Mille monete d’oro (quelle ritrovate sotto l’ex-cinema Cressoni), un mistero, otto racconti e un regista. Ecco gli ingredienti di Tesoro mio, il libro di Paolo Lipari (sua prima, riuscitissima, opera narrativa edita da New Press) presentato oggi pomeriggio nello Spazio Diaz (proprio di fronte al cantiere, non un caso) con l’aiuto di Giorgio Gandola che cita Victor Hugo, Dan Brown, Sherlock Holmes e lo stesso Cressoni per raccontare un libro che “sarebbe piaciuto a Umberto Eco per la raffinatezza e a Akira Kurosawa per il gioco di specchi che lo fa somigliare a un Rashomon dell’era digitale”.
“Trovare un tesoro è già di per sé un film – racconta Lipari – Nel momento in cui la vanga ha toccato quel vaso è partita una pellicola. E questo libro è stato semplicemente il cercare di rendere giustizia alle risorse simboliche, espressive e rappresentative di un tesoro trovato in un’epoca in cui sembra che più nulla ci sia da scoprire e in una città come Como, un po’ distratta rispetto ai valori della fantasia e dell’eccezionalità”.
E così ecco prendere forma otto possibili scenari, otto brevi racconti (7+1 in realtà, perché quello che da il titolo al libro, più lungo degli altri, sembrerebbe già pronto per trasformarsi nella sceneggiatura di un prossimo film, chissà) che alternano passato, presente e futuro, fantasia e ricerca storica, per provare a raccontare questo tesoro che un po’ tutti sentiamo come nostro “ma in realtà non ci appartiene. E’ un dono che la storia ci fa ma è anche una sorta di furto perché apparteneva a un’altra persona, a chi l’ha nascosto prima che venisse trovato nel luogo perfetto: un cinema”.
E da qui la riflessione che era nella testa di tutti i (numerosissimi) presenti e che si concretizza nelle parole di Giorgio Gandola: “Si trova un tesoro sotto un cinema nel momento in cui scompare un altro pezzo di cinema a Como, l’Astra”, che Lipari coglie al volo per fare il punto della situazione: “La prima valutazione dei costi da sostenere per adeguare la sala a quanto richiesto dai Vigili del Fuoco parlava di circa 240 mila euro.
Nuove perizie (e la collaborazione degli stessi Vigili del Fuoco a ipotizzare nuove soluzioni) hanno molto ridimensionato questa cifra e ora la decisione spetta alla parrocchia di san Bartolomeo, proprietaria dell’immobile” Il problema, però, è anche la sua futura gestione: “Come Cooperativa Dreamers siamo stati così folli da candidarci a ereditare la gestione del cinema e abbiamo presentato un piano economico alla parrocchia ma non mi sbilancio sulla tempistica della decisione. Di certo è impossibile pensare al Festival del Cinema in febbraio (sogniamo di posticiparlo in primavera) ma, al di la del Festival l’importante è che questo cinema torni ad esistere perché anche lui è un tesoro della città”.