Prosegue Legnani: “Abbiamo chiesto la previsione di sei scaglioni di reddito: un’aliquota dello 0,76% dai 15mila ai 28mila, una da 0,79% dai 28mila ai 70mila euro, e una dello 0,80% per i redditi oltre i 50mila euro. Con questo sistema, pur avendosi una riduzione per tutti i redditi, anche per quelli superiori a € 50.0000, i redditi più bassi verrebbero tassati meno mentre quelli più alti contribuirebbero alle casse comunali in proporzione alle proprie possibilità. In altri termini significherebbe una riduzione dell’imposta di 9,50 euro per i redditi sopra i 20mila euro, 12,70 euro per i redditi sopra i 28mila, di 13.90 euro per i redditi sopra i 40mila, 14,90 euro sopra la soglia dei 50mila e 100mila euro con un riduzione percentuale dell’imposta rispettivamente del 5,94%, 5,67%, 4,34%, 3,72% e 1,86%. L’emendamento è stato respinto dalla maggioranza. Abbiamo comunque votato a favore della proposta di riduzione dell’imposta dello 0,03%, essendo comunque positiva una minore complessiva pressione fiscale sui cittadini. E’ però un’occasione mancata per dare un segnale ai redditi più bassi, che sono in particolare sofferenza in questo periodo. Anche questo conferma la non disponibilità della maggioranza a venire incontro alle situazioni di maggiore difficoltà”.
2 Commenti
Chiamasi populismo: posso dire di aver abbassato le tasse (6€ all’anno in meno, come offrire un aperitivo) anche se nei fatti al cittadino non cambia nulla.
Invece di un risparmio irrisorio e non progressivo, con 230.000€ si poteva fare altro. Ad esempio scontare di 100€ l’abbonamento annuale dei mezzi a 2300 studenti di famiglie con redditi bassi.
È comunque indice di cambiamento, anche se sono pochi euro. Dov’era Legnani quando le tasse comunali non venivano pagate e non succedeva nulla ?