Una convinta difesa dell’operato del ministro degli Esteri (e collega di partito) Luigi Di Maio e un attacco doppio alle Leghe, in primis ticinese e in parallello italiana. A mettere nero su bianco il tutto, il deputato comasco del Movimento Cinque Stelle, Giovanni Currò, assieme all’altro parlamentare pentastellato Niccolò Invidia.
Il tema è la visita di ieri di Di Maio all’omologo svizzero Ignazio Cassis, da un lato per sottolineare la riapertura completa delle frontiere tra i due Paesi, dall’altro per toccare anche il tema delicatissimo degli sviluppi sull’accordo fiscale frontalieri (che prevederebbe come noto la doppia imposizione per i lavoratori e parallelamente una sostanziale revisione del meccanismo dei ristorni).
Di Maio-Cassis in Ticino. Il ministro italiano: “Parlerò dell’accordo fiscale col ministro delle Finanze”
“Con l’incontro di ieri si è invertito un paradigma – scrivono Currò e Invidia – La manifestazione di una maggiore vicinanza alle esigenze dei cittadini da parte dello Stato rispetto a Regione/Cantone. Quanto promesso dal M5S al Governo trova sempre più concretezza nei fatti”.
In realtà, ieri, nessuno sviluppo particolare è emerso sul tema dell’accordo fiscale tanto invocato dalla Lega dei Ticinesi, tanto che il presidente del governo ticinese Norman Gobbi (Lega dei ticinesi) tanto da definirsi molto deluso dell’incontro Di Maio-Cassis: “Oggi non abbiamo sentito nessun termine, nessun agenda politica e nessun impegno formale per la risoluzione di questo dossier – ha infatti commentato Gobbi – Credo che questo sia l’aspetto più demotivante perché dopo cinque anni ci si attende qualcosa che non siano solo parole ma anche fatti”.
E qui ecco il salace commento di Currò e Invidia: ” La prova di questo? Il malcontento di Gobbi e il suo compagno di partito Quadri della Lega dei ticinesi (cugina della Lega di Salvini che non lesina insulti nei confronti dei frontalieri)”.
E ancora: “Facciamo chiarezza sull’incontro di ieri, del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio con il suo omologo Ignazio Cassis. L’incontro aveva al centro i rapporti di amicizia tra Italia e Svizzera, con ringraziamenti reciproci per gli aiuti e la collaborazione durante il lockdown. In riferimento alle richieste pervenute sui frontalieri si è stati sempre chiari. Priorità all’ascolto del territorio e alle sue esigenze per addivenire ad una soluzione che accontenti tutti. Niente accordi sotto banco e nulla di nascosto. Tutto alla luce del sole”.
Un riferimento, quest’ultimo, che pare tutto indirizzato alla lettera firmata dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, il 30 aprile scorso, che pareva spianare la strada alla firma del nuovo accordo fiscale sui frontalieri con la Svizzera, sulla base delle intese 2015.