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Il cielo e gli occhi di Egidio: ali della libertà. L’uomo che vola senza motore

Volare, librando nell’aria senza alcun tipo di spinta artificiale esattamente come fanno gli uccelli, è qualcosa che affascina da sempre l’uomo.

Se affascina oggi, era probabilmente qualcosa di strabiliante nel 1941 quando Egidio Galli, a soli 16 anni, si guadagnava dopo ore di volo in aliante il suo brevetto di pilota di aeromobili senza motore. Un signore d’altri tempi che oggi ha 94 anni e che solo pochi giorni fa è stato protagonista, in qualità di presidente onorario dell’Aeroclub Volovelistico Lariano, dei festeggiamenti per i 50 anni dalla creazione dell’aeroporto di Alzate Brianza.

“Chiariamo subito, il volo non è un hobby, è una passione”. E’ perentorio Galli all’inizio del nostro incontro durante il quale ci racconta con perfetta lucidità come si vola senza alcun motore. “Già da ragazzino non appena vedevo un aereo in cielo mi fermavo ad osservarlo nei dettagli con gli occhi al cielo: era davvero qualcosa di affascinante per me”.

Erano gli anni del ventennio fascista e gli aerei la novità, il mezzo di trasporto innovativo: per i giovani volare era qualcosa di moderno che si poteva imparare nelle scuole di volo a vela che nascevano in tutto il Paese, anche a Milano dove Egidio viveva con la famiglia. “Durante il mio primo vero volo ho visto il Duomo di Milano: è stata un’emozione unica – ricorda con gli occhi che brillano – Si cammina, si nuota da millenni ma si vola solo da cento anni dopo che gli uomini per secoli hanno ammirato gli uccelli”.

Una passione, quella di cui parlavamo all’inizio, che lo ha spinto insieme all’amico Riccardo Brigliadori e ad altre decine di piloti del Milanese a fondare l’aeroporto di Alzate Brianza.
“Negli anni Cinquanta non era più possibile, con l’avvento del motore, volare a Linate e Bresso e abbiamo cominciato a cercare in Brianza terreni dove crearne uno nuovo” prosegue Egidio. Non è stato per niente semplice, servivano almeno 600 metri di pista. Alla fine lo hanno trovato a Verzago e, grazie ai soldi prestati dall’ingegner Adolfo Soldini, hanno potuto acquistarlo dal Pio Istituto Sordomuti Poveri di Milano.

“Era il 20 ottobre 1968, ore 14.05, quando io e Brigliadori abbiamo fatto il primo volo decollando da Verzago: esattamente dieci minuti, poi siamo atterrati” ricorda perfettamente il volovelista.
Qualcosa di unico che è rimasto nella storia, ma oggi il volo a vela ha ancora lo stesso fascino di un tempo? “Con le gare e i campionati si cerca di andare sempre oltre, di fare percorsi più lunghi con l’ausilio di motori ma volare con l’aliante è tutt’altra cosa”.

Il pezzo che avete appena letto è stato pubblicato su ComoZero settimanale, in distribuzione ogni venerdì e sabato in tutta la città: qui la mappa dei totem.

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