Nel breve volgere di un fine settimana – almeno rispetto alle ipotesi ufficiose circolate nei giorni scorsi – rispetto alla cosiddetta ‘tassa sui gitanti’ o ‘tassa di sbarco’ per difendere borghi più visitati del Lago di Como dagli assalti dei visitatori di giornata, c’è chi ipotizza cifre 5 volte più care rispetto a quelle iniziali. Non appena filtrata la notizia, confermata dal sindaco di Varenna, si parlò di un balzello del valore di un euro per chi non dorme in paese e si ferma soltanto per il tempo di una passeggiata ‘selfie e fuggi’. Ma oggi, tramite il Corriere della Sera, si apprende che l’esborso potrebbe salire fino a 5 euro a persona.
L’antefatto è noto: il primo cittadino di Varenna, Mauro Manzoni, ha già scritto all’ufficio legislativo del Ministero del Turismo per chiedere di introdurre una tassa di sbarco. Tassa che andrebbe versata dai gitanti, cioè coloro che per qualche ora usufruiscono anche dei servizi messi a disposizione dai Comuni (parcheggi, servizio rifiuti ecc) ma che poi se ne vanno.
L’altro obiettivo, parallelo, ribadisce sempre il sindaco di Varenna, è “contenere le masse di turisti mordi e fuggi che non pernottano e non consumano, lasciano immondizia da smaltire, creano disagi ai residenti e a chi sceglie di trascorrere qualche giorno di vacanze nelle strutture”.
Come noto, nella lettera ufficiale inviata al ministero figurano anche gli altri centri molto turistici del centro-lago, ossia i paesi comaschi di Bellagio, Menaggio e Tremezzina (anche se a oggi un simile balzello è contemplato dalle leggi italiani solo per casi specifici, ossia le isole, ed è comunque un’alternativa non cumulabile alla tassa di soggiorno; ergo, bisognerebbe cambiare il quadro legislativo in vigore, cosa tutt’altro che semplice).
Ma mentre sul ramo comasco emergono i dubbi – al di là di una generale condivisione della gravità del problema overtourism nei piccoli centri del lago – dal lecchese, sempre tramite Corsera, arriva addirittura un rialzo delle aspettative economiche.
“È l’unica soluzione possibile — ha dichiarato infatti Severino Beri, presidente di Federalberghi Lecco, riferendosi alla tassa sui gitanti di giornata — Il biglietto d’accesso doveva già essere introdotto da tempo. Si potrebbe pensare a una cifra da scalare sulle consumazioni: basterebbero 5 euro a persona, magari da scontare a chi cena nei ristoranti o fa acquisti nei negozi. Invece, la maggior parte dei turisti arriva con il pranzo al sacco, mangia un panino sui gradini della chiesa e se ne va. Mentre i clienti storici, stanchi della baraonda, non tornano più”.