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Le borracce? “Stupidate pseudo-green”, Casartelli (Confesercenti) la tocca piano

Il confine tra ottime intenzioni, effetti reali e moda (eventuale, magari pure efficace per fini nobili) lo definirà solo il tempo, meglio se suffragato da qualche analisi fatta bene.

Sta di fatto che – eredi di un 2019 dove il tema ambientale è stato il segnatempo di manifestazioni, confronti, studi e dibattiti – le borracce (alternative alle bottiglie di plastica) sono diventate il simbolo, anche commerciale nel bene e nel male non si può negare, di un certo modo di rappresentare e narrare la battaglia eco.

Tanto che, pure a Como:

1 – Borracce ecologiche per 2.000 giovanissimi comaschi. Levrini: “Amare l’ambiente sin da bambini”

2 – Acsm Agam: agli studenti 7mila borracce. “In un anno milioni di bottiglie di plastica in meno”

Ieri sera, viceversa, una battuta d’arresto in Consiglio comunale, dove è stata bocciata la mozione plastic-free pentastellata con immediata indignazione del consigliere proponente, Fabio Aleotti:

Bottigliette in Comune, no alla mozione anti-plastica di Aleotti: “Insensibilità sconcertante” 

Giusto? Sbagliato? Confronto aperto.

Entra certo a gamba tesa con alcuni commenti sul nostro Facebook, il presidente di Confesercenti Como, Claudio Casartelli (sotto, il post integrale dove potete leggere lo scambio di battute con una lettrice).

Gli assessori Galli e Bonduri (sindaco Landriscina a un passo), dispongono le borracce di Acsm

Scrive, sotto il pezzo che racconta la rabbia di Aleotti: “Beh, giusto quella delle borracce è una delle ‘stupidate’ pseudo green degli ultimi tempi, le borracce vanno riempite, e vengono riempite versando nelle stesse l’acqua delle bottigliette di plastica, se poi è gasata, questa quando la versi perde inevitabilmente la gasatura, le politiche devono andare nel corretto smaltimento della plastica, che se smaltita correttamente viene riciclata e riutilizzata…”

E ancora: “[…] non tutta l’acqua degli acquedotti […] è bevibile, quello delle bottigliette di plastica è un falso problema, nulla in confronto agli imballaggi… far passare come corretto usare una borraccia è un modo incorretto di affrontare la questione”.

Presa di posizione decisa, contro un sentire comune bipartisan e molto diffuso, un modo di interpretare la svolta green che ha oggettivo bisogno (anche) di simboli.

Ma sulla borraccia e il suo effettivo valore ambientale, come si dice, pare vi sia dibattito.

Ecco il post e i commenti integrali:

© RIPRODUZIONE RISERVATA

8 Commenti

  1. È sconcertante il fatto che per Casartelli l’unica acqua bevibile sia quella che esce da una bottiglia di plastica. L’acqua dei nostri acquedotti è sicura e controllata. Aggiungo che le case dell’acqua sono di per se inutili: non danno acqua migliore, se non forse a chi la preferisce gassata, per contro contribuiscono a creare la percezione che l’acqua del rubinetto non sia sicura.

  2. Va bene…una cosa è inutile, quell’altra è stupida…e intanto anneghiamo nei rifiuti e viviamo di schifezze…Evviva! Continuiamo così senza nemmeno a provare a fare qualcosa!!

  3. E’ proprio vero. Anacronisti si nasce. A parte il fatto che se l’acqua è buona, e anche gli acquedotti pubblici la erogano, non si comprende perché la borraccia non possa essere riempita dal rubinetto. Moltissime aziende e luoghi pubblici hanno adottato degli apparecchi che hanno lo scopo di purificare l’acqua dei rubinetti. Alcuni, addirittura, la forniscono gasata, fredda o calda. Il Comune potrebbe senza difficoltà, anche per dare il buon esempio, adottare questi strumenti.
    Tra l’altro il commercio dell’acqua minerale, sia quella di plastica sia quella in bottiglie di vetro, comporta trasporti onerosi e inquinanti. Autoarticolati che partono dalle fonti più ambite e raggiungono località dall’altra parte d’Italia, producono inquinamento, traffico….ecc.ecc.
    Ma si sa…..quando si è anacronisti, tutto ciò che è nuovo o che è diverso dal solito, è una stupidata.

