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Il tassista: “Insulti e lamentale, ma i servizi ai turisti dove sono? Bus e battelli fermi alle 22, non possiamo essere ovunque”

Sulle strade di Como da 23 anni Matteo Petrini, professione tassista, può a ragione dire di averne viste di tutti i colori. Ma quanto sta accadendo in questo 2022 ha dell’incredibile. “Stiamo assistendo a un affollamento di turisti senza precedenti. Nel 2019, prima del Covid, la situazione era in decisa crescita ma nulla di paragonabile a questi mesi”.

Una doverosa premessa per dire subito quello che è il pensiero predominante: “Se i servizi legati al turismo, risorsa principale di Como, non viaggiano di pari passo con l’aumento dei visitatori, non ha senso che ci si lamenti per i pochi taxi in circolazione e addirittura si insultino i tassisti, come successo in occasione del recente sciopero. Noi del RadioTaxi siamo 35, per la città di Como (che sommati ad altri 10 operatori appartenenti ad altre sigle portano il servizio a un totale di 45 mezzi, Ndr). Non possiamo essere ovunque. Non possiamo fare corse su e giù per il lago per ovviare ad altre mancanze: da Comuni senza neanche una licenza a servizi pubblici come i battelli e i bus che alle 10 di sera, se non prima, si fermano”.

Un discorso chiaro che anche i presidenti di categoria evidenziano. Ma poi tutto ciò, come si traduce nella pratica? “Ci sono decine di esempi. Lo scorso fine settimana ho rinunciato a 10 corse per Bellagio. Si tratta di viaggi che mi impegnano per due ore e mezza, come è possibile? Io sono in servizio per la città di Como. L’altra mattina alle 6 è arrivata una chiamata sempre per Bellagio e subito dopo una dall’Hilton di Como che ho preso. Insomma, bisogna che la situazione venga riordinata e rigovernata. In città sempre lo scorso fine settimana abbiamo visto parecchi taxi in arrivo da Milano. C’è il caos. Ricordo una coppia di americani alla disperata ricerca di un taxi per andare a Malpensa. Nulla di fatto, e il volo è partito. Una turista romana che voleva l’accompagnassi all’imbarcadero per andare a Bellagio dove c’era una fila incredibile e così ha rinunciato, ha provato con i bus, stessa cosa. Alla fine ha desistito. Insomma o la macchina turistica funziona all’unisono o sarà sempre il caos. Non si possono osservare bus sulle linee del lago che sfrecciano alle fermate perché stracolmi e poi sentire persone indignate con i tassisti di Como perché non le portiamo su per il lago”, aggiunge Petrini con un velo di amarezza per il trattamento a volte riservato alla categoria.

“Lo ripeto, bisogna sedersi a un tavolo, e ragionare. L’altra mattina ho iniziato il servizio alle 6 e mi sono accorto che fino alle 13, quando ho lasciato dei turisti in stazione, avevo sempre e solo parlato in inglese. Una marea di turisti senza interruzione. Fatto questo per noi ovviamente positivo, visto che significa lavorare, ma che deve far riflettere. O si interviene o a breve non si potrà più accontentare nessuno”.

Colombo: “Pronti al confronto”

Caso taxi, cosa chiedono i lavoratori del settore? Innanzitutto che si proceda con la realizzazione di un “nuovo regolamento comunale, ormai non più consono con le richieste di mercato e con la situazione esistente in città. Inoltre è necessario prevedere un adeguamento delle tariffe, ferme da anni. Si dovrebbe eseguire uno studio di settore per capire reali necessità, offerte, costi e giusti ricavi. Vanno poi riconteggiati i numeri delle licenze, prevedendo la possibilità di darne di più o studiare come attivare quelle stagionali, per far fronte ai picchi del periodo turistico”.

Oggi le tariffe in essere prevedono un costo di 4,50 euro di partenza che sale a 7 nelle ore serali (dalle 22) e nei giorni festivi. A ciò si aggiunge 1 euro a chilometro. E i conti sono presto fatti. In certi casi se si divide il taxi in 4 per andare da un hotel del centro fino in stazione si spendono circa 8 euro, somma che divisa per 4 fa costare il trasporto in taxi quasi meno che quello in bus. In città ci sono 45 taxi in servizio e 100 Ncc (noleggio con conducente); altri sono in servizio a Cernobbio, uno è attivo a San Fermo della Battaglia per l’ospedale Sant’Anna, negli altri paesi si procede a macchia di leopardo.

Sul delicatissimo tema interviene il neoassessore con deleghe a Turismo, Mobilità e Trasporti Enrico Colombo: “È una questione che stiamo prendendo in considerazione. Come accaduto con altre associazioni, a partire dagli albergatori che ci hanno presentato le loro problematiche, anche per i tassisti siamo pronti al confronto. A stagione turistica avviata sarebbe inutile mettersi a rivedere di corsa la materia, a settembre analizzeremo il numero delle licenze, eventuali mancanze, tariffe e altri temi come il servizio disabili”.

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6 Commenti

  1. E che dire del pullman che faceva servizio 2/3 volte al giorno da piazza Cavour per gli aeroporti milanesi e che qualche anno fa è sparito.
    Informo che lo stesso servizio lo fornisce una società svizzera, si tratta di un piccolo bus (una 20ina di posti), si può prendere alla stazione di Chiasso (anche per il ritorno si scende lì) e l’ultima volta che l’ho preso a Malpensa (pre-covid) costava 25 euro.
    Ma pare che a Como fare un servizio simile non interessi a nessuno.
    Motivi?

  2. Basta liberalizzare le licenze………….anche se non credo convenga ai tassisti , come del resto fatto con altre categorie più deboli, o con associazioni meno efficaci , come ad esempio i commercianti.
    Una volta, i commercianti, avevano le licenze contingentate .
    Oggi chiunque può aprire un negozio, magari anche vicino ad uno già presente sul territorio da tempo, sfruttando cosi la capacità attrattiva dello stesso. I Tassisti stanno godendo di questa protezione da molto tempo, ma come altre categorie in Italia …..notai….tabaccai….ecc ecc…, l’augurio è che riusciate a garantire un servizio dignitoso , e che si impedisca alla solita multinazionale o grande impresa ,magari in franchising, di entrare anche in questo mercato……..o forse no

  3. Tranquilli tutti! I turisti che si sono fatte le file per la navigazione, la funicolare, i bus, i taxi ed i ristoranti sotto il sole ed il caldo di luglio non torneranno mai più. E racconteranno a tutti la loro devastante esperienza comasca. Prevedo un 2023 in calo presenze.

  4. I taxisti meriterebbero che anche a Como arrivi UBER, come in ogni paese civile, poi finalmente dovranno darsi da fare.
    Provando Uber ci si rende conto dello lobbisimo, clientelarismo e qualunquismo della casta dei taxisti in Italia.

  5. Ringraziamo tutti i nostri politici che ora sono super impegnati nella LORO campagna ELETTORALE per la loro CADREGA e col cavolo hanno tempo per RISOLVERE I PROBLEMI CREATI DALLA LORO LUMACOSA LENTEZZA!!!!
    DOVREBBERO PAGARE DI TASCA LORO PER I VERGOGNOSI DISAGI E LA MANCANZA DI PIANIFICAZIONE.
    MA OVVIAMENTE SE NE FREGANO PERCHÉ LO STIPENDIO È SICURO E GARANTITO A PRESCINDERE.
    BENVENUTI IN ITALIAM

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