Referente dei genitori della materna “Carluccio” di via Volta e membro nel consiglio d’Istituto dell’IC Como Borgovico, di cui la materna fa parte insieme alla primaria di via Perti (entrambe sulla black list dell’amministrazione comunale) Teresa Minniti è una dei rappresentanti del Comitato genitori Nazario Sauro/Carluccio e del Comitato genitori “Como a misura di famiglia” invitati a parlare lo scorso giovedì 10 ottobre, davanti alla IV Commissione del Consiglio regionale insieme al sindaco Alessandro Rapinese e al dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale Giuseppe Bonelli in merito all’annunciata chiusura di queste, e di altre, scuole cittadine.
Come è andata quell’audizione in Commissione?
È stata un bel momento e siamo contenti che la voce dei bambini e dei genitori sia stata ascoltata, per la prima volta, in una sede istituzionale dal momento che, fino ad oggi, i vari tentativi di dialogo con l’amministrazione comunale, anche con la nostra presenza in Consiglio, si sono rivelati vani, nonostante il sindaco abbia affermato di confrontarsi quasi quotidianamente con le famiglie.
Di cosa si è parlato?
Il sindaco ha portato i dati che già conoscevamo, a cui si sono aggiunti quelli di un documento di cui non eravamo a conoscenza redatto dal Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione che però, e parlo in particolare del Carluccio, non ha evidenziato problemi strutturali, se non la necessità di una verifica sulla copertura, ma solo problemi di carattere ordinario, arrivando addirittura a indicare come problemi il cattivo odore nei bagni o le luci fulminate.
In effetti nel giro a sorpresa fatto nei giorni scorsi nelle due scuole, in occasione di un forte temporale, alla materna Carluccio il sindaco non ha trovato secchi o infiltrazioni, come invece successo in via Perti, poi definita “marcia” in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook.
Da avvocato direi che l’altro giorno il sindaco è andato alla ricerca di qualcosa che potesse portare consenso alla sua decisione, postando il tutto subito dopo. Peccato che al Carluccio non sia riuscito a trovare quello che cercava, per il semplice motivo che questo edificio non ha i problemi evidenziati dall’amministrazione comunale come ragione per chiuderlo. Come referente, ho fatto un accesso agli atti per visionare i documenti e il piano di riorganizzazione presentato dal Comune descrive una situazione disastrosa senza però allegare alcuna perizia tecnica, rilievi fotografici, computo metrico e preventivi. Dall’altra parte, invece, abbiamo il documento di valutazione dei rischi dell’Istituto Comprensivo che descrive problemi risolvibili con una manutenzione ordinaria. Perché due documenti pubblici sono tanto contrastanti? Dov’è la verità?
E per via Perti? Lì i secchi c’erano.
Le infiltrazioni fotografate dal sindaco sono al secondo piano, che è chiuso, e sono problematiche segnalate da anni all’amministrazione senza che nessuno sia mai intervenuto a risolverle. Peccato che abbia omesso di fotografare tutti gli altri spazi perfettamente funzionanti anche grazie a investimenti con fondi europei Fesr e fondi Pnnr che sono ancora oggetto di verifica da parte degli organi che li hanno erogati. Nessuno contesta che il tetto e la facciata siano da rifare, ma segnalare una necessità è ben altra cosa rispetto mandare in rete certe foto. Anche perché, se la situazione fosse così grave, dovrebbe chiudere la scuola domani.
E infatti l’IC Como Borgovico ha smentito ufficialmente le ragioni della chiusura addotte dall’amministrazione con una nota del consiglio di Istituto, a cui è seguita una nota analoga dell’IC Como Nord.
Il consiglio d’Istituto è un organo politico e, se ha sentito l’esigenza di esprimersi analizzando punto per punto le ragioni a contrasto della decisione del sindaco, un motivo ci sarà. Oltre a problemi strutturali, si è ritenuto di prendere posizione anche per quanto riguarda il calo di iscrizioni portato a rinforzo della decisione di chiudere le scuole: la materna Carluccio ha da sempre una lista d’attesa e la Nazario Sauro ha avuto addirittura un aumento di tredici alunni rispetto allo scorso anno. Allora perché non parlare anche della scuola elementare di via Sinigaglia, dove entra acqua nonostante il recente cantiere, o dell’asilo di Via Zezio con il giardino chiuso da un anno?
In passato si era parlato anche di un progetto di accorpamento dell’asilo Carluccio con la scuola di via Perti, che ha ampi spazi vuoti. Come lo giudicate?
Premetto che non posso esprimermi per via Perti, credo che la materna Carluccio debba essere mantenuta aperta perché in buono stato e con spazi adeguati ai bambini. La Nazario Sauro, invece, necessita sicuramente di un intervento di riqualificazione che potrebbe offrire anche nuovi spazi ludici e di aggregazione di cui Como è priva.
Cosa vi aspettate ora?
Che nasca un vero interesse delle istituzioni per questa vicenda e che il sindaco rifletta e riveda il suo progetto mettendo al centro l’interesse dei bambini che ora è subordinato a logiche di risparmio e di profitto, senza alcuna attenzione al valore educativo, pedagogico, sociale ma anche storico di questi edifici.
L’articolo che hai appena letto è uscito su ComoZero Settimanale dell’11 ottobre:
La chiusura delle scuole a Como: qui tutti gli aggiornamenti.
Un commento
Mi spiace ma per i taglia nastri la manutenzione ordinaria e strarordinaria non e’ trendy. Quanto sarebbe costato cambiare le tegole rotte,ma si il Comune di Como naviga dei miliardi dove piuttosto che mandare un muratore a cambiare qualche tegola ed a pulire le gronde si rifa’ tutto ex novo. Una gestione dei beni pubblici miope….