  4. Prendo l’acqua alla “casetta comunale” e la conservo in una bottiglia di vetro per poi travasarla nella borraccia per l’ufficio. Si può fare, basta volerlo caro sig.Casartelli……

  5. Mi chiedo come mai nessuno – qui e su facebook – non abbia ancora avanzato una considerazione banalissima: “riciclo” e “riuso” non sono principi in contraddizione tra loro. Sono due facce della stessa medaglia. Fanno parte entrambi di quelle “buone pratiche” che devono guidarci a un rapporto sempre più consapevole verso la plastica.
    Ovvio che se la borraccia da mezzo litro io la riempio con una bottiglietta da mezzo di acqua gasata, il risparmio sta a zero (anzi, c’è una borraccia di plastica in più e un mezzo litro di gasata che, con ogni probabilità, vuoterò nel lavandino prima del tempo perché avrà perso frizzantezza).
    Ma se la riempio con la bottiglia da 1,5 litri avrò già risparmiato qualcosina. Se poi userò l’acqua del rubinetto, il mio risparmio di plastica in riferimento alla variabile “bere acqua” sarà totale.
    L’impressione è che questa tendenza a polarizzare le opinioni intorno a 2 tesi soltanto, più che a far ragionare la gente, serva a consolidare la propria fazione nel confronto/scontro con l’altro.
    Basterebbe scorrere un’infinità di temi fonte di dibattito (immigrazione, dormitorio, Città dei Balocchi…) per scoprire come “la terza via” sia davvero merce rara.
    A chi giova che non si passi mai dallo scontro al confronto? Difficile a dirsi. Una cosa è certa: ci vuole molto meno talento a saper usare solo bianco o nero che le 50 – mille, 10mila – sfumature di grigio.
    M.

    1. Tutto giusto, solo una piccola precisazione: la bottiglia da 1,5 litri è fatta con più plastica di quella da 0,5 🙂 Certo, non proprio il triplo ma insomma…. il risparmio in quel caso è veramente minimo. Da scartare. Solo acquedotto. A Como l’acqua dell’acquedotto è buona, sfruttiamola.

  6. Diamo anche qualche numero.
    La bottiglia che è nel vostro frigo, è parte dei 12,5 miliardi di litri d’acqua che nel nostro paese vengono imbottigliati ogni anno, di cui 81% venduti in contenitori di PET. Queste cifre hanno richiesto la produzione di 330.000 tonnellate di PET, con l’utilizzo di 650.000 tonnellate di petrolio e 6 miliardi di litri d’acqua.
    Dunque per produrre 1 kg di PET (con cui si producono circa 25 bottiglie da 1,5 litri) sono richiesti oltre 17 litri di acqua (quindi per ogni litro se ne sprecano due) e 2 kg di petrolio.
    Non solo: bisogna considerare anche l’impatto dei trasporti. Circa l’80 per cento dei trasporti nel nostro paese avviene su gomma e i tir messi in circolazione solo per il mercato delle acque confezionate si stimano essere circa 300mila. La percorrenza media è di 1.000 km e il consumo medio è di 1 litro di gasolio per 3 km, per un’emissione totale di 265.000 tonnellate di anidride carbonica. Se vi sembrano tante pensate alla localizzazione delle sorgenti delle vostre acque: vanno dalle Alpi agli Appennini campani.
    In poche parole: una bottiglia d’acqua emette tanta CO2 quanta ne emette una macchina per fare 1 km. Con la differenza che è molto più facile rinunciarvi perché basta riempire la brocca dal rubinetto.

  7. È sempre meglio documentarsi prima di esprimersi
    Dal sito LIFEGATE
    Oltre la metà dei rifiuti in plastica finisce ancora nei termovalorizzatori e nelle discariche. L’appello di Greenpeace: va ridotto subito il ricorso all’usa e getta.
    Ne differenziamo tanta, ma ne ricicliamo ancora poca. E in mancanza di politiche risolutive che agiscano alla radice del problema, la plastica continuerà ad essere una grave minaccia per l’ambiente. Il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (Corepla) evidenzia che, nonostante l’impegno profuso dai cittadini italiani, il riciclo di questo materiale è ancora un affare complesso: solo il 43,5 per cento viene realmente trasformato in nuovi oggetti – peraltro di qualità spesso inferiore rispetto a quelli originali – mentre il 40 per cento finisce nei termovalorizzatori per la produzione di energia e il 16,5 per cento addirittura in discarica.

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