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Il franco forte e lo shopping in in Italia mettono in crisi i negozi del Canton Ticino: “Personale a rischio”

I risultati dell’abbassamento della franchigia per gli acquisti in Italia da 300 a 150 franchi a partire dal primo gennaio scorso darà – forse – i suoi risultati più avanti. Finora, invece, stando all’ultima indagine del Centro di ricerche congiunturali del Politecnico federale di Zurigo dice che il commercio al dettaglio in Canton Ticino soffre e i clienti continuano a cercare affari da questa parte del confine.

I dati relativi allo scorso mese di dicembre, infatti, sottolineano “un leggero peggioramento dell’indice relativo alla situazione attuale degli affari tra i commercianti attivi in Ticino. Al contrario, in Svizzera affiorano cenni di un ulteriore lieve miglioramento, che riporta il saldo in zona positiva. Specialmente i risultati raccolti in Ticino stridono con le attese positive e in crescita espresse solo qualche mese fa“. Insomma, il Cantone a noi più vicino sente la concorrenza italiana.

“La tendenza negativa rilevata a sud delle Alpi – prosegue lo studio – può essere distinta in due: tra i negozi medi e grandi i risultati erano in calo già da alcuni mesi e questo leggero peggioramento è un po’ una conferma; tra i piccoli commerci emergevano da diversi mesi dei flebili segnali di miglioramento, per cui qui la flessione è invece arrivata un po’ a sorpresa. In generale, visti i frequenti cambi di tendenza, rimane la sensazione che i negozi piccoli siano più sensibili alla congiuntura, sia in positivo sia in negativo. Tra l’altro, anche i dati svizzeri confermano questa maggiore “reattività” dei piccoli commerci. Anche la curva relativa alla valutazione degli affari negli ultimi tre mesi segnala un leggero peggioramento a dicembre, anche se, allargando l’orizzonte di qualche mese, si nota una tendenza in crescita. Curiosamente, in questo caso, la tendenza positiva di questo indicatore si nota maggiormente tra i negozi medi e grandi. Dai risultati dell’indagine sembrerebbe quasi che i commerci medio-grandi siano relativamente più critici nel valutare la situazione attuale rispetto a quando guardano i risultati sull’arco di tre mesi (risultato praticamente all’opposto tra i piccoli commerci)”.

Interessante poi il commento di Lorenza Sommaruga, presidente della Federcommercio Ticino.

“L’ultimo trimestre dell’anno ha apportato solo lievi miglioramenti alla situazione generale – spiega – Mentre alcuni commercianti hanno registrato un calo nelle vendite, altri hanno vissuto un periodo complessivamente positivo. L’intero anno è stato segnato da sfide continue, con grandi aspettative riposte in dicembre, tradizionalmente un mese chiave per il bilancio aziendale. Nonostante le difficoltà, il periodo natalizio ha visto un buon afflusso di clienti nei centri urbani e nei negozi, contribuendo a mantenere vivo lo spirito delle festività e a sostenere le vendite”.

Poi, però, gli aspetti meno allegri del commercio nel Cantone: “Tuttavia, il quadro delle vendite è rimasto disomogeneo, con alcuni settori che hanno subito cali significativi. Tra i fattori che hanno inciso su questa situazione vi sono i rincari legati al contesto economico internazionale, che hanno pesato sui bilanci familiari. Sebbene l’inflazione continui a rappresentare una variabile importante, il consumo complessivo nell’ultimo trimestre è risultato inferiore rispetto all’anno precedente. Un elemento costante è l’apprezzamento del franco svizzero, che ha spinto molti ticinesi a fare acquisti oltre confine. E la tendenza ad effettuare gli acquisti online non cessa di creare difficoltà ai negozi di ogni genere. I primi mesi del prossimo anno, notoriamente impegnativi, potrebbero portare nuove difficoltà. Qualora la situazione dovesse peggiorare, non si esclude la necessità di rivedere l’organico aziendale. Tuttavia, resta viva la speranza che la situazione possa stabilizzarsi, anche se gli eventi recenti hanno dimostrato quanto rapidamente le condizioni possano mutare”.

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