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La lama del vandalo (non) ferisce l’anima e l’orgoglio di Rebbio in festa

(Nota: tutte le immagini nell’articolo sono proprietà della pagina Facebook Rebbio in Festa)

La cosa più importante di queste righe sono due: il “non” tra parentesi nel titolo dell’articolo e come è andata la festa di Rebbio lo scorso fine settimana. Contravvenendo a qualsiasi regola giornalistica di base, infatti, la notizia di stringente attualità la troverete soltanto racchiusa in pochissime parole in fondo che più in fondo non si può.

Dunque, parliamo del resto: “Rebbio in festa”, negli scorsi 26 e 27 maggio, è stata un grande successo. L’incontro per le strade del quartiere tra colori, sapori, bancarelle, musica, teatro e tutto quanto ha trasformato asfalto e vie in un incrocio di bambini, adulti, anziani, residenti, passanti e visitatori, è stato un momento un serenità, felicità ed entusiasmo che rimarranno a prescindere da tutto.

Chi ha voluto e realizzato la festa – la Parrocchia di Rebbio, L’oratorio di Rebbio, Noi associazione ritrovo parrocchiale, CAG Oasi, Scuola Materna di Rebbio, U.S. Alebbio, Gruppo Accoglienza Parrocchiale, Circolo Acli di Rebbio, Spi Cgil, l’Isola che c’è, Coop si può fare, coop il Seme, Uisp (Unione Italiana Sport Per tutti ), FIAB Como Biciamo – ecco, tutti loro e chiunque altro sia andato a portare il proprio piccolo pezzo di fatica ed entusiasmo, questo popolo ha vinto e ha comunque mostrato largamente il volto migliore. Tanti volti, ognuno diverso e unico.

Un crogiolo spensierato, sorridente, multiculturale e rivolto al futuro, a dispetto dei problemi che – come tutti i quartieri per qualche verso di confine, tutti i quartieri che hanno un don Giusto in prima linea – possono covare dentro o trovarsi a gestire quotidianamente.

Dunque (eccolo, il piccolo grumo di parole di cronaca), i poveri vandali che hanno pensato bene, nelle scorse ore, di squarciare il tendone sul piazzale della Chiesa, usato lo scorso fine settimana e lì lasciato per l’imminente festa dell’Alebbio e poi per il Grest, hanno sì inferto un colpo momentaneo al morale, alla soddisfazione e certamente in parte anche all’economia del quartiere.

Ma la meschinità di un tale atto provocherà certamente più danni alla coscienza sorda di chi l’ha compiuto che non all’orgoglio del quartiere. Orgoglio che invece, nel momento stesso in cui la lama affondava nella tenda, cresceva. E renderà Rebbio più forte di prima. Più forte che mai.

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