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Il voltafaccia del Comune, le pressioni della Regione, lo sconcerto del Demanio: l’intrigo sul chiosco “Al Molo”

Emerge un retroscena veramente sorprendente sulla decisione della giunta comunale di Como di abbattere il chiosco “Al Molo” sul lungolago. E a svelare una giravolta dell’amministrazione, dapprima favorevole al mantenimento della struttura e poi invece improvvisamente a favore della demolizione, è un soggetto terzo: l’Agenzia del Demanio.

Con una nota siglata il 7 aprile scorso, infatti, il Demanio risponde a una precedente sollecitazione di Palazzo Cernezzi che aveva espressamente chiesto “a questo ufficio di esprimersi nuovamente in merito al mantenimento del chiosco in oggetto, ovvero alla sua demolizione, alla luce della ”auspicata” sua rimozione da parte della Giunta Regionale, in vista del riassetto del lungolago di Como in programma”.

Como, decisione drastica della giunta: “Il chiosco Al Molo sul lungolago va demolito”

Poche righe che, si perdoni l’espressione colloquiale, già aprono un mondo. Cioè indicano in maniera apparentemente inequivocabile come la “mente” della volontà demolitoria sia in Regione Lombardia, mentre il Comune avrebbe quasi la parte del “braccio” per andare incontro gli “auspici” milanesi. Ma non basta.

Un secondo passaggio è ancora più straordinario per certi versi. E svela un dietro le quinte clamoroso.

“Nel caso di specie – scrive il Demanio – questa Agenzia ha espresso il parere favorevole al mantenimento dell’immobile con nota del 21.10.2020, non essendo stata segnalata alcun tipo di criticità, trattandosi di opera regolarmente edificata e accatastata, per la quale il Comune di Como aveva manifestato l’intendimento di effettuare nuova concessione d’uso, essendo scaduta quella precedentemente sottoscritta”.

Insomma, seguendo le parole del Demanio: in realtà la permanenza del chiosco “Al Molo” sarebbe del tutto legittime, sulla base di documenti e assenza di altre criticità. Ma evidentemente gli “aspici” della Regione già citati sopra, in relazione al cantiere delle paratie, sono riusciti a mettere in discussione quella che sembrava in realtà una posizione pacifica.

E infatti, il cerchio si chiude: “Tuttavia, alla luce delle nuove precisazioni rese da codesta Amministrazione con la menzionata missiva, secondo cui la permanenza del fabbricato contrasta la riqualificazione del lungolago previsto da Regione Lombardia, questo ufficio non può che autorizzarne la rimozione, rimandando a quanto previsto in tal senso dall’art. 3 della concessione demaniale scaduta il 31.12.2017″.

Clamoroso e in apparenza denso di venature di sconcerto per questa sorta di giravolta forzata, il passaggio finale del Demanio: “Infine, qualora in futuro si dovessero presentare trattazioni di similare natura, si invita cortesemente codesto Comune a fornire, in primo luogo, il proprio orientamento circa l’opportunità al mantenimento di un manufatto su ambito lacuale, sottoponendo sin da subito a questo ufficio ogni utile elemento per esprimere il parere di competenza, in ragione delle competenze di codesta medesima Municipalità in ordine a tutela edilizio urbanistico nonché di gestione idraulica del demanio idrico lacuale, con la supervisione della Regione Lombardia”.

La sensazione, comunque, è che questa vicenda davvero non sia chiusa qui.

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4 Commenti

  1. C’è da restare basisti, dopo la vicenda del battello e dopo oltre un decennio di ritardo sui lavori siamo ancora a discutere su un problema che avrebbe dovuto avere soluzione da già tempo. Qualcuno sarà responsabile di questo ennesimo fallimento?.

  2. Da abbattere e spostare da un’altra parte! Così come i Tasell con le loro barche davanti a piazza Cavour che ostruiscono la vista lago e non permettono ai turisti di sedersi sulla scalinata. Il lungolago deve essere libero da qualsiasi manufatto o barriera e la visuale va salvaguardata. Ho una visuale unica al mondo e lascio un monolite è un gruppo di barche ad ostruire il panorama??? Valorizziamo il ns ambiente, non copriamolo! cordialmente

  3. Decenni per riqualificare il lungolago e poi ci teniamo una struttura bipiano, che oscura la visuale?

    La concessione scaduta è il momento ideale per rimuovere finalmente il chiosco.

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