Un aumento sensibile della quota di smartworking per i frontalieri italiani. Questo l’obiettivo con cui il deputato Andrea Pellicin ha presentato un emendamento all’art. 15 della legge di bilancio sul tema del telelavoro dei lavoratori frontalieri. Nello specifico, la richiesta riguarda la percentuale di ore di telelavoro che i frontalieri possono svolgere fino all’entrata in vigore del nuovo accordo Italia-Svizzera, innalzandolo dal 25% al 33%.
“Con la suddetta proposta di emendamento – spiega l’onorevole – si chiede che i lavoratori frontalieri possano svolgere in modalità di telelavoro sino al 33% della loro attività di lavoro dipendente presso il proprio domicilio nello Stato di residenza senza che ciò comporti la perdita dello status di frontaliere. Si ritiene infatti che le positive evoluzioni delle modalità di svolgimento delle prestazioni lavorative possano essere utilizzate con maggiore ampiezza anche dai lavoratori frontalieri che, soprattutto nel settore del terziario, hanno la possibilità di lavorare, almeno in parte, da casa”.
“Se in altri contesti, ad esempio dalla Francia verso la Svizzera, è possibile per i frontalieri effettuare in telelavoro fino al 40% dell’orario di lavoro, si ritiene equo aumentare quantomeno sino al 33% del medesimo orario la quota disponibile per i nostri frontalieri che ogni giorno si recano al lavoro in Svizzera – aggiunge Pellicini – Ciò gioverebbe certamente alla qualità della loro vita, con beneficio ulteriore per le politiche ambientali, se si considera che ogni giorno sono quasi circa 80mila i lavoratori frontalieri che, più che altro con l’uso della propria autovettura, varcano il confine di Stato con la formazione di lunghissime code. Attraverso quindi l’ampliamento delle opportunità del telelavoro si avrebbe la possibilità di attenuare l’estenuante traffico veicolare lungo i valichi con la Svizzera e quindi diminuire l’inquinamento da idrocarburi”.
“Inoltre – conclude – ciò costituirebbe un segnale di attenzione nei confronti dei lavoratori frontalieri nei confronti dei quali la precedente legge di bilancio ha previsto l’introduzione del contributo del contributo alla salute in favore degli ospedali di frontiera. Non so se l’emendamento passerà, ma il mio obiettivo è comunque quello di aprire un dibattito costruttivo in merito al miglioramento delle condizioni di lavoro di migliaia di persone che vivono sulla frontiera”.