi drammatici di Liliana Segre a Como e a Inverigo saranno lo sfondo storico in cui si consumerà il primo atto politico-amministrativo per conferire alla superstite di Auschwitz la cittadinanza onoraria della città.

C’è infatti un legame intenso tra la vita della senatrice a vita e il Lario. La casa del padre (presa in affitto, Nda), a Inverigo, fu infatti il rifugio della piccola Liliana durante il periodo iniziale della Seconda Guerra Mondiale, almeno fino al tentativo di varcare il confine con la Svizzera nel dicembre del 1943. Un tentativo che si risolse, invece, nel prologo della tragedia: nonostante fossero riusciti a varcare il confine, Liliana Segre e il padre vennero rimandati in Italia dalla polizia elvetica, furono arrestati e finirono in carcere a Varese.

Era la prima tappa di un viaggio con un esito terribile che passò anche da un trasferimento all’ex carcere di San Donnino, nel centro di Como. E poi ancora, San Vittore a Milano. Fino a che i tedeschi non organizzarono uno dei tanti treni della morte, che portarono la futura senatrice a vita al campo di concentramento di Auschwitz, dove lei riuscì a sopravvivere a differenza del padre che venne immediatamente separato dalla piccola Liliana. Non si videro mai più.

Con questo carico di tragedie e Storia, la Commissione Affari Istituzionali di Palazzo Cernezzi si riunirà il 9 gennaio prossimo – 18 giorni prima della Giornata della Memoria 2020 – per discutere e votare il conferimento della cittadinanza onoraria a Segre.

L’appello del sindaco Mario Landriscina affinché il sì alla proposta sia unitario e trasversalmente condiviso sembra aver trovato riscontro, con l’unica eccezione di Alessandro Rapinese (a sinistra, nell foto sotto) che ha già ripetutamente annunciato il suo voto contrario.

“Sono contrario, contrarissimo e non la voterò – ha detto Rapinese in un video su Facebook – La signora Segre non mi è assolutamente antipatica, sembra proprio una gran brava persona oltre al fatto che nutro una certa simpatia per le vittime di quei crimini orrendi. Lei ha fatto anche del bene nella sua vita, ma non posso pensare che la Repubblica Italiana reagisca alle offese e alle minacce nei confronti della Segre dando cittadinanze onorarie. Noi non diamo cittadinanze onorarie a chi è offeso e minacciato, noi mettiamo in galera chi lo fa”.

Segre cittadina onoraria, Landriscina: “Sono pronto è un onore, ma il Consiglio sia unito senza eccezioni”

Tutti gli altri rappresentanti della Commissione presieduta Matteo Ferretti (FdI) sembrano invece uniti nel sì. Poi la delibera passerà in consiglio comunale, dove – sempre fatta eccezione per Rapinese – è atteso un voto unanime di maggioranza e opposizioni.

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4 Commenti

  1. “Noi non diamo cittadinanze onorarie a chi è offeso e minacciato, noi mettiamo in galera chi lo fa”.

    Una cosa non esclude l’altra: giustamente si condanna chi compie gesti atroci, ma si può anche al tempo stesso offrire solidarietà e vicinanza agli offesi.

  2. Per amore di precisione, la casa di Inverigo non era di proprietà del padre ma era stata presa in affitto. I Segre vi si trasferirono nell’ottobre del 1942, al cadere delle prime bombe degli Alleati su Milano. Così almeno si legge ne “La memoria rende liberi”.

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