Anche il Legambiente Cantù, ha partecipato alla passeggiata di questa mattina alla scoperta della Valle della Serenza. Raduno organizzato contro il progetto della Canturina bis che, spiegano dal sodalizio “avrebbe un impatto devastante su questo territorio”.
Il Circolo ha poi inviato un lungo e durissimo documento dove smantella pezzo a pezzo l’ipotesi della nuova strada:
Da più parti si leva un coro di richieste di strade senza le quali, sembra, non sia più possibile far funzionare questo territorio e le sue economie. La disponibilità di denaro stimola le proposte più audaci e assurde che spesso sono frutto di ipotesi progettuali vecchie e obsolete, mai realizzate, rimaste come righe rosse su fogli di carta, che ogni tanto, quando Regione Lombardia favorisce gli interventi sul territorio, si ripropongono come panacea dei problemi del traffico.
Sempre sotto l’egida della “mobilità sostenibile”, che però rimane solo parola vuota. Sì perché l’incapacità della politica di vedere i problemi nella loro complessità e interezza genera solo pesanti ripercussioni su un territorio che è già fortemente urbanizzato e in continuo impoverimento e la sostenibilità, tanto enunciata, si ricerca sempre ‘dopo’ aver predisposto progetti e investimenti.
E allora il problema diventano le ‘posizioni estreme’ degli ambientalisti che si impuntano sulla difesa dell’ambiente, ritenuto sì importante ma sempre in contrapposizione con l’economia e le necessità della città e delle associazioni di categoria.E’ la totale incapacità di immaginare una modalità differente di mobilità che porta inevitabilmente a riproporre un modello consolidato e perdente: diluire il traffico costruendo una nuova strada! ossia spostare il problema della congestione della città nei punti di immissione della nuova strada sui tracciati esistenti, urbani e extraurbani, e offrire l’occasione per nuove costruzioni a margine dei nuovi tracciati con pesanti impatti sui sistemi naturali che vengono inevitabilmente stravolti.
Con una totale mancanza di visione e programmazione generale si propongono tracciati slegati da ogni logica e da ogni previsione: scelte calate dall’alto in documenti di piano incapaci di dare forma alle reali necessità della comunità. Come si può pretendere di affrontare il problema del traffico e della mobilità se nemmeno gli strumenti deputati a farlo, vedi Piano Urbano Del Traffico del 2015 hanno tentato di farlo?
Uno strumento di indirizzo che, al di la di soluzioni che interessano esclusivamente il centro storico, non è stato in grado di leggere le interrelazioni con le aree periferiche e con il territorio, bacini da cui si sviluppano le problematiche legate alla mobilità canturina.
Come si può dire che si vogliono risolvere i problemi di mobilità di Cantù quando non si conoscono nemmeno i dati dei flussi di traffico visto che quel documento è stato approntato utilizzando i dati rilevati nel 2008?
E allora la Canturina Bis è perfettamente coerente con questa logica, un’opera inutile perché generata senza conoscere le reali dinamiche generate dal territorio, che insegue la dispersione di residenza e attività, produttive e commerciali, coerente con il modello di sviluppo che la genera, uno sprawl che impone continuamente nuovo aumento di suolo coperto per soddisfare bisogni di mobilità.
Occorre un approccio diverso, occorre guardare la città e il territorio nel suo complesso, leggerne le relazioni e le criticità valutando le risorse a disposizione e le necessità effettive per affrontare in modo adeguato problemi che hanno sempre implicazioni ad una scala ampia. Occorre una mobilità sostenibile nei fatti, una mobilità che punti sull’utilizzo dei mezzi pubblici, treni e bus, il cui efficientamento garantisca un miglioramento del sevizio attraverso orari coerenti e compatibili con l’obiettivo di garantire una efficiente intermodalità ferro-gomma per alleggerire il carico veicolare sulle strade; che definisca una rete di piste ciclabili per garantire la possibilità di circolazione anche su strade interne ed esterne agli abitati di mezzi alternativi all’auto; che renda il sistema stradale più efficiente attraverso una sua razionalizzazione e una riduzione degli impatti attraverso mitigazioni efficaci per garantire migliore fruibilità e minore congestione: che garantisca la permanenza delle aree verdi quale garanzia della qualità dell’aria, dell’acqua, del suolo e del paesaggio e non ridurre le aree rimaste, peraltro sottoposte a tutela perché inserite nel Parco Regionale Groane-Brughiera.
Significa cioè mettere in atto strategie per ridurre consumo di suolo, inquinamento acustico, dell’aria, traffico, costi e tempi di percorrenza, favorendo una migliore qualità delle aree per preservare il territorio e le sue preziose ricchezze senza aggiungere nuove strisce di asfalto!
Legambiente Cantù
2 Commenti
La manifestazione è del tutto giustificata, anzi persino tardiva. Ma che senso ha “nascondersi” nella valle del Serenza perdendo quindi la possibilità di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’ennesimo attacco che si intende perpetrare nei confronti del già boccheggiante territorio. Se Legambiente e gli ambientalisti locali fanno davvero sul serio, si facciano vedere nelle strade e nelle piazze, magari bloccando il traffico. Perché in questo modo la protesta suona come rinunciataria e persino un po’ fasulla.
Tanto nei palazzi del potere pensano solo a come farsi riellegere e ad far felici gli amici loro.
Dell’ambiente non gli frega niente perché tanto lor signori abitano in lussuose ville o attici lontani dal traffico e dall inquinamento.