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Quei lavori che hanno fatto vincere il bando. Sono stati fatti? Ecco la risposta di Como Nuoto al Comune. I documenti

Nota per completezza di informazione al lettore: questo articolo è uscito su ComoZero Settimanale dello scorso 26 maggio. Il testo originale è rimasto inalterato ma sono stati aggiunti elementi e alcuni incisi poiché, è evidente, la pagina cartacea ha un’architettura e ingombri fissi mentre il giornale online, con lo spazio potenzialmente infinito, concede di inserire molti più dati, approfondimenti e fonti documentali.

E’ una lettera piuttosto articolata quella di cui siamo entrati in possesso, l’ha inviata il presidente della Como Nuoto, Mario Bulgheroni, lo scorso 30 ottobre al Comune di Como, in particolare all’assessore Maurizio Ciabattoni, al funzionario con Posizione Organizzativa Maurizio Ostini (Opere Pubbliche) e al sindaco Alessandro Rapinese anche in qualità di assessore al Patrimonio e allo Sport.

La richiesta del Comune

La società risponde a una precedente missiva dell’amministrazione (del 4 ottobre) in cui veniva richiesta una relazione sintetica sullo stato degli impianti di viale Geno. E nello specifico il club riassume così le richieste di chiarimenti arrivate da Palazzo Cernezzi circa:

1 Interventi già previsti in sede gara proposti dalla Asd Como Nuoto;
2 Interventi ulteriormente necessari per assicurare l’efficiente funzionamento per il maggior lasso temporale possibile;
3 Suddivisione degli interventi di manutenzione straordinaria in lotti in funzione della priorità esecutiva.

(Entrambi i documenti sono integrali in fondo all’articolo).

La lettera del dirigente

Ma facciamo un passo indietro prima di arrivare al nucleo della risposta del sodalizio sportivo. Lo scorso 19 maggio su queste pagine davamo conto di due notizie (qui nel dettaglio). La prima era che Anac, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione, lo scorso mese di aprile ha chiesto al Comune di Como i documenti relativi all’assegnazione di impianti e piscina di viale Geno appunto alla Como Nuoto. L’atto dell’Ente ha fatto seguito a una segnalazione giunta qualche tempo prima e ora il Comune ha un certo lasso di tempo per produrre quanto richiesto. Chi sia l’autore della segnalazione al momento non siamo in grado di riferirlo, l’azione potrebbe essere arrivata da parte politica così come da qualsiasi privato cittadino. Fatto sta che la richiesta c’è stata.

La seconda novità di peso notevole (nell’ambito di una vicenda che, ricorderete bene, si dipana da moltissimi anni e ha chiavi da riconsegnare, passaggi giudiziari e passaggi politici) è che il Comune di Como non ha ricevuto da Como Nuoto “comunicazioni in ordine all’avvio degli interventi di messa a norma, né cognizione e fornito indicazioni sui lavori” e non ha ricevuto “comunicazioni in ordine all’esecuzione del programma di manutenzione né ricevuto relazione sugli interventi eseguiti da parte del concessionario”.

Con ordine, si tratta delle opere che hanno permesso al Club di vincere il bando di assegnazione dell’impianto sportivo, e che dunque dovevano essere eseguite e con un timing preciso. Lo rivela una lettera firmata dal direttore del Settore Opere Pubbliche del Comune di Como, Luca Colombo (la trovate completa qui). Il 14 aprile scorso il dirigente scrive al segretario comunale, Maria Lamari, e al dirigente del settore Patrimonio, Antonio Ferro. La missiva porta in oggetto: “Concessione dell’impianto sportivo di Viale Geno n°14 all’associazione sportiva dilettantistica Como Nuoto. Riscontro richiesta consiglieri comunali lista Svolta Civica“ (qui la richiesta in Consiglio comunale). Bisogna sottolineare come nel bando fosse prevista l’assegnazione di 25 punti, suddivisi in questo modo: fino a 15 per la messa a norma degli impianti, fino a 10 per la manutenzione straordinaria e ordinaria. Como Nuoto ottenne 25 punti.

Colombo è chiarissimo e prima di rispondere cita l’articolo 8 del bando: “Il progetto tecnico prevede che la concessionaria si impegna ad attuare a propria cura e spese il progetto tecnico presentato in sede di gara. In particolare: in relazione agli interventi di messa a norma/riqualificazione dell’impianto sportivo la concessionaria dovrà procedere entro e non oltre mesi sei dalla data di consegna della struttura (cioè dopo aver vinto l’assegnazione, Ndr) e secondo le prescrizioni del competente Utc (Ufficio Tecnico Comunale) e in conformità alle normative regolanti l’esecuzione di opere edilizie impiantistiche. Ecco quanto si legge:

RISPOSTA: L’Utc non ha avuto comunicazioni in ordine all’avvio degli interventi di messa a norma, né cognizione e fornito indicazioni sui lavori”.

E ancora, secondo punto: “In relazione al programma di manutenzione ordinaria e straordinaria volto a garantire il mantenimento dell’efficienza funzionale e della sicurezza dell’impianto nel corso della concessione lo stesso dovrà eseguire nei modi e tempi previsti nel progetto presentato sotto l’alta sorveglianza del competente Utc, al quale dovrà essere inviata annualmente relazione sugli interventi eseguiti […].

RISPOSTA: L’Utc non ha avuto comunicazioni in ordine all’esecuzione del programma di manutenzione né ricevuto relazione sugli interventi eseguiti da parte del concessionario”.

I lavori nel compendio di viale Geno

Tornando alla lettera dello scorso 30 ottobre vediamo però che in effetti qualche cosa è stata comunicata all’amministrazione. Scrive Bulgheroni: “Si introdurrà nella presente relazione un capitolo che andrà discusso ed approfondito con la attuale amministrazione relativo alle seguenti questioni”. Eccole:

A.1) Innalzamento costi materie prime/lavori rispetto quanto previsto in gara nel 2018 per effetto delle note speculazioni avvenute a causa del conflitto in Ucraina;

A.2) Innalzamento costi e fluttuazioni fonti di energia, sempre dovuti alle speculazioni legate al conflitto in Ucraina, parallelamente alla necessità di transizione green. Tali aspetti impongono un progetto impianti che prenda in considerazione, ancor più di prima, l’introduzione di fonti di energie rinnovabili:

A.3) Stretta conseguenza delle considerazioni di cui al punto A2 è la necessità di variare il sistema di generazione di calore previsto in gara, da caldaia a gas a condensazione a pompa di calore connesso ad un sistema fotovoltaico”.

Vengono poi presentati preventivi e cifre dei lavori previsti dalla gara del 2018 (“Interventi proposti per la riqualificazione dell’impianto”). Una seconda voce (“Interventi ulteriormente necessari per assicurare l’efficiente funzionamento per il maggior lasso temporale”) presenta ulteriori preventivi e relativi lavori. Chiudendo la missiva Bulgheroni sottolinea nuovamente e con forza il concetto: “Come anticipato in premessa gli aumenti di materie prime e del costo di parecchie lavorazioni, avvenuti in questo anno e mezzo, impongono una riflessione congiunta in quanto ciò che fu proposto a base di gara nel 2018 ora ha costi decisamente superiori. Sarà, pertanto, necessario ragionare con l’amministrazione sui criteri per compensare tali maggiori costi rispetto a quelli presentati in gara nel 2018”. Sta di fatto che i progetti proposti e che hanno permesso di vincere la gara per la parte relativa alla riqualificazione dell’impianto, avrebbero dovuto essere effettuati entro sei mesi “dalla data di consegna della struttura”.

Pertanto, riassumiamo: il via libera al rientro materiale della società nei locali di viale Geno è arrivato il 2 agosto 2020 con una “consegna anticipata”. Mentre la sottoscrizione formale del contratto di concessione dell’impianto è avvenuta il 21 maggio 2021. Ma va ricordato ancora una volta come il direttore delle Opere Pubbliche Luca Colombo, (citando il bando di gara, Articolo 8) nella lettera di cui abbiamo già parlato (qui i dettagli) abbia precisato a scanso di equivoci come sia la data di consegna della struttura a far fede. Vediamo il passaggio (click per ingrandire):

Riprendendo le argomentazioni esposte nella lettera siglata dal presidente di Como Nuoto, è corretto evidenziare come l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sia partita il 24 febbraio 2022 e dunque i suoi effetti (“Innalzamento costi materie prime/lavori rispetto quanto previsto in gara nel 2018 per effetto delle note speculazioni avvenute a causa del conflitto in Ucraina”) si siano, fatalmente, potuti registrare solo dopo. In definitiva, anche se non viene mai esplicitato direttamente, il documento esprime in modo cristallino come e perché (secondo gli assunti del presidente del Club) i lavori non siano stati effettuati.

Ricordando, ultimo ma non ultimo, che l’amministrazione allora in carica e che ha gestito la partita fino a giugno 2022 era quella del sindaco Mario Landriscina.

I documenti
(un istante di attesa per il caricamento, barra di navigazione in fondo al Pdf)

La richiesta del Comune siglata da assessore e funzionario

lettera-comune

La risposta di Como Nuoto

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L’articolo su ComoZero Settimanale

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4 Commenti

  1. Dovevano fare i lavori entro 6 mesi, nel 2018! Ma non li hanno fatti per colpa della speculazione su materie prime ed energia a causa di una guerra scoppiata nel 2022… Non fa un a grinza.

  2. Dai che ho comprato il Pop Corn e questo spettacolo non voglio perdermelo.
    Como Nuoto che vince, entra in gestione, non fa neanche un lavoro, incassa soldi e ha anche debiti con il comune e nonostante tutto….nessuno dice nulla!!!
    Meravigliso…dovrebbero fare una serie televisiva sai quanti ascolti

    Ps ma in tutto questo l’avvocato Fontana anche Assessore in Comune dov’è?
    Cosa dice?
    E il Super Sindaco?

    dai che ci divertiamo un mondo

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