L’addio del Bennet, il marchio di supermercati nato nel 1964 a Como grazie all’intuizione di Enzo Ratti, al centro commerciale Porte di Milano a Cesano Boscone è finito addirittura in Parlamento (qui l’antefatto). O meglio, a portare a Roma il tema generale della crisi del centro è stato il deputato di Fratelli d’Italia Fabio Raimondo. Il futuro della struttura Porte di Milano, senza il supermercato che ne era in qualche modo un cuore pulsante, è infatti decisamente nebuloso e senza certezza. Tanto più che la data di addio del Bennet al centro commerciale è imminente, visto che è stata fissata al prossimo 31 maggio 2025. Ed entro il luglio successivo, tra fine contratti (senza rinnovo) e saracinesche già abbassate, nella struttra resterà aperta solo una trentina di negozi (dai 61 originari).
Per tutti questi motivi, il deputato di Fratelli d’Italia ha presentato un’interrogazione parlamentare rivolta al Ministro delle Imprese e del Made in Italy e al Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali per capire cosa accadrà alla struttura.
“La struttura – segnala Raimondo – da anni punto di riferimento per la comunità locale, sta attraversando una fase di crisi profonda, aggravata dalla recente comunicazione della chiusura del supermercato Bennet, prevista per fine maggio 2025. La notizia ha suscitato forte preoccupazione tra i lavoratori e le istituzioni locali, considerando anche le numerose attività cessate all’interno della galleria commerciale e il rischio di un effetto domino sull’intero comparto commerciale”.
Dunque, secondo il deputato meloniano “è nostro dovere dare voce a chi rischia di perderlo, soprattutto in realtà locali dove ogni posto ha un valore profondo. Portare il caso in Parlamento significa alzare il livello di attenzione istituzionale, con l’intento di favorire una soluzione condivisa”.
“L’interrogazione – conclude il parlamentare – vuole essere uno strumento utile per stimolare il confronto tra le parti, nell’auspicio che si possano tutelare i posti di lavoro e rilanciare l’intera area commerciale. Il centro “Porte di Milano” è molto più di un semplice spazio commerciale: è una piazza cittadina, un punto di aggregazione per il territorio. Ritengo doveroso accendere i riflettori su questa vicenda, perché nessuna comunità può essere lasciata sola di fronte a una crisi come questa”.