Con un post su Fb intitolato “Lagio, case vacanza: opportunità e rischi” il sindaco del paese del lago, Roberto Pozzi, interviene sul fenomeno esploso ormai da alcuni anni, il turismo che sceglie un’accoglienza alternativa al più tradizionale hotel, cioè case vacanza e B&B. Il primo cittadino di Laglio sottolinea la differenza tra B&B (che individua come: “integrazione al reddito famigliare) e case vacanza (che definisce con: ” caratteristiche di attività imprenditoriale). Così e annuncia “senza demonizzare alcuna attività” la volontà valutare modifiche al regolamento Imu poiché ” Il sistema di tassazione per B&B e casa vacanza prevede la medesima aliquota fissa del 22%. Alla lunga si rischia un depauperamento del tessuto sociale del paese. “. Ecco l’intervento.
LAGLIO. CASE VACANZA: OPPORTUNITA’ E RISCHI.
Il Lago di Como, non senza merito della presenza di chi sappiamo, è diventato negli ultimi anni un “brand” turistico di interesse mondiale. Molti gli investimenti nel settore alberghiero che hanno portato e porteranno sul Lago le più importanti catene di hotel di lusso. Abbiamo assistito anche al diffondersi del fenomeno “casa vacanza” che ha dapprima affiancato per numero i bed & breakfast per poi superarli di slancio, con ampio margine. A Laglio, ad oggi si contano 46 case vacanza accreditate e 4 B&B. Se da un lato il fenomeno “casa vacanza” ha garantito l’aumento delle presenze di turisti italiani ed esteri con positiva ricaduta per il settore turistico, dall’atro non possiamo nasconderci che qualche problema, serio, può sorgere. Mi spiego meglio.
Se per i B&B si può, a giusta ragione, parlare di integrazione al reddito famigliare, il fenomeno case vacanza assume vieppiù le caratteristiche di attività imprenditoriale. Da un punto di vista sociale le due tipologie di accoglienza hanno ricadute molto diverse. Il B&B non altera il tessuto sociale del paese poiché chi lo gestisce continua a vivere il territorio. Per le case vacanza il discorso è diverso. Assistiamo, sempre più spesso, all’acquisto mirato, anche da parte investitori esteri, di immobili da mettere a reddito con locazione breve. Chi investe ha normalmente risorse finanziarie che il cittadino medio non può permettersi. Il pericolo è dunque quello di “perdere” nuclei famigliari che potrebbero insediarsi in paese a favore di chi investe nelle attività economicamente più performanti. Il sistema di tassazione per B&B e casa vacanza prevede la medesima aliquota fissa del 22%. Alla lunga si rischia un depauperamento del tessuto sociale del paese. Quindi senza demonizzare alcuna attività che, come detto, produce reddito e benessere diffuso, il legislatore dovrebbe a mio avviso operare sulla leva fiscale o altro mezzo, per rendere più conveniente o meno sconveniente l’affitto tradizionale rispetto alla locazione breve. Per canto nostro valuteremmo modifiche al regolamento IMU per favorire questo processo.
2 Commenti
Per scongiurare lo spopolamento dei villaggi di valore paesaggistico, la leva fiscale sugli affitti turistici non dovrebbe essere soluzione indipendente da iniziative contestuali che incentivino la permanenza dei residenti stabili. Come, ad esempio, il miglioramento e lo sviluppo dei servizi (sanitari, commerciali, sportivi, infrastrutturali), gli affitti a lungo termine a prezzi calmierati, le iniziative culturali socializzanti, fino alle sovvenzioni per il trasferimento dei giovani. Aumentare isolatamente l’IMU delle case vacanze, senza concertare iniziative più generali con i comuni limitrofi, scalfirà appena il business in atto, ormai diffuso e radicato in tutto il territorio del lago.
Bravo sindaco, e speriamo che l’atteggiamento sia presto condiviso da altri sindaci, e a tutti i livelli.
Ci vogliono subito infatti chiare decisioni in sede locale, oltre ad un cambio generale dell’orientamento fiscale, in modo da non penalizzare più individui o famiglie che, volendo risiedere sul territorio, ma non potendo o scegliendo di non comprare una casa, possano così trovare un immobile in affitto a prezzi sostenibili con medi stipendi.
Se albergare può starci che sia offerto a 4 o 5 stelle, la vita comune del residente ha bisogno di opportunità più realistiche, dato che si deve confrontare con anni di contratto e non con una settimana o due di vacanza.
Basta trattare cittadine, paesi e condomini come mucche da mungere per fare l’incasso, e di tutto il resto chissenefrega, tanto i proprietari della casa vacanze abitano altrove e a fare le pulizie ci mandano pure un operaio in nero!
Obbligare poi, se non ci fosse già la regola, gli amministratori di condomini a dichiarare al Comune l’attività economica di case vacanze e B&B.
Buon senso urbanistico, lungimiranza civica, trasparenza ed equità economica non guastano mai.