La storica azienda italiana di caldaie Riello, controllata dal 2015 dalla multinazionale americana Carrier, è ufficialmente in fase di vendita. La procedura è entrata in una nuova fase con la presentazione di offerte non vincolanti, ma il quadro resta nebuloso: i nomi dei possibili acquirenti sono ancora riservati e mancano piani industriali concreti. Lo scenario si complica con la possibile attivazione del Golden Power da parte del Governo italiano per tutelare gli interessi e la sicurezza nazionali.
È quanto emerso dall’incontro cruciale che si è tenuto presso il Ministero del Made in Italy (Mimit), riunendo i vertici di Carrier, i delegati sindacali di Fim, Fiom e Uilm, i funzionari delle Regioni Veneto e Lombardia, della Provincia di Lecco, e il sindaco di Legnago, Paolo Longhi.
La procedura di vendita: prime offerte non vincolanti
Secondo la relazione aziendale di Carrier, un gruppo selezionato di aziende ha presentato le prime manifestazioni di interesse non vincolanti. Dopo una prima scrematura, queste società potranno accedere alla fase di due diligence (indagine approfondita per valutare rischi e opportunità) e, successivamente, dovranno presentare le offerte vincolanti definitive per l’acquisizione in blocco del gruppo Riello.
L’Intervento del Governo e il Golden Power
Un elemento centrale della trattativa è l’intervento del Governo. Carrier è tenuta a presentare la notifica relativa al Golden Power. Questa clausola normativa consente all’esecutivo di esercitare poteri speciali, inclusa la possibilità di porre condizioni o veto, per proteggere asset strategici e la sicurezza nazionale in operazioni che coinvolgono soggetti esteri.
Sindacati critici: mancano dettagli essenziali
Le organizzazioni sindacali Fim, Fiom e Uilm hanno espresso un giudizio negativo sull’andamento dell’incontro, parlando di “aggiornamenti di scarso rilievo” che “ricalcano informazioni già note”.
In un comunicato congiunto, i sindacati hanno duramente criticato la mancanza di trasparenza sui criteri di selezione degli acquirenti. I parametri fondamentali per la valutazione, secondo le sigle, dovrebbero essere:
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Piano Industriale solido.
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Impegno Sociale (tutela dei posti di lavoro).
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Aspetto Economico.
“Le proposte ricevute da Carrier sono prive di dettagli su questi temi e quindi non attendibili,” hanno dichiarato i sindacati, sottolineando come la preoccupazione principale sia il futuro dei circa 1.500 dipendenti in Italia.
L’importanza strategica della Ricerca e Sviluppo
Un focus particolare della discussione è stato posto sullo stabilimento di Lecco (via Risorgimento), sito strategico che impiega circa 150-160 tecnici, prevalentemente nel settore Ricerca e Sviluppo (R&S).
I sindacati hanno accolto con favore la posizione espressa dal Ministero: il MIMIT ha infatti specificato che il piano industriale del nuovo acquirente non potrà non prevedere investimenti in Ricerca e Sviluppo, un’attività cruciale per la competitività e l’innovazione tecnologica dell’azienda.
Attualmente, i 600 dipendenti italiani sono distribuiti su tre stabilimenti:
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Lecco (circa 150 lavoratori prevalentemente nel settore ricerca e sviluppo)
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Legnago (Provincia di Verona).
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Volpago del Montello (Provincia di Treviso).
Da mesi, i lavoratori attendono certezze sulla sorte del marchio, in vendita dalla scorsa estate. La prossima riunione è già stata convocata per il 18 dicembre, data che potrebbe portare nuovi elementi e, si spera, maggiori chiarezze per il futuro di Riello.