“Ormai, quando esco di casa, cambio strada. Passo da via Carloni, allungo e perdo tempo, ma almeno non mi imbatto in certe scene”. Sono piene di sconforto – anche se non di rassegnazione – le parole della residente nella zona dell’Ippocastano a Como. Perché un conto, come facciamo anche in questo caso, è dedicare uno o più articoli ai problemi di sicurezza e degrado della zona, un altro è viverli ogni giorno, tutto l’anno.
Il tema non è certo nuovo: la convivenza di chi abita nel quartiere – siamo nel comparto di Como Borghi – con le frequentazioni difficili, per usare un eufemismo, del vasto spiazzo compreso tra il parcheggio pubblico affacciato su via Aldo Moro e il Dadone.
“Una terra di nessuno – ammette la residente – e tra l’altro con gruppi diversi che in pratica si alternano nella zona per farsi i fatti loro. Alla mattina, per esempio, capita spesso di trovare senzatetto che si stendono al sole, forse dopo le notti al freddo. Posso anche capirlo, il problema è che poi si mettono a fare pipì dove capita, davanti a tutti. E se provi a dire che non si fa, sa cosa rispondono? Eh, ma mi scappa…”.
Verso l’ora di pranzo, la situazione cambia. “Arrivano i nordafricani, e tengo subito a precisare con fermezza che il problema non è etnico e qui nessuno ne fa una questione di discriminazione o razzismo. Il punto è che quel gruppo specifico che occupa la zona dell’Ippocastano ha un’attività specifica ed evidente a tutti: spacciano”. Addirittura, almeno secondo le ricostruzioni di chi vede quotidianamente i movimenti nell’area, sarebbero spuntati nascondigli creati alla bell’e meglio per nascondere gli stupefacenti.
“Esattamente – continua la residente – arrivano e spesso portano o spostano pezzi di cemento, parti di cordoli o addirittura di barriere stradali come i new jersey con cui vengono realizzati posti riparati dove tenere le droghe al sicuro. Guardi, non c’è esagerazione: ho visto con i miei occhi sia gli scambi, sia ragazzi anche giovanissimi bucarsi. Scene che mi hanno riportato al problema dell’eroina negli anni ’80. Tra l’altro sulla zona sono anche puntate due telecamere e io mi chiedo: non vedono nulla o chi dovrebbe poi non vuole vedere?”.
In tutto, questo, c’è poi il problema del degrado generale in cui affonda questa sorta di landa abbandonata a se stessa.
“Gli ascensori a servizio del pubblico sono spesso ridotti a bagni pubblici, non di rado capita di trovarci urina o peggio, oltre ai danni a strutture e specchi – continua l’abitante del quartiere – le stesse zone un pochino più appartate sono ridotte a bagni pubblici, spesso sotto le nostre finestre, con spettacoli indecenti”. Qui sotto un video purtroppo eloquente.
Mi è capitato di vedere queste persone manomettere centraline elettriche per ricaricare i cellulari e c’è una rete divelta nella parte alta che di fatto permette di usare un’area verde retrostante come discarica, dove viene buttato ogni genere di rifiuto e immondizia. In questa situazione, nessuno capisce mai esattamente di chi sia la competenza per eventuali provvedimenti: il Comune? Le Ferrovie? Il Dadone? Non si sa”.
“In conclusione – chiude la residente – questa zona dell’Ippocastano, finché non avrà una destinazione precisa e rimarrà questa terra di nessuno, non cambierà. Ma noi ne possiamo più. Le forze dell’ordine? Ci sono, spesso ci aiutano, ma è chiaro che non possono intervenire ogni due minuti. E comunque, la verità è che spesso hanno le mani legate”.
4 Commenti
Questo è il prodotto di una società ove vige l’opportunismo, l’intolleranza, la logica dei pochi “vincitori” e dei molti “perdenti”, dell’esclusione.
Credete forse che i senzatetto e gli immigrati spacciatori non andrebbero preferendo e desiderando il benessere delle stesse persone alle quali i primi generano disagio e problemi?
Il “degrado” umano non si combatte a colpi di scopa per pulire i salotti buoni, ma includendo, offrendo valide alternative di vita alle persone in difficoltà.
Sono perfettamente d’accordo.
Ma dove sono e cosa fanno i vigili? A be sono a controllare se i proprietari dei cani hanno la bottiglia di acqua x pulire deiezioni dei cani! Como lasciata in balia di delinquenza straniera. Serve 1 vigile fisso in qst zone a rischio ! Come in passato.
È così triste leggere questa esperienza dei residenti. Una risposta così equa e responsabile al problema. Le fotografie sono inquietanti. Spero per il loro bene che il Comune di Como e le principali parti interessate possano collaborare per risolvere questo problema in un modo che serva a tutti i residenti, agli imprenditori locali e ai visitatori della zona. Il problema esisterebbe se si verificasse nel cortile di casa dei nostri leader civici?