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#ioapro, dopo il verbale a Arte Dolce la solidarietà di Confesercenti: “Stato latitante”

Solidarietà da Confesercenti.

Come abbiamo raccontato oggi lo storico Arte Dolce ha deciso di aprire porte e servizio ai clienti aderendo alla protesta #ioapro, indetta a livello nazionale.

Risultato, clienti ai tavoli, in aperta solidarietà, e verbale della Locale.

VIDEO L’Arte Dolce apre e serve ai tavoli, verbale della Polizia Locale. Alberto: “Protesto ma da solo”. I clienti: “Ha fatto bene”

Così arriva la solidarietà do Confesercenti che parla di “alcune attività aperte”, anche se per quanto ci risulta l’unico caso sia stato appunto quello di via Cesare Cantù, inoltre al momento l’attività non è stata sanzionata ma, come da articolo sopra, ha ricevuto un verbale.

In ogni modo ecco la presa di posizione:

“Abbiamo saputo che venerdì a Como alcune attività della ristorazione che hanno tenuto aperto e hanno servito i clienti per aderire all’iniziativa “Io resto aperto”, per protestare contro le chiusure del Governo che stanno uccidendo il settore di bar e ristorazione, sono state sanzionate. A loro – afferma il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli – esprimiamo tutta la nostra solidarietà. Ci dispiace vedere come lo Stato sia solerte e puntale quando si tratta di sanzionare le imprese e, al contrario, sia latinante il più delle volte quando si tratta di dimostrare umana comprensione e concreta vicinanza alle stesse”.

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2 Commenti

  1. Non mi dite! Il Presidente di Confesercenti folgorato sulla via di Damasco. Ci vuole “umana comprensione e concreta vicinanza”. Ha perfettamente ragione. Ci vuole “umana comprensione e concreta vicinanza” per gli esercenti in crisi per le restrizioni del Covid, ci vuole “umana comprensione e concreta vicinanza” per chi fugge dalla fame, dalla miseria e dalle guerre e viene a cercare libertà, pane e lavoro nei paesi ricchi. Ci vuole “umana comprensione e concreta vicinanza” per i lavoratori della Bolton e per tutti quelli che hanno perso il proprio lavoro e temono per il loro futuro e per quello della loro famiglia; ci vuole “umana comprensione e concreta vicinanza” per i senzatetto che, per un capriccio “ideologico”, non hanno un dormitorio pubblico. Ci vuole “umana comprensione e concreta vicinanza”……È vero, ci vuole proprio. A questo mondo bisogna invocare l’”umana comprensione e concreta vicinanza” dello Stato ma almeno l’”umana comprensione” di tutti noi, esercenti e Confesercenti compresi.

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