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La denuncia: “Aiuti fermi a oltre 400 famiglie comasche con Adi per i silenzi del Comune”

Da maggio oltre 400 famiglie comasche che percepiscono l’Assegno di Inclusione (Adi) si sono viste sospendere i servizi di inclusione sociale previsti dal programma. A denunciarlo pubblicamente sono Alessandra Ghirotti segretaria generale di Cgil Como, Paola Gilardoni segretaria territoriale Cisl dei Laghi e Dario Esposito coordinatore Uil Lario, che sottolineano come questa interruzione rappresenti una grave mancanza di tutela nei confronti delle persone più fragili della comunità.

Secondo quanto riportato dai sindacati, numerosi cittadini si sono rivolti alle sedi sindacali nel corso del mese di maggio, portando con sé una comunicazione che annunciava la sospensione del servizio relativo agli interventi di inclusione. Il motivo? Il mancato conferimento della delega da parte del Comune di Como all’Azienda Sociale Comasca, soggetto fino ad ora incaricato di erogare i servizi socioassistenziali per conto dei Comuni dell’ambito.

“Le nostre richieste sono rimaste inascoltate”

“Considerando la complessità delle condizioni delle persone destinatarie degli interventi e l’importanza di garantire continuità del servizio finalizzato ad assicurare la necessaria protezione – hanno affermano i sindacati – è stata immediatamente chiesta un’audizione urgente all’Assessorato competente dell’Amministrazione comunale. Richiesta rimasta senza risposta per oltre un mese“.

Cgil, Cisl e Uil denunciano non solo l’assenza di dialogo istituzionale da parte del Comune, ma soprattutto “il venir meno di una responsabilità di tutela proprio delle persone più fragili della comunità“.

Il tutto si inserisce in una fase critica di riorganizzazione della governance della programmazione sociale locale, per l’attuazione del Piano di zona dell’ambito di Como. A causa della mancata firma dell’accordo di programma da parte del Comune, ad aprile è dovuto intervenire un Commissario ad acta nominato da Regione Lombardia per sbloccare la situazione. Durante questa transizione, l’Ufficio di Piano è stato trasferito al Comune di San Fermo della Battaglia, capofila di ambito, ma resta l’Azienda Sociale Comasca a gestire i servizi su delega dei comuni.

“400 i nuclei familiari che percepiscono l’Assegno di Inclusione a Como”

Secondo i sindacati “è paradossale che siano proprio le persone più fragili a dover subire gli effetti di una fase di transizione e dei mancati passaggi di delega per assicurare la continuità di erogazione dei servizi. Questo avviene in un momento ancor più delicato, di incertezza, considerando che con il mese di giugno le persone che percepivano l’Assegno di Inclusione (Adi) da gennaio 2024 hanno ricevuto il diciottesimo e ultimo pagamento. Con il mese di luglio infatti è stato necessario ripresentare la domanda di rinnovo del beneficio”.

Stando all’ultimo rapporto Inps, sono 1.574 i nuclei familiari che percepiscono l’Assegno di Inclusione, di cui oltre 400 risiedono a Como. Ma il solo sostegno economico dell’Inps, hanno ricordato i sindacati, non è sufficiente. “L’aiuto deve essere accompagnato da un percorso personalizzato indirizzato all’inserimento lavorativo e all’inclusione sociale. Questo programma di interventi mirati, che rappresenta un livello essenziale delle prestazioni, è di responsabilità dei comuni, che possono gestirlo attraverso gli ambiti, mediante delega. Sono proprio gli interventi di inclusione sociale che sono stati sospesi agli oltre 4oo nuclei a Como”.

La risposta di Cgil, Cisl e Uil è dura: “Riteniamo inaccettabile che questa situazione di incertezza duri dal mese di maggio e riteniamo necessario che venga data comunicazione relativa al ripristino dei servizi alle famiglie, che non possono essere lasciate sole, in un contesto in cui aumentano le condizioni di povertà e disuguaglianza anche in un territorio come quello comasco”.

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