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Immobile storico e grande affare possibile nel centro di Como: “Chi lo vuole può fare prezzo e offerta”

Anche il terzo e ultimo tentativo di vendere all’asta il gigantesco immobile di proprietà comunale in centro a Como, per la precisione l’ex orfanotrofio tra via Tommaso Grossi e via Dante, è andato deserto. In quest’ultima occasione, il prezzo a base era stato ridotto di un ulteriore 25% rispetto alla cifra originaria, scendendo a 7,2 milioni di euro dagli iniziali 9,7.

E adesso cosa succede per il maxi edificio che ha ospitato nel tempo appartamenti, una famosa pizzeria, una scuola e l’ex sede della Circoscrizione civica? E’ stato il sindaco di Como, Alessandro Rapinese, nell’ultima ospitata a Etg+ a tracciare la strada. Un sentiero nemmeno troppo stretto, che, nell’ambito di regole ben definite, è difficile non vedere come una potenziale grande occasione per chi fosse interessato. Se non altro per la posizione dell’immobile – davvero a due passi dal centro storico di Como – e per il momento d’oro della città, particolarmente in ambito turistico.

“Siamo arrivati al massimo ribasso possibile, con quest’ultimo tentativo – ha specificato Rapinese – Ora si apre la strada della trattativa diretta. Se qualcuno vuole comprare l’immobile, può fare una telefonata o mandare una mail in Comune e fare un’offerta. L’amministrazione non va a chiamare l’amico che lo compra, saranno seguite tutte procedure trasparenti e secondo le regole fissate dalla Repubblica”.

“Chi fosse interessato può comunicarci di essere disposto ad acquistarlo e chiedere che gli venga venduto al prezzo che ritiene – ha proseguito Rapinese – Poi, in alcuni casi si deve tornare in consiglio comunale per l’autorizzazione, in altri la cifra proposta può essere messa come base di una nuova asta per vedere cosa dice il libero mercato. Ma tutto è disciplinato dalle regole dell’urbanistica”.

Di sicuro, nel momento in l’alienazione riuscisse – tenendo presente che questa è almeno la quarta giunta che ci prova in 20 anni e più – secondo il sindaco ne “ne guadagnerebbero la città e l’amministrazione, che incasserebbero la cifra di vendita e poi la successiva Imu, vedendo finalmente un pezzo di città riqualificato; e ne gioverebbe il privato con l’acquisto alla cifra secondo lui conveniente”. Naturalmente, in questo caso, sempre che sia in linea con le perizie sul valore che spettano comunque in capo all’amministrazione comunale per definire un valore di massima.

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