Le piogge abbondanti dell’ultimo periodo hanno riportato il livello del lago a una quota normale e riempito gli invasi alpini. Tanto che la grande siccità dei mesi passati e dell’anno scorso potrebbero apparire come un problema superato, seppur da monitorare. Non è però così. Anzi gli invasi alpini oggi stracolmi, dimostrano un’altra realtà. Ovvero che in passato l’emergenza è stata gestita male, “senza un progetto, nell’interesse di pochi e non della collettività e che tale inadeguatezza nelle azioni da compiere ha causato un danno incalcolabile al lago: sia a tutto ciò che vive sui fondali, sia a quanto invece sulla bellezza di quelle acque conta da un punto di vista economico”. A parlare è l’ingegnere Gianni Del Pero, presidente del Wwf Insubria da sempre attento osservatore dell’ambiente in cui viviamo compreso lo stato di benessere del lago.
Il ragionamento parte proprio dalle rilevazioni effettuate a metà giungo quando “osservando i dati altimetrici e i numeri delle acque presenti nel lago, si nota come il Lago di Como “trabocchi”. In un mese si è raddoppiato il volume trattenuto (+100 milioni di metri cubi) mentre il lago si è rialzato di un metro. Qualcuno vorrà spiegare perché oltre 100 milioni di metri cubi d’acqua sono stati tenuti per tutto l’inverno in alta valle mentre sarebbero serviti a ripristinare il livello del lago e a dissetare la pianura riarsa dall’anomala siccità?”, dice Del Pero.
“La siccità, sintomo incontrovertibile del cambiamento climatico, ma anche la gestione errata delle risorse idriche, hanno causato un danno irrecuperabile all’ecosistema del lago. I livelli bassissimi ai quali si è ritrovato il lago, ribadisco per un uso privo di ogni logica delle acque, ha danneggiato, ad esempio, la riproduzione della fauna e della vegetazione del Lario. Un danno irreparabile. Ciò ha causato la scomparsa di diverse specie, dalla tinca al cavedano. Un disastro totale”, sottolinea Del Pero. Senza contare che anche tutto quanto si muove sulla superficie e serve per alimentare l’economia turistica ha risentito e ne risentirà “se Regione Lombardia non farà rispettare in maniera severa le regole che esistono e che specificano come bisogna utilizzare e gestire questa risorsa vitale. Penso ai battelli della Navigazione che hanno dovuto fare i conti con il livello basso, la difficoltà di attracco dei mezzi e con gli stessi turisti che non possono godere appieno di un ambiente magnifico come è il nostro. Senza contare poi le enormi quantità di detriti che tanti improvvisi eventi meteorologici, ormai caratteristica di questi ultimi anni di cambiamento climatico, trascinano a valle”, ribadisce l’ingegnere.
“L’anno passato, così come nei mesi scorsi, negli invasi sono state trattenute quantità eccessive d’acqua che dovevano invece essere usate a beneficio di tutti. Pochi giorni fa erano cento i milioni di metri cubi stoccati, l’anno scorso si era arrivati addirittura a quota 500 milioni fermi in Valtellina. E a fondo valle l’agricoltura soffriva, il lago era secco e le sponde scoperte con tutte le conseguenze del caso. Un atteggiamento che non ha portato benefici per nessuno, o meglio solo per pochi”, chiude Del Pero che non può però prima di concludere il ragionamento non fare un ultimo richiamo. “L’acqua è un bene primario di tutti. Da sempre esistono norme da applicare rigorosamente. E la Regione deve vigilare così come deve ponderare le concessioni ai vari soggetti che vogliono utilizzare questa risorsa. Nessuno ha diritto di portare l’acqua al proprio mulino”.
6 Commenti
Confermo tutto (a eccezione del titolo accademico). La gestione del bilancio idrico del bacino del #Lago di #Como non rispetta l’ecosistema e danneggia l’economia del Territorio, nel solo interesse esclusivo dei gestori idroelettrici alpini. Questa vicenda, esasperata dagli effetti dei cambiamenti climatici, si trascina dalla prima crisi idrica conclamata del 2003 e a eccezione del Patto per l’acqua di Regione Lombardia sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti negli usi plurimi della risorsa idrica, manca da sempre il governo integrato a scala di bacino. La Gestione del Lago di Como, un problema per l’Ingegner Del Pero dai tempi dell’esami di Soncini Sessa, ma il Geologo se ne occupa da una ventina di anni prima e se poi ci si mette anche il WWF Lombardia…
E dal 1999 al 2008 anche come Pres del Consorzio dell’Adda…
Sì in effetti è meglio vivere come struzzi e pensare che tutto vada bene. Purtroppo il Consorzio dell’Adda è una gallina dalle uova d’oro gestito da gente d’ affari.
A me sembrano i soliti deliri ambientalisti. Vogliamo numeri e fatti. Estinzione di tinca e cavedano in un lago profondo oltre 400 metri? Battelli che attraccano male e turisti che poverini non godono appieno del lago?! Questa è retorica imbellettata da un articolo da notiziario oppure ho letto male io. Ciò nonostante la gestione idrica in questo paese andava cominciata 20anno fa e qualcuno dovrebbe metterci la faccia una volta per tutte ma non per la gloria
Il lago è fatto di acqua, anche piovana, ergo non si può controllare come un algoritmo
Per garantire i coltivatori che continuano ad irrigare a scorrimento. E i voti come fanno a maturare, senza,’acqua ?