Scenario spesso denunciato dai pendolari che da Como vanno a Milano: “Buongiorno treno 8.36 per Milano dimezzato. Seconda classe strapiena ci sediamo in prima veniamo cacciati in malo modo dalla bigliettaia. Ma quanto dobbiamo subire ancora? Grazie per l’attenzione”.
Consueta arriva anche stamani, purtroppo, la segnalazione da chi ogni mattina raggiunge la stazione di San Giovanni. Con specifica su distanziamento e misure anti pandemia: “Sono in piedi nel mio angolino tra biciclette e gente che starnutisce”.
Così chiediamo, in tempo reale, se il personale abbia dato chiarimenti, nulla di fatto ci spiega il lettore: “No la bigliettaia si occupa solo di biglietti ha detto che non lo sa. Di solito succede così quando a chiasso subentra il personale italiano e non è sufficiente per i due treni soliti che richiedono più personale”.
8 Commenti
Caro pendolare La signora controllava e vendeva biglietti. Da vocabolario bigliettaia. Nulla di offensivo. Se c’è qualcuno che non fa bella figura è Trenord quotidianamente e molto del suo personale molto spesso arrogante.
Andrea, collega: la figura della bigliettaia, a bordo treno, semplicemente NON esiste. La “capo scorta treno” può anche svolgere mansioni di controlleria e regolarizzazione a bordo (ma non è il suo incarico principale). Saluti.
Mah per me vende biglietti e la chiamo bigliettaia.
Certo. Ognuno è libero di manifestare come meglio creda la propria essenza intima. Cordialmente.
Infatti. Comincio a pensare che lei sia un bigliettaio.
Meglio non le dica cosa – io – ho cominciato a pensare di lei, già dal primo commento… Saluti.
Sarebbe corretto prendersela con Regione, che gestisce malamente il TPL, da 20 anni. sempre rivotati.
Caro collega pendolare, capisco tutto, ma non si fa affatto una bella figura, disprezzando con titoli gratuiti il lavoro altrui. Definire “bigliettaia” una capotreno è indice di malcelato astio, e forse di un pizzico di misoginia.