“Il termine anziano va abolito. Non mi piace, getta discredito”.
Dopo un anno in cui le persone anziane e le loro fragilità sono state al centro del discorso pandemico, come categoria a forte rischio di contagio, il sindaco di Laglio Roberto Pozzi (classe ’53) dice la sua su una parola che ormai “non ha alcuna ragione logica di esistere”.
E lo fa citando in primis gli articoli di cronaca nera, dove sempre più spesso gli ultra 60enni vengono etichettati con il termine “anziano”. Fascia d’età che, per Pozzi, non avrebbero ancora fatto il proprio ingresso nella terza età.
“Capita leggendo le cronache di nera, d’incappare in frasi tipo: auto pirata asfalta anziano sulle strisce pedonali, oppure rapina in casa, anziano arzillo, randella il malcapitato furfante eccetera – afferma Pozzi – Poi vai a leggere l’articolo e scopri che gli anziani in questione avevano rispettivamente 64 e 66 anni. Amici ultra sessantenni diciamolo forte e chiaro: Io non ci sto (cit. Oscar Luigi Scalfaro)”.
Per sostenere la propria argomentazione con rigore scientifico, tira in ballo la disciplina che studia gli aspetti biologici, cognitivi, sociali e psicologici dell’invecchiamento.
“I cronisti nostrani o multiculturali che sia, dovrebbero frequentare corsi di recupero in gerontologia – osserva – per scoprire che il termine anziano affibbiato a gagliardi sessantenni non ha, oggi, alcuna ragione logica di esistere. Persino la Società Italiana di Gerontologia, ha, ufficialmente, alzato l’asticella dell’anzianità oltre i 75 anni. Ma non è questo il punto”.
Eh no: perché oltre alle motivazioni sostenute dalla scienza, lo sfogo del sindaco lagliese è un’opinione personalissima dell’utilizzo poco adeguato del termine stesso. Legato, forse anche esasperato, all’emergenza pandemica.
“Questo termine anziano, va semplicemente abolito. Non mi piace, getta discredito – conclude Pozzi – E poi, come direbbe Forrest Gump: Anziano è chi l’anziano fa…Usate, se vi va, il termine vecchio a vostro rischio e pericolo. Questo sfogo prende origine dalla lettura della tabella sotto riportata (foto sotto, Ndr), tratta da un giornale a larga diffusione, che non mi ha lasciato indifferente: si evince che sino a 59 anni si è persone e poi si scade ad anziani. Eh no, cari tabellari, davanti a Dio e agli Uomini: siamo tutti persone”.
4 Commenti
Vegett de l’osti?
Ha l’agenda piena di impegni…….
Beh dai, ha ragione… forse sarebbe meglio “diversamente giovani”…..
Anziano può essere inteso anche come “esperto” (ricco di esperienza) o, una volta, “saggio”. Per cui non lo vedo come un termine offensivo o denigratorio.
Fermo restando che, al momento, i problemi mi sembrano altri